Re: Votare



Ti capisco, sai. Però, se quella è la tua casa e non ne hai un'altra, se hai
bisogno di mangiare e non c'è altro, scegli ciò che è meno distante dai tuoi
valori, gusti, bisogni. (A parte il fatto che il paragone tra mangiare e
scegliere una politica mi sembra molto poco calzante; mangiare è un bisogno
e un gusto, votare o comunque fare politica è dare il proprio contributo
all'insieme umano di cui facciamo parte: è più un dovere che un bisogno; si
fa politica per tutti, e specialmente per chi sta peggio, non per noi
stessi).
Mi pare. Ciao! Enrico

----- Original Message ----- 
From: "Davide Bertok" <davide at bertok.it>
To: <pace at peacelink.it>
Sent: Monday, March 20, 2006 7:42 PM
Subject: Re: Votare


> D'accordo Enrico, però mettiamola così...Se un vegetariano dovesse
> scegliere solo tra carne e pesce, perchè mai dovrebbe essere obbligato a
> mangiare in quel ristorante?
> Piuttosto penso si alzerebbe e andrebbe a mangiarsi un'insalata a casa :)
>
> Ciao,
> Davide
>
> On 20 Mar 2006 at 18:41, Enrico Peyretti wrote:
>
> > Deciderai, e la tua decisione sarà da capire. Ma, mentre fai una bella
> > teoria sul voto e sul sistema, chi vota e chi fa il sistema decide per
> > te. Non votare è votare alla cieca per chi vince, che userà anche il
> > tuo non voto, e potrà essere - Dio ce ne scampi! - il peggiore (anche
> > grazie a te). Non votare è lasciarsi decidere da altri. Io sono
> > d'accordo con Pasquino. Buona salute, buon coraggio, buona resistenza,
> > buona speranza! Enrico Peyretti
> >
> > ----- Original Message ----- 
> > From: "bruno.leopoldo at libero.it" <Bruno.Leopoldo at libero.it>
> > To: "-- --" <baz at ecn.org>; "-- --"
> > <forum at liste.bologna.social-forum.org>; "-- --"
> > <imolasocialforum at yahoogroups.com>; "-- --" <stampa at infostampa.com>;
> > "-- --" <pace at peacelink.it>; "-- --"
> > <mlreteuniversitari.bo at inventati.org>; "-- --"
> > <assemblea at liste.vag61.info>; "-- --" <vogliamotutto at inventati.org>
> > Sent: Monday, March 20, 2006 2:11 PM Subject: Votare
> >
> >
> > > Votare
> > >
> > > Per quanto possa interessare, forse non andrò a votare oppure forse
> > > ci
> > andrò.
> > >
> > > Votare per qualcosa o per qualcuno è donare; affidare parte di se
> > > stessi.
> > Ne consegue, in genere, una particolare attenzione verso il
> > comportamento di chi - ricevendo il proprio voto - viene eletto. Ad
> > ognuno di noi può in seguito capitare che, a causa del proprio voto,
> > ci si mangi le mani o si stia male. > > Il voto è di per sé un atto
> > completo. Nasce dal privato, dall'intimo, fino a trasformarsi in una
> > delle massime espressioni di volontà pubblica. Tale percorso lo rende
> > paragonabile all'opera d'arte. Essa prende vita dall'interno del suo
> > creatore e diviene poi arte. Entrambi hanno un momento particolare,
> > senza il quale non acquistano valenza riconosciuta. Per l'opera
> > d'arte, tale momento è "il battesimo". Quel rito di passaggio,
> > quell'attimo in cui si attribuisce il complemento di specificazione
> > all'opera; che si differenzia così dalla manodopera del lavoratore
> > dipendente o dall'opera dell'artigiano. Il battesimo può essere
> > consacrato dal pubblico, dallo stesso artista (quando è già
> > accreditato), dalla critica specializzata oppure ancora dalle
> > esposizioni di musei, mostre e fiere d'arte. > Il voto - invece - il
> > suo momento di trasformazione lo ha nell'atto simbolico della scheda;
> > quando viene destinata con le proprie mani nell'urna. Da allora
> > diviene pubblico. Quasi ci si libera di> > Iresponsabilità,
> > dichiarando poi apertamente il proprio voto, le motivazioni
> > determinanti e le speranze. Cominciano allora le interpretazioni e la
> > festa nazionale della vittoria di tutti. > > Nel proprio piccolo, che
> > piaccia o no, la legittimità al sistema la diamo in primo luogo
> > recandoci a votare. > > In questa campagna elettorale ci sono alcune
> > particolarità. Tra le altre, ad esempio, nel centrosinistra fra le
> > posizioni di Fausto Bertinotti e quelle di Clemente Mastella non si
> > registrano differenze di rilievo; mentre sappiamo che continua ad
> > esserci differenza fra i simpatizzanti, i militanti e anche fra i
> > singoli deputati. Con queste elezioni, inoltre, il candidato ha
> > bisogno sì di soldi, ma soprattutto di buoni legami con la ristretta
> > cerchia di tenutari-decisori del proprio partito. Il proprio nome e
> > cognome deve essere stato ben predisposto; contano soltanto il
> > territorio dove si viene candidati e la disposizione nella lista. > >
> > Umberto Eco nel suo "Appello agli indecisi" conclude così
