ricevo e giro



APPELLO DI SOLIDARIETA’

Aprire un dialogo per la pace – Libertà per Abdullah Ocalan



Il 12 maggio la Corte Europea per i Diritti Umani ha annunciato la propria
decisione riguardo al caso di Abdullah Ocalan, rilevando che il processo a
carico del leader kurdo non si era svolto in modo corretto, che il diritto
a difendersi del leader kurdo aveva subito limitazioni e che Abdullah
Ocalan aveva sofferto per un comportamento disumano, essendogli stata
comminata la pena di morte. I giudici di Strasburgo confermavano così tutti
gli elementi essenziali contenuti nella decisione del tribunale di grado
inferiore, ma emanavano anche una nuova importante raccomandazione: la
Turchia avrebbe dovuto ripetere il processo nei confronti di Abdullah
Ocalan. La Corte conferì al Consiglio dei Ministri del Consiglio d’Europa
la responsabilità di monitorare l’attuazione della propria decisione.

Le forze armate turche, la cui opinione tuttora esercita un rilevante peso
all’interno della Turchia, erano adirate per quella decisione. Eminenti
generali escludevano categoricamente qualsiasi possibilità che Ocalan fosse
nuovamente processato. Tralasciando il fatto che una ripetizione del
processo potrebbe fornire un contributo soltanto limitato al fine di
risolvere il conflitto, vi è più di un dubbio su se sarebbe in una
qualsiasi maniera possibile che Abdullah Ocalan riceva un processo corretto
in Turchia, dal momento che si tratta di un Paese che è ben lontano
dall’operare secondo i principi dello stato di diritto. Invero il nuovo
Codice Penale turco, che era stato in origine concepito come passo di
avvicinamento nel cammino verso l’Europa, non fa altro che rafforzare i
timori. In particolare i diritti di giornalisti e avvocati sono compressi
dal nuovo codice, inclusi quelli dei legali rappresentanti di Abdullah
Ocalan. I legali sono stati costretti a operare sotto minaccia di azione
legale da parte statale, con una serie di crude accuse mosse nei loro
confronti, e ora un qualsiasi elemento rilevato sul quale lo stato sollevi
eccezioni sarà sufficiente a scaturire la loro rimozione dall’incarico per
ordine di un tribunale. Con decisione giudiziale è già stato revocato il
mandato difensivo a 12 degli avvocati di Abdullah Ocalan.

Gli avvocati di Abdullah Ocalan hanno ora annunciato che rifiuteranno
d’essere utilizzati come pedine in una farsa giudiziale e, su richiesta del
loro cliente, non gli stanno facendo alcuna visita, fino a ulteriore
comunicazione. Essi hanno altresì informato l’opinione pubblica che il loro
cliente non ritiene che vi siano in Turchia le condizioni per lo
svolgimento d’un processo corretto. Egli afferma di voler prender parte
unicamente a un processo nel corso del quale sia esaminata la condotta di
tutte le parti in conflitto, ma asserisce anche che non c’è da aspettarsi
che ciò avvenga. Soltanto un processo al cospetto di un tribunale
internazionale potrebbe eventualmente svolgersi in maniera corretta.

Resta tuttavia da vedersi in quale misura un simile processo sarebbe
possibile, da un punto di vista strettamente legale. Tutto dipenderebbe
dalla volontà politica della Comunità Internazionale di aiutare nel
reperire una soluzione della Questione Kurda. È tuttavia chiaro che la
legge non può sostituirsi all’attività politica, come può del resto
scorgersi dal giudizio della Corte Europea sul caso in questione: ai
governi è stato chiesto di  mantenere la Turchia su una rotta costruttiva
per quanto concerne la Questione Kurda. Si assiste tuttavia a una vistosa
escalation del conflitto. Quotidianamente le notizie fornite dai media
riferiscono di scontri tra esercito turco e guerriglieri kurdi. Cresce
costantemente il numero dei morti e dei feriti; nonostante il desiderio di
pace chiaramente espresso dalla parte kurda e il fatto che tale parte
ancora una volta abbia presentato un’offerta di cessate-il-fuoco, il
conflitto appare destinato a proseguire fino a quando l’esercito turco non
si mostri pronto a negoziare e a indire a sua volta un cessate-il-fuoco.
Emerge con ogni evidenza che sia l’esercito che il governo turco sono
intenti a perseguire una soluzione di tipo militare. È chiaro, pertanto,
che non può escludersi una nuova guerra su ampia scala.

L’accresciuto numero dei caduti nei mesi recenti dimostra che il problema
non può essere ignorato. Devono prodursi sforzi a livello internazionale e
deve essere applicata pressione politica, al fine di fermare il conflitto.
La soluzione della Questione Kurda deve essere assunta come uno dei criteri
basilari per la futura appartenenza della Turchia all’Unione Europea. I
leader turchi devono iniziare a impegnarsi nel dialogo con i kurdi e con il
leader che questi hanno scelto, Abdullah Ocalan, il quale già si è
dimostrato disposto a dialogare per raggiungere un accordo con pieno
beneficio reciproco, sia per i turchi che per i kurdi. Soltanto con un
negoziato si può bloccare la spirale di violenza.

Noi facciamo appello per una cessazione immediata delle operazioni militari
e chiediamo altresì a entrambe le parti di trovare una soluzione politica
alla Questione Kurda mediante negoziati.

