gas e dintorni



Le ultime vicende del gas (con la creazione di una
holding regionale controllata dall'ENI) hanno un
valore paradigmatico. Ancora una volta in Toscana si
affronta il tema della privatizzazione dei servizi
creando un "regime misto"
nel quale, accanto alle aziende private ed alle
banche, resta una rilevante componente pubblica.
Nascono così una miriade di imprese miste che operano
in una terra di nessuno: esse non rispondono né a
stringenti logiche di mercato né  ai principi ed alle
regole della amministrazione pubblica. In pratica si
privatizza la natura giuridica e si cedono quote di
capitale, ma si conserva un regime sostanziale di
monopolio perché non si può (o non si vuole)
liberalizzare. Questo aspetto è grave perché quando
non c'è concorrenza i processi di privatizzazione non
producono alcun vantaggio per i cittadini consumatori
né in termini di diminuzione dei prezzi né di sana
competizione sulla qualità dei servizi. Nonostante
questa ovvia constatazione in Toscana privatizzare
senza  liberalizzare è una politica sostenuta con
particolare zelo dai DS (ma non solo dai DS). Per le
aziende coinvolte come azionisti questi processi
consentono di acquisire posizioni monopolistiche  e
forti margini ricavati da tariffe e da "forniture
protette "(senza gare). In tale contesto ibrido si
accentuano anche i conflitti d'interesse tra imprese e
banche, conflitti che ormai costituiscono una
caratteristica patologica strutturale della Toscana.
Per il potere pubblico che mantiene quote di
partecipazione l'unica reale remunerazione è data
dall'acquisizione di posizioni e posti di potere
(funzionali alla auto-riproduzione del ceto politico
ed in particolare alla rendita di posizione dei DS). 
Il pericolo è che in questa zona grigia si sommino
vizi pubblici e vizi privati, con effetti di
distorsione del mercato e di degenerazione della
politica ridotta a puro sistema di potere. A livello
territoriale - dietro la nobile facciata della
governance - si può, infatti, determinare un potere
pervasivo fondato sul "triangolo"
politici-imprenditori e banche a cui si associa il
supporto tecnico di professionisti "amici". Questo è
un terreno scivoloso dal quale il futuro Partito
Democratico della Toscana deve prendere le distanze in
nome di una visione aperta e liberale, visione che
abbia come suo fondamento una netta distinzione di
ruoli tra sfera pubblica e sfera privata. Occorre  una
nitida linea di demarcazione: da un lato si tratta di
liberalizzare e affidare al mercato ciò che risponde
ai reali interessi dei cittadini consumatori,
dall'altro si tratta di mantenere al pubblico le
funzioni strategiche che esso deve conservare e di
governarle secondo le regole ed i saldi principi
dell'etica pubblica. I processi degenerativi cui
abbiamo accennato si inseriscono in un contesto
regionale preoccupante  e rischiano di ingessare
ulteriormente la situazione. I dati negativi che
caratterizzano l'andamento strutturale dell'economia
indicano, infatti, l'esaurimento di un ciclo virtuoso
che ha consentito di raggiungere elevati standard di
reddito e di qualità della vita. Ma durante questa
fase espansiva la politica si è progressivamente
ripiegata su stessa; nelle istituzioni e nei partiti
ha prevalso la logica della rendita di posizione: come
ha recentemente ricordato il presidente Martini "ci
siamo seduti sul bagaglio della cultura di governo di
cui abbiamo lunga tradizione." In Toscana il dibattito
politico ristagna, la vita dei partiti appare molto
gracile e priva di dinamismo, La stasi e l'involuzione
della politica pesano negativamente sulla società
toscana proprio nel momento in cui la crisi ed i
crescenti processi di globalizzazione reclamano il
coraggio di scelte fortemente innovative. Per
rilanciare le attività imprenditoriali e riacquisire
competitività, per affrontare le questioni sociali
legate ai nuovi flussi migratori ed all'invecchiamento
della popolazione, per promuovere la ricerca e
l'innovazione la politica deve fare la sua parte ed i
partiti non possono limitarsi a gestire i precari
equilibri di un ceto politico immobile e
autoreferenziale.




	


	

	
		
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