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La risposta che segue è un ringraziamento a quant* hanno voluto rispondere alla mia mail, le parole di Ierina, aggiungono come tutte le testimonianze, una riflessione preziosa. Da altre risposte in rete, Genova e i fatti che vi accaddero dimostrano di essere ancora fonte di ferite aperte e che paradossalmente dividono anzichè unire. Credo che il rispetto reciproco nella differenza del pensiero e della pratica, sia l'unica strada possibile: come quella del voto o dell'astensione.
Una strada sicuramente difficile...
Abbraccio tutt*
Doriana
   Ciao Doriana, ciao a tutte...
La mia è una mail rivolta a te e a tutte le DiN, una riflessione su quanto hai scritto. Sono Ierina Dabalà, Donna in Nero dal 2002, dall'attacco all'Afghanistan. dal 2002 in piazza tutti i venerdì. In... politica, ci sono dal 1964, da quando ho fatto la mia prima tessera alla FGCI (Federazione Giovanile Comunista Italiana), avevo 16 anni... Non sempre la mia... militanza politica è stata attiva. ci sono stati i lunghi periodi di latitanza, quando si deve dare la precedenza alla cura dei figli, dei vecchi genitori, ma la vita delle donne contempla anche queste pause, in cui si devono fare scelte di priorità.
Di manifestazioni e di cariche ne ho viste tante, in quel '68 e dintorni.
Ma non avevo mai visto niente di simile a quello è successo a Genova.
Ci era andato mio figlio, da solo, aveva 18 anni appena compiuti, allora... Ci si sentiva per cell... ovvia la mia ansia, ma nell'arginabile, fino a Piazza Alimonda. Il giorno dopo sono partita anche io, dovevo esserci, per fortuna ci sono andata. Quando ho imposto a mio figlio di prendere un pullman qualsiasi per uscire da Genova, altrimenti non sarei partita nemmeno io mi ha accusata di ricattarlo. Ebbene, lo stavo ricattando... Io ero dall'altra parte delle cariche, non potevo raggiungerlo; solo di quando in quando, tramite cell. quando le comunicazioni non erano interrotte, con una batteria che si andava paurosamente scaricando,
Ha creduto alle mie "reali" minacce, ed è uscito da Genova.
Credo che su quei giorni non si sia ancora detto tutto.
Tutto era stato programmato, organizzato. Sul web in quei giorni giravano orgogliosi proclami delle destre, fieri della vittoria elettorale della destra... col loro linguaggio scurrile... "A Genova vi faremo un culo così"...
Hanno ucciso, imprigionato, torturato.
Se più di così non hanno potuto fare, lo si deve solo alla maturità del movimento, ma avrebbe potuto essere un massacro.
Eravamo in tanti.
Mi capita spesso di ricordare Genova.
Chi non c'era non riesce a capire. Anche una persona come me, che ne aveva viste tante, è stata travolta dalla brutalità degli eventi, dall'orrore... orrore, purtroppo è una parola reale. L'orrore è rimasto in tutti quanti c'erano, perché non si era mai visto niente del genere. Persino i morti di Reggio Emilia, è stato... un caso, ma non era tutto organizzato come è stato a Genova.
Andare a votare, si deve...
Comunque vada... dopo sarà un periodo duro, ci sarà bisogno di tutta la nostra presenza.
Passano gli anni, ma Genova e lì, ci si torna sempre...
Volevo solo parlare di Genova, è un orrore che è dentro, e ogni tanto bisogna esternarlo, per renderlo un po' più sopportabile, e mi rendo conto che quello che è in me è in tutti/e quell* che c'erano.
Avevo bisogno di parlarne, Doriana, dopo le tue parole
Un abbraccio a tutte, ciao
Ierina

A luglio del  2001 malgrado le ferie difficili, la cervicale che non mi
faceva muovere un braccio, una paura di non sapere cosa succedeva,
andai a Genova con mia figlia che aveva 16 anni e i suoi amici , ad
accompagnarla, a partecipare, ad osservare. Con un treno da deportati,
arrivammo in una città militarizzata. Tutto fu chiaro da subito,
eravamo una massa di straccioni senza età e paese che reclamavano, per
tutti e per sé, uguali diritti di cittadinanza e un mondo migliore. La
città era vuota, e Berlusconi con il prode Fini ci fecero
accoglienza...Dov'era la sinistra? Io non mi ero mai interessata ai
partiti.Mi incuriosirono le sigle, le bande che suonavano sotto un sole
sfacciato, il movimento che non avevo visto mai, centinaia di migliaia
di persone dire: siamo tutti clandestini.
Al ritorno mi iscrissi al Prc, loro pochi ma c?erano,come c?erano i
Verdi, i Comunisti italiani, i non convocati Ds, poi le Donne in Nero,
poi i social forum,poi il movimento, poi ho visto *tutto* con occhi
diversi, anche la mia vita quotidiana, la strada.
La prima volta che scrissi in internet, fu il mio vissuto a Genova su
Indymedia. Era un atto dovuto, a Carlo Giuliani, ai legali, a chi non
c'era potuto andare a Genova.
Nessuno avrebbe potuto credere, se non c'era stato, nessuno avrebbe
potuto raccontare e rendere il dramma di quei momenti infiniti,
l'assenza del diritto e il cammino della violenza.
Oggi dico che a Genova c'eravamo tutti, un G8 di potenti aveva
tracciato la strada.
Dobbiamo risalire quella montagna di bugie, quell'assalto reale e
culturale del potere fascista-razzista-clericale che non ha vergogna.
Oggi di nuovo senza tessere di partito e sigle, credo che quel piccolo
viaggio verso il seggio, ad osservare e votare lo possiamo fare tutti,
noi clandestini in un paese dove è stata smarrita la ragione, la
dignità e il rispetto. Oggi i potenti ci accomunano con volgarità e
violenza, senza più pudore.
A Genova, ieri-oggi, c'eravamo tutti, ci siamo tutti?

Doriana Goracci