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03-04/12 Torino: La mediazione - dal livello interpersonale al livello internazionale
- Subject: 03-04/12 Torino: La mediazione - dal livello interpersonale al livello internazionale
- From: <info at cssr-pas.org>
- Date: Sat, 26 Nov 2005 14:04:51 +0100
Il Centro Studi Sereno Regis - ONLUS (via Garibaldi 13, 10122 Torino, tel. 011.532824, e-mail info at cssr-pas.org e carla.toscana at cssr-pas.org) Vi invita al Convegno internazionale di studi La mediazione: dal livello interpersonale al livello internazionale Sabato 3 e domenica 4 dicembre 2005 Torino, Sala Conferenze del Gruppo Abele, Corso Trapani 91 B, Torino Se il conflitto è una componente ineliminabile della condizione umana, non ne costituisce necessariamente una componente del tutto negativa: l'esito di un conflitto (o di più conflitti intersecantesi) dipende infatti dal modo in cui viene riconosciuto, esplicitato ed affrontato. La modalità violenta è forse quella seguita da più tempo dagli esseri umani, o per lo meno lo è in base alla documentazione storica di cui disponiamo. Tuttavia, fu proprio lo choc provocato dalle atrocità della prima e della seconda guerra mondiale, nonché dalla capacità di distruzione degli esseri viventi su scala planetaria propria degli armamenti atomici che sensibilizzò persone prima lontane dall'impegno attivo per la pace - si pensi a molti illustri scienziati quali A. Einstein, B. Russell, R. J. Oppenheimer, nonché giuristi, politologi, filosofi, strateghiŠ - circa l'urgenza di avviare una riflessione sulle loro responsabilità e sul loro ruolo, e circa la necessità di studiare metodi alternativi alla violenza per affrontare i conflitti. Accanto alle tante esperienze pratiche di lotte nonviolente contro la violenza diretta, strutturale e culturale che erano state condotte da e per secoli in tutto il mondo, per essere poi più compiutamente teorizzate e praticate da Gandhi e da moltissime persone di orientamento nonviolento, si è così istituzionalizzata - a partire dagli anni '50 del secolo scorso - una vera e propria nuova disciplina, la peace-research, che negli Stati Uniti e in molti paesi europei ha da decenni un suo preciso status accademico. In Italia questa branca di studi ha invece incontrato difficoltà nel venir scoperta e riconosciuta: fino agli anni '80 e '90 del secolo scorso era ancora confinata all'interno delle facoltà di scienze politiche, mentre negli ultimi anni sta acquisendo una sua autonomia e soprattutto sta evolvendo in senso transdisciplinare. Parallelamente alla ricerca teoretica, sono da segnalare gli sviluppi sul piano giuridico: dalla codificazione da parte dell'ONU del peace-keeping, del peace-making e del peace-building, al riconoscimento prima dell'obiezione di coscienza e poi del servizio civile nazionale. Nell'ambito politico diventano poi via via più numerosi i progetti di difesa difensiva non armata e le azioni di peace-building e peace-making condotte da piccole organizzazioni o da ONG: secondo alcune stime, infatti, negli anni '90 il numero di interventi nonviolenti in conflitti acuti è stato di gran lunga superiore a quello delle Nazioni Unite, nonché migliore per qualità. A livello nazionale e locale si riscontra altresì un ravvivarsi del dibattito sulle questioni giustizia-legalità, nelle loro molteplici declinazioni: quale ruolo è da attribuire al settore pubblico e quale alla società civile e/o ai privati per affrontare i conflitti connessi alle diseguaglianze economico-sociali e/o alle differenze culturali, specie in un momento in cui l'accelerazione della globalizzazione aumenta l'incertezza sul futuro e favorisce l'incremento dei flussi migratori? Quali sono le risposte più adeguate per i conflitti che si traducono in micro-criminalità o in criminalità? I modelli storicamente sperimentati in Europa di prevenzione e gestione del conflitto, cioè il modello repressivo e il modello del controllo sociale (nelle loro diverse varianti, evoluzioni ed involuzioni) sono ancora accettabili oppure occorre cercare nuovi metodi e nuove pratiche? La mediazione dei conflitti è appunto sia un nuovo metodo che una nuova pratica, in quanto si allontana tanto dall'impostazione direttiva e manageriale cui faceva riferimento il concetto di gestione dei conflitti, quanto dalla visione un po' troppo ottimistica che informava il concetto di soluzione dei conflitti. La mediazione, pur nelle differenze che persistono tra le diverse scuole ed i diversi operatori, rimanda piuttosto al cosiddetto eliciting model, che pone l'accento sul far emergere le capacità di attivazione latenti nelle stesse parti coinvolte in prima persona in un conflitto o in un nodo di conflitti, in modo che le proposte di compromesso o di riappacificazione siano avanzate da coloro che - avendo appunto vissuto il conflitto sulla propria pelle - ne conoscono davvero il dolore e i costi. Il programma del Convegno è stato elaborato tenendo conto dell'insieme di esigenze, ricerche, iniziative, interrogativi e prospettive or ora esposti, e ha come obiettivo non certo il trovare risposte definitive, bensì il fornire un aggiornamento tanto sugli ultimi sviluppi della peace-research su questo tema, quanto su concrete esperienze di mediazione vissute dai relatori e dalle relatrici in diversi ambiti: dal villaggio o dal quartiere alla città (livello micro e meso), fino al livello macro o internazionale. Il Convegno si rivolge alla cittadinanza nel suo complesso, pur avendo come target privilegiato i/le docenti e gli/le studenti/esse delle facoltà di scienze dell'educazione e della formazione, di scienze della comunicazione, di scienze strategiche, di giurisprudenza, filosofia e psicologia, gli enti locali e il mondo dell'associazionismo. Il Convegno si svolgerà a Torino, presso la sala conferenze del Gruppo Abele, Corso Trapani 91 B, sabato 3 e domenica 4 dicembre 2005, secondo il seguente programma: SABATO 3 DICEMBRE 2005 Ore 9.00: Registrazione dei/lle partecipanti Ore 9.30: Apertura dei lavori Nanni Salio (presidente del Centro Studi Sereno Regis) Ore 9.45: Prima sessione Moderatore: Nanni Salio - Discusser: Johan Galtung (peace-researcher) La transazione come fondamento dell'azione strategica On. Falco Accame (ricercatore operativo, già capo del Centro di Ricerca Operativa delle Forze Armate) La mediazione nel conflitto in Kosovo/a tra successi e insuccessi Alberto L'Abate (Università di Firenze) Ore 12.00: Dibattito Ore 15.00: Seconda sessione Moderatrice: Carla Toscana (Centro Studi Sereno Regis) L'esperienza della Rete TRANSCEND nella mediazione internazionale Johan Galtung (fondatore della Rete Internazionale di peace-researcher TRANSCEND) Il Modello Maggiore-minore e la mediazione in Cecenia e in Ruanda Pat Patfoort (antropologa e peace-researcher) Ore 18.00: Dibattito DOMENICA 4 DICEMBRE 2005 Ore 9.30: Terza sessione Moderatrice: Angela Dogliotti Marasso Esperienze di mediazione in ambito urbano Duccio Scatolero (Università di Torino) e Marco Bortoluzzo (Spazio d'intesa) La mediazione sociale nel lavoro con la comunità territoriale Antonella Sapio (Università di Firenze) e Raffaello Martini (psicologo di comunità) Il conflitto interculturale in contesti urbani ad alto tasso di immigrazione Anna Belpiede (sociologa) Ore 12.00: Dibattito
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