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La nostra Africa - Dal Forum Sociale di Bamako all'incontro con i produttori di cotone
- Subject: La nostra Africa - Dal Forum Sociale di Bamako all'incontro con i produttori di cotone
- From: "Monica Di Sisto" <moni.disisto at iol.it>
- Date: Mon, 23 Jan 2006 16:49:47 +0100
La nostra Africa Dal Forum Sociale di Bamako, all'incontro con i produttori di cotone: il viaggio di Tradewatch nel continente africano è appena cominciato! Bamako, 16 gen - Tre giorni di lavori molti intensi, circa 5000 delegati ogni giorno a partecipare a eventi e seminari, un incrocio di lingue - tra inglese, francese, bambarà e il nostro italiano, tra le delegazioni europee più consistenti - ma anche di culture e costumi, con il blu delle vesti tuareg e le stampe coloratissime delle donne africane a catturare attenzione e suscitare energia. Il Forum sociale mondiale a Bamako ci ha aperto una nuova pista di lavoro: quella di ricondurre le riflessioni e i saperi del movimento altermondialista alle pratiche concrete che in questo continente prendono le braccia e i volti dei movimenti delle donne, delle reti contadine, dei produttori, degli artigiani che fronteggiano quotidianamente i propri governi e i nostri per garantire la sopravvivenza alle proprie comunità. Qui le lotte per un altro mondo possibile sembrano ancora più necessarie, le pratiche per un'altra economia cruciali quanto ancora allo stadio iniziale, le agende dei movimenti ancora più concrete e ambiziose. Esse guardano, infatti, a un aumento della produttività nei campi, alla crescita delle reti di consumo interno, almeno quanto a far crescere la propria presenza e pressione sulle agenzie Onu come Unctad e Fao, ma anche sulla Wto, la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale. Ma il nostro viaggio non finisce qui: da Bamako ci spostiamo verso Koutiala, ospiti della rete dei produttori di cotone maliani. Questo è uno dei frutti della campagna di sensibilizz//azione "La via del cotone" che come Tradewatch (<http://www.tradewatch.it>www.tradewatch.it) Osservatorio italiano sul commercio internazionale abbiamo sostenuto negli ultimi tre anni. Ma è anche il punto di partenza che ci porterà verso nuove azioni di solidarietà condivise con questi villaggi e, insieme al movimento africano, sulla strada per Nairobi, sede del prossimo Forum Sociale Africano già convocato per il 2007. Di seguito vogliamo condividere due riflessioni sul Forum inviate da Alberto Zoratti di Tradewatch. Per un filo diretto dai villaggi Alberto Zoratti è raggiungibile allo 002239280206 GLI AGRICOLTORI AFRICANI ACCUSANO I LORO GOVERNI Riuniti venerdi' per una conferenza alla biblioteca nazionale di Bamako, in Mali, in occasione delle sesta sessione del Forum Sociale Mondiale, le organizzazioni contadine provenienti dal Burkina Faso, dal Cameroun, dal Mozambico, dal Gambia e dal Madagascar hanno sottolineato le responsabilita' dei Governi locali nel ritardo economico e sociale del continente africano. Cyprien Essong Ze, ha 34 anni, una formazione in economia, ora e' coordinatore del CARYM (International Movement of Catholic Agricultural and Rural Youths in Africa). Il nostro principale nemico non abita lontano da noi" spiega, "ma sono i nostri governi che si accaparrano le terre dicendoci che appartengono allo stato". Secondo Essong Ze per avere una buona produzione alimentare e' necessario a vere accesso diretto alle risorse idriche ed alle terre, unica risposta reale e concreta alle crisi alimentari del continente africano. La riflessione di Essong Ze riprende per molti aspetti la posizione delle organizzazioni contadine dell'africa dell'Ovest come ROPPA o la CNOP, il Coordinamento nazionale maliano delle organizzazioni contadine, secondo cui l'unica risposta efficace alla fragilita' delle economie dei Paesi più poveri passa attraverso il ritorno alla terra e la riconversione agricola verso la sovranita' alimentare. La denuncia di Josè Bovè rispetto alle importazioni di pollo congelato dell'Unione Europea verso il Cameroun diventa significativa, se si considera che l'aumento esponsenziale delle importazioni (dalle circa mille tonnellate del 1996 fino alle oltre 22000 del 2003) a prezzi stracciati grazie alle sovvenzioni all'esportazione (950 franchi CFA contro 2000-2200 per i polli di produzione locale) ha fatto crollare di oltre il 50% la produzione locale distruggendo oltre 110000 posti di lavoro. Secondo Bove' "le