Libertà per Abdullah Ocalan, Pace in Kurdistan!

***

Tony Benn, former MP, independent politician; Lord Dholakia, House of
Lords; Baroness Jenny Tonge, House of Lords, Bruce Kent, President;
International Peace Bureau; Stewart Hemsley, Pax Christi UK; Lord Rea;
Dafydd Ian, President Plaid Cymru; John Austin MP; Adam Price MP; John
McDonnell MP; Andrew George MP; Angus Robertson MP; Jeremy Corbyn MP;
Martin Caton MP; Hywel Williams MP; Mike Weir MP; Elwyn Llywd MP; Joe
Benton MP; Ben Bradshaw MP ; Russell Brown MP; Richard Burden MP; Jean
Lambert MEP; Andrew Duff MEP; Ian Hudghton MEP; Jill Evans MEP; Nick Clegg
MP; Stephen Williams MP; David Howarth MP; Jenny Willnott MP; Danny
Alexander MP; John Leech MP; Jeremy Browne MP; Angus McNeil MP; Gareth
Peirce, lawyer; D Sheppard; Lindsey German, Stop the War Coalition; P R
MacKenzie SNP (Scottish National Party) Convenor; Thomas Angus SNP Branch
Secretary; Elizabeth Angus SNP Branch Treasurer; Elspeth Mcclachan SNP
Organisere; Maggie Bowden, Secretary Liberation; Rachel Bird; Sarah Parker,
interpreter; David Morgan, journalist; Mark Thomas, comedian; Nick
Hildyard, policy analyst; Margaret Wright, Executive Green Party; Hugo
Charlton, Chair Green Party; Desmond Fernandes, Lecturer; Felix Padel,
author and campaigner; Prof Ken Coates, European Network for Human Rights,
and Bertrand Russell Peace Foundation; Angela Sibley, NUT Trade Union;
Angie Zelter, peace activist; Ewa Jasiewicz, journalist; Dr Kay Goodall,
lawyer, Unversity of Glasgow; Maggie Bowden, General Secretary Liberation;
George Guthrey, Liberation; Suraiya Marhdoam, Liberation; Sujit Sen,
Bangladesh Hindu Buddhist Christian; A C Tarsicius, Tamil Federation;
Goldam Lambert, Lawyer; Tim Eckland, student; Deepak Gupta, student;
Zareena Mustafa, Newham Monitoring Project (NMP); Nadia Duvall, law
student; Steve Cohen, lawyer; Glyn Bryan, lawyer; Alwn Evans, councilor;
Meinir E. Jones. National Assembly of Wales; Catrin Dafydd, Plaid Cymru;
Jonathan Edwards, councilor; Colin Mann, councilor; Ian Titherington ,
Welsh NUT; Ffion Thomas, Plaid Cymru; Osian Rhys, Plaid Cymru; Paul
Rowlinson, Plaid Cymru; Carol Weaver (Liberal Democrats, Rutland and
Melton); Terrye Jones (Liberal Democrats, Falmouth and Camborne); Chris
Nelson (Liberal Democrats, Kettering); Tom Kiehl, Liberal Demorat); Chris
Boyle (Liberal Democrat, Newcastle); Lucy Rahal , Assistant of Sarah
Ludford MEP; Doug Holton, Stop Deportation of Children; Azize Asan,
teacher; Melike Asan; Margaret Wright, Green Party; Saleh Mamon, CAMPACC; M
A Qavi, CAMPACC; Asif Saud-m-Rehman; Polina Georgieva, student; Hiart gil
de Sau Vicente, Basque Campacin ; Ainhoa Facal, Basque Campaign; Maurice
Frankel (Director); Christine Allen, Catholic Institute for International
Relations (CIIR); Professor Conor Gearty; Albert Beale, Housmans Peace
Resource Project; Francoise Hampson, Human Rights Centre, University of
Essex; Jeremy McBride (Acting Director), Interights (International Centre
For the Protection of Human Rights); Tadesse Tafesse Minority Rights Group;
Andrew and Sarah Greaves, The Quaker Community; Anne Durham and Barbara
Anderson. Quaker Scheme for Befriending Overseas Prisoners; Simon Staine,
Trident Ploughshares 2000; Sam Daws, United Nations Association of GB and
N. Ireland; Deirdre Fottrell, University of Essex; Professor David Harris,
University of Nottingham; Neill James Walker, Edinburgh International
Centre for World Spiritualities (EICWS); Rev Graham K Blount; Costas
Mantis; Gasi Degirmenep, student; Ilhan Ay, Business Man; Soncer Saricinar,
Student; Erdal Eren, Chairman of Kurdish Committee Centre; Adam Eker,
student; Ergin Lirlis, student; Ilhan Genc, Interpreter; Ilkay Kucuk,
Student; I Umut, Student; Omer Ozgel, Student; Haydar Erdogan, Student;
Ahmet Seker, Student; Hilat Ozcan, Student; Timur Susmor, Halkevi, Turkish
Kurdish Committee Centre; Ibrahim Dogus, Chairperson, Halkevi…

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Firma:

Peace in Kurdistan in Kurdistan Campaign, London
<mailto:estella24 at tiscali.co.uk>estella24 at tiscali.co.uk

Iniziativa Italiana Libertà per Ocalan –Pace in Kurdistan
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