L'altra Africa possibile (Diario dal Forum di Bamako, 4)



Diario dal Forum sociale mondiale di Bamako, Mali - 4
22 gennaio 2006

«L'ALTRA AFRICA POSSIBILE»

« Voglio un' Africa capace di scegliere»
Bubacar Diop, Senegal

E' stata una tre giorni molto intensa. L'ansia di conoscere e la
consapevolezza di essere finalmente protagonisti hanno caratterizzato la
partecipazione di migliaia di cittadini e cittadine africani. Il numero
esatto poco importa. Quello che conta è la portata simbolica del Forum
social mondiale di Bamako e il bilancio senz'altro positivo che il comitato
organizzatore può orgogliosamente tirare.

Si sono costruite e consolidate le reti continentali. Per la prima volta
nella storia recente queste reti sono state riconosciute come controparti
legittime da stati e governi (é di questi giorni la notizia che Togo, Mali
e Burkina Faso hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per i
controlli transfrontalieri contro il traffico di minori). Dopo decenni di
lotte intestine, costruite a tavolino dai colonizzatori europei, gli
attivisti e le attiviste per un'altra Africa possibile si sono uniti nella
diversità e hanno posto le fondamenta per un nuovo panafricanismo. Un
panafricanismo dal basso, che si mette in discussione, si interroga sulla
propria ragion d'essere e avanza proposte concrete: l'istituzione di un
passaporto africano, che permetta la libera circolazione delle persone in
tutto il continente; lo studio nelle università delle principali lingue
veicolari africane (il kaswahili, l'arabo, il bambara, il wolof); la
democratizzazione dei mezzi di comunicazione di massa, radio e televisione
in primis. Il tutto finalizzato a uno sviluppo endogeno dell'Africa basato
sulle culture e le colture locali.

Le richieste all'occidente non riguardano quindi solo la restituzione del
maltolto, bensì la rinuncia a proseguire nel saccheggio sistematico di
tutte quelle risorse naturali e umane capaci di traghettare l'Africa verso
il destino che vorrà scegliersi.
Cancellazione totale e incondizionata del debito; riforma radicale delle
organizzazioni finanziarie internazionali (Fondo monetario e Banca
mondiale) e dell'Organizzazione mondiale del commercio ; sovranità
alimentare e accesso ai farmaci salvavita ; potere decisionale sulle
politiche economiche e tariffarie; conservazione e valorizzazione dei beni
comuni come l'acqua, la terra e l'energia.
Non serve altro ai popoli africani che già nel tredicesimo secolo
possedevano, attraverso la tradizione orale del grande impero del Mali, la
loro magna charta, la Charte di Kurukan Fuga del 1236, che dettava i
principi guida nell'amministrazione della cosa pubblica e nella
preservazione delle pace tra i popoli.

Giosuè De Salvo, assistente di Vittorio Agnoletto, corrispondente dal Mali,
NB: Tutti i notiziari si possono leggere nella sezione "articoli" del sito
web www.vittorioagnoletto.it