> > l'esortazione: "Ora la nave potrebbe affondare. Ciascuno deve prendere
> > il proprio posto". Peccato che Eco - facendo torto alle sue indiscusse
> > capacità - non si sia soffermato a riflettere su come è ridotta la
> > nave. Bastava ad esempio accennare allo scempio compiuto durante
> > questi 60 anni dai politici italiani che - nel loro lento susseguirsi
> > - hanno trasformato la Costituzione in carta da parato. > Lo studioso
> > Gianfranco Pasquino rispondendogli scrive: "...anche se sicuramente
> > voterò per il centro-sinistra...continuerò, però, fino al giorno del
> > voto e immediatamente dopo la comunicazione dei risultati elettorali,
> > nella mia critica severa dei centrosinistri." E qui emerge un punto
> > centrale. > Del centrodestra, senza dilungarmi o andare troppo
> > indietro, basta ricordare i fatti dell'11/3/6 a Milano; Ministri della
> > Repubblica che difendono il "diritto" a manifestare di un gruppo
> > organizzato di fascisti. In due parole: in occasione di un'iniziativa
> > vietata dalla Costituzione, ci sono stati dei rappresentanti del
> > potere esecutivo che hanno difeso pubblicamente tale evento; al
> > momento, impunemente. > Dall'altro lato, sappiamo cosa ha fatto il
> > centrosinistra in cinque anni di governo. Quando non ha creato danni,
> > ha gestito l'esistente. Ad esempio, ha precarizzato il mercato del
> > lavoro, non ha sviluppato l'istruzione come invece aveva promesso
> > durante la campagna elettorale del 1996 e ha preso parte alla guerra
> > umanitaria, bombardando le città della ex Jugoslavia. > Per quanto
> > riguarda il domani, leggendo il Programma dell'Unione si sa cosa ci
> > aspetta. > > Fa un accenno Andrea Colombo: "La vittoria di
> > Berlusconi...metterebbe in dirittura d'uscita i gruppi dirigenti del
> > centrosinistra e decreterebbe una trasformazione radicale di tutti i
> > suoi attuali assetti". Per intenderci, cesserebbe l'era in cui ai
> > programmi ci lavorano persone con idee come quelle di Giuliano Amato.
> > > > Signor Eco, signor Pasquino, signori tutti-e, il punto centrale è:
> > vale la pena destinare energie al salvataggio della nave? Conoscendo
> > cosa è accaduto prima e cosa riserva il dopo, che senso ha dare il
> > nostro voto? Dall'esito della risposta ne discende il relativo
> > percorso. > > Ricordiamo che anche Indro Montanelli qualche decennio
> > fa esortava ad andare a votare; per la Democrazia Cristiana "turandosi
> > il naso". E infatti, negli anni, per molti il voto è diventato
> > "l'ultimo voto" così come quando ci si assolve: "facciamo l'ultima
> > guerra" oppure "ho detto l'ultima bugia". Fermandosi a riflettere, si
> > ha l'idea che per l'uomo ci sia sempre un valido motivo per l'ultima
> > autogiustificazione. > > Il paradosso è che (come esclamano tutti): il
> > sistema è fallito! > Eppure pochissimi, poi, nel prenderne atto
> > agiscono di conseguenza. C'è chi, come ad esempio i sindacati, si
> > ostina a dedicare la propria attività per eliminare qualche
> > distorsione (sic!) del sistema; chi lenisce funzionalmente. > > Che il
> > sistema sia fallito lo dimostra il fatto stesso che non è in grado di
> > mettersi in gioco. Da un lato, sommerge con i suoi mezzi le forme di
> > libera conoscenza e organizzazione o le reprime come e quando vuole.
> > Dall'altro, il sistema si dichiara legittimato grazie al voto. Dando
> > la mera libertà a tutti noi occidentali di esprimerci su un "duello"
> > fra Bush e Kerry, fra Berlusconi e Prodi, oppure fra non so chi e
> > Blair (che rappresenta la sinistra). Il capitalismo, con il suo
> > attuale modello neoliberista, non si fa mettere in discussione a ogni
> > elezione politica. Anzi, è un sistema economico e di vita che nessuno
> > deve seriamente mettere in dubbio e punto. Ma ci ricorda Elias
> > Canetti: "Come ogni altra cosa, il potere porta in sé la propria
> > fine". > > Dentro o fuori. Votare o non votare. E se sì, volendo
> > incentivare la fine del sistema possono essere più convenienti per il
> > Movimento affrontare altri cinque anni con Berlusconi oppure invece un
> > nuovo periodo di gestione Prodi? Spesso si ha l'idea che in campagna
> > elettorale, per il centrosinistra, quei milioni di italiani scesi in
> > piazza contro la guerra rappresentano semplicemente i destinatari del
> > sottile ricatto della scelta del meno peggio. Insomma, o si vota quel
> > che c'è oppure gli si lascia il cerino in mano con tutte le
> > responsabilità di una possibile vittoria del centrodestra. > Di fatto
> > si confrontano due coalizioni che sembrano spostarsi - contigue e
> > parallele l'una all'altra - sempre più verso centrodestra.