uniche risposte possibili passano attraverso le mobilitazioni, la creazione di reti tra produttori e consumatori, cosa che ha permesso nel biennio 2004-2005 di aumentare la produzione locale di oltre il 57% e la partecipazione ai summit delle organizzazioni internazionali come UNCTAD e WTO". Un tema comune, quello della sovranita' alimentare, unito a quello del protagonismo sociale delle popolazioni rurali. Una base di partenza sulla quale, nei prossimi mesi, i movimenti africani lavoreranno in vista del Forum Sociale Mondiale del 2007, che aprira' i battenti a Nairobi. COTONE: UNA TRAPPOLA PER L'AFRICA? "L'obiettivo, chiaro ed ambizioso, e' quello di raggiungere le persone dove vivono, costruendo assieme e dal basso un'agenda comune contro il neroliberismo. Bamako vuole essere il primo passo per radicare il Forum Sociale Mondiale in Africa e mobilitare persone, comunita', esperienze in tutto il continente". Aminata Traore' e' l'anima ispiratrice di questo Forum. Se il Consiglio Internazionale puo' essere considerato il luogo della programmazione, Aminata, gia' Ministro della cultura del Mali ora attivista sociale e scrittrice, rappresenta il collegamento diretto con l'Africa "il continente piu' duramente colpito dalla globalizzazione neoliberista". Oltre quindici organizzazioni nazionali, dai sindacato alle organizzazioni contadine passando per studenti e movimenti femminili, piu' di diecimila accrediti ed oltre seicento iniziative. Una struttura cjhe ricorda nelle sue linee generali le precedenti versioni del WSF, ma che in Africa acquisisce una nuova connotazione, legata alle condizioni sociali (piu' dell'80% dei maliani non sa ne' leggere ne' scrivere) alla forte crisi dell'area rurale dovuta a scelte di politica economica troppo orientate all'aumento del PIL e poco al miglioramento reale delle condizioni di vita. Una volta la ricetta era semplice: cotone, esportazione, valute estere. Oggi alla stessa ricetta i contadini africani rispondono duramente e non soltanto a livello locale, ma portando addirittura nelle segrete stanze della Wto, l'Organizzazione Mondiale del Commercio" la loro scomoda posizione. Scomoda per tutti, governi, grandi istituzioni internazionali e, perche' no, anche alcune Ong di sviluppo. Ibrahima Coulibaly e' un riferimento importante per i contadini africani, e' presidente della CNOP, il Coordinamento Nazionale delle Organizzazioni Contadine, legata a ROPPA e collegata a Via Campesina. "La questione cotone non puo' essere ridotta al semplice problema dei sussidi" racconta Ibrahima negli uffici della CNOP all'estrema periferia della capitale Bamako, "tutta la discussione rischia anzi di essere fortemente fuorviante, perche' la coltura del cotone in Mali e' una vera e propria trappola". E' necessario un cambio di rotta evidente, la denuncia delle sovvenzioni alla produzione di cotone degli Usa (in particolare i sussidi interni, lasciati intoccati a Hong Kong, piu' che i sussidi all'export) e' fondamentale per porre nuovamente le questioni su un piano di giustizia, ma diventa rischiosa se non contestualizzata; "la progressiva privatizzazione della CMDT, la Compagnia tessile Maliana originariamente pubblica, ha portato ad un peggioramento delle condizioni dei contadini, che usano oramai la coltivazione di cotone per poter aver accesso al credito ed ai servizi come i fertilizzanti ed i pesticidi, risorse e sostanze che utilizzano in particolare per la coltivazione per alimentazione, fortemente penalizzata rispetto al cotone". Le alternative? "Differenziazione rispetto al cotone e sviluppo di sistemi agricoli che si autosostengono - sostiene Coulibaly - basati su mercati locali e regionali e fortemente regolamentati". L'onda lunga dell'accordo di Hong Kong e' arrivata persino sulle rive del fiume Niger: non un Round per lo sviluppo, ma un Round per il libero commercio. Sara' il problema della sovranita' economica ed agricola, assieme all'immigrazione, uno dei temi centrali di questo assaggio di Forum africano. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Tradewatch (<http://www.tradewatch.it>www.tradewatch.it) Osservatorio italiano sul Commercio internazionale promosso da Campagna Riforma Banca Mondiale; Centro Internazionale Crocevia; Fair; Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Gruppo d'Appoggio al movimento contadino dell'Africa occidentale; Mani Tese, Rete Lilliput; Roba dell'Altro Mondo
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