> > L'alternativa che si prospetta è fra Fini o D'Alema come ministro
> > degli esteri. > Se si fa visita al sito www.romanoprodi.it si scopre
> > che della pace non c'è traccia. > > Così Eduardo Galeano inquadra
> > l'attuale situazione: "Il mondo sta soffrendo un allarmante discredito
> > della dignità. Gli indegni, che sono coloro che comandano nel mondo,
> > dicono che noi arrabbiati siamo preistorici, nostalgici, romantici, e
> > che neghiamo la verità. Tutti i giorni, ovunque, ascoltiamo l'elogio
> > dell'opportunismo e l'identificazione del realismo con il cinismo, il
> > realismo che obbliga a sgomitare e proibisce l'abbraccio, il realismo
> > del tutto fa brodo e del si salvi chi può e se non puoi crepa." > > Se
> > il lettore convenisse con quanto ho scritto, la risposta al punto
> > centrale sembrerebbe bella e fatta. E invece no. Non è così. > Raymond
> > Boudon, ad esempio, chiama in gioco "il posto del caso". Quindi si
> > potrebbe riflettere approfonditamente sull'argomento se sia più
> > "utile" una forte repressione da cui scaturisca una spallata
> > liberatoria di massa oppure se sia auspicabile un governo "amico" dal
> > quale - dopo aver fatto assaporare un minimo di agibilità politico
> > sociale - si produca inarrestabile un effettivo movimento di massa, di
> > liberazione postimperiale. > > Con mia figlia maggiorenne - nel mio
> > piccolo - al momento sarebbe più comodo se il 9 aprile 2006 mi recassi
> > alle urne. Infatti non me la caverei più così facilmente come avvenne
> > il 13 maggio 2001, quando giustificai il mio non voto spiegandole di
> > un candidato premier con le idee di Francesco Rutelli. > > Forse non
> > andrò a votare oppure forse ci andrò. Calpestando la mia propria bile.
> > > > 20/3/6 - Leopoldo BRUNO > > Materiale di riferimento: > Boudon
> > Raymond, Il posto del disordine, il Mulino, 1997, pag. 224, trad. di
> > Pina Lalli; > Canetti Elias, Massa e potere, Tascabili Bompiani, ed.
> > 1990, pag. 280, trad. di Furio Jesi; > Colombo Andrea, il manifesto,
> > 10 marzo 2006, pag. 4; > Eco Umberto, l'Unità, 8 marzo 2006, pag. 1; >
> > Galeano Eduardo, il manifesto, 17 marzo 2006, pag. 20, trad. di
> > Marcella Trambaioli; > Pasquino Gianfranco, l'Unità, 10 marzo 2006,
> > pag. 1. > > > > -- > Mailing list Pace dell'associazione PeaceLink. >
> > Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI:
> > http://www.peacelink.it/mailing_admin.html > Archivio messaggi:
> > http://www.peacelink.it/webgate/pace/maillist.html > Area tematica
> > collegata: http://italy.peacelink.org/pace > Si sottintende
> > l'accettazione della Policy Generale: >
> > http://www.peacelink.it/associazione/html/policy_generale.html > > > >
> > -- > No virus found in this incoming message. > Checked by AVG Free
> > Edition. > Version: 7.1.385 / Virus Database: 268.2.5/284 - Release
> > Date: 17/03/2006 >
> >
> > governo "amico" dal quale - dopo aver fatto
> > > > assaporare un minimo di agibilità politico sociale -
> > > > si produca inarrestabile un effettivo movimento di
> > > > massa, di liberazione postimperiale.
> > > >
> > > > Con mia figlia maggiorenne - nel mio piccolo - al
> > > > momento sarebbe più comodo se il 9 aprile 2006 mi
> > > > recassi alle urne. Infatti non me la caverei più
> > > > così facilmente come avvenne il 13 maggio 2001,
> > > > quando giustificai il mio non voto spiegandole di un
> > > > candidato premier con le idee di Francesco Rutelli.
> > > >
> > > > Forse non andrò a votare oppure forse ci andrò.
> > > > Calpestando la mia propria bile.
> > > >
> > > > 20/3/6 - Leopoldo BRUNO
> > > >
> > > > Materiale di riferimento:
> > > > Boudon Raymond, Il posto del disordine, il Mulino,
> > > > 1997, pag. 224, trad. di Pina Lalli;
> > > > Canetti Elias, Massa e potere, Tascabili Bompiani,
> > > > ed. 1990, pag. 280, trad. di Furio Jesi;
> > > > Colombo Andrea, il manifesto, 10 marzo 2006, pag. 4;
> > > > Eco Umberto, l'Unità, 8 marzo 2006, pag. 1;
> > > > Galeano Eduardo, il manifesto, 17 marzo 2006, pag.
> > > > 20, trad. di Marcella Trambaioli;
> > > > Pasquino Gianfranco, l'Unità, 10 marzo 2006, pag. 1.
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