intervento di Angelo Cavagna dell'11/10/2005 a "Segnali di Pace"



Diffondiamo il testo dell'intervento di p. Angelo Cavagna all'incontro "IL
SERVIZIO MILITARE OBBLIGATORIO E' ABOLITO? NO! L'OBIEZIONE E' PIU' CHE MAI
NECESSARIA", dell'11/10/2005, in collaborazione col Tavolo Provinciale
della Pace, in occasione dell'evento "Segnali di Pace".



I L      S E R V I Z I O      C I V I L E

I E R I  -  O G G I  -  D O M A N I

Il servizio civile, pur tra mille difficoltà, ha conosciuto uno sviluppo
numerico e anche qualitativo insperato. Oggi fa discutere soprattutto una
nuova proposta di legge dell'on. Realacci e altri deputati (1).Il servizio
civile è oramai realtà di un certo peso nella società italiana. Ne è segno,
tra altri, l'evolversi delle leggi al riguardo.

La prima, che ha dato il via a questa realtà, è stata la famosa LEGGE
PEDINI, che ha istituzionalizzato la possibilità di sostituire la leva
militare con il servizio civile nella <cooperazione internazionale>.

Invece la prima legge per il servizio civile in Italia fu la 772/72, che
permise agli obiettori di coscienza al servizio militare, anziché
affrontare processi e periodi di carcere di notevole lunghezza e ripetuti
(2), di fare un servizio civile presso enti pubblici o privati di
solidarietà sociale e promozione della pace, convenzionati con l'Ufficio
Leva (Levadife) dell'esercito. Il servizio civile durava 20 mesi anziché 12
come il servizio militare. Inoltre precedeva un colloquio e relativo parere
(non sempre positivo), con una commissione che doveva indagare sulla
serietà o meno della obiezione, bollata dagli obiettori come <tribunale
delle coscienze>. In aggiunta si verificavano ritardi burocratici notevoli
e quindi pesanti per giovani pressati da problemi di studio e di avvio al
lavoro.

Fu così che maturò l'idea di una nuova legge, la 230/98 che, dopo notevoli
traversie, abolì gli 8 mesi in più rispetto al servizio militare, fece
sparire la commissione-tribunale delle coscienze, sottrasse la faccenda
degli obiettori al Levadife, venne istituito l'Ufficio Nazionale per il
Servizio Civile (UNSC) presso la Presidenza del Consiglio e ridusse un po'
i ritardi burocratici. Con tale legge, il numero dei giovani di leva che
sceglievano il servizio civile crebbe in modo esponenziale, fino ad
equiparare nel 2000 pressappoco il numero dei giovani che sceglievano la
leva militare, ma con la differenza che il numero degli obiettori aumentava
di 10-20.000 all'anno. Ciò mise in evidente crisi il sistema militare.

L'esercito professionale

Ecco allora la legge 331/2000 sull'<esercito professionale>, aperto anche
alle donne, che <sospese>, non <abolì> come ancora oggi molti credono, il
servizio militare obbligatorio. Infatti la legge esplicita che in caso non
si raggiunga il numero previsto di soldati volontari (90.000), in caso di
guerra e di emergenze internazionali può essere obbligato chiunque sia in
età di leva, salvo ciò che è previsto nella legge-obiettori. Dal che si
ricava che anche la obiezione di coscienza non è abolita. Anzi, chi non
vuol rischiare di finire soldato, proprio quando c'è la guerra, deve fare
ancora la dichiarazione di obiettore (3). Si fa appello ai <parlamentari>
perché venga varato un decreto che precisi le modalità ufficiali per fare
tale obiezione. Sempre la legge 331/2000 precisa che "Il servizio militare
obbligatorio nei casi previsti dura 10 mesi, prolungabili in caso di
guerra". Da qui si ricava chiaramente che, non solo il servizio militare
obbligatorio non è abolito, ma è addirittura prolungabile
indiscriminatamente proprio in caso di guerra.

Servizio civile volontario

Nel contesto dell'evoluzione legislativa del servizio militare e della
obiezione di coscienza, come suesposto, è nata un'altra legge sul Servizio
Civile Volontario: la 64/2004, entrata in vigore questo anno 2005, in
concomitanza con l'esercito professionale: scelta libera di fare il
militare o il servizio civile o di starsene a casa. Essa prevede la durata
di un anno per il servizio civile e il compenso di euro 433 al mese, che
all'inizio arrivavano puntuali a domicilio (ora... quasi puntuali), per una
trentina di ore di servizio settimanali.

Nota di qualità, l'articolo 1° della legge 64/2004 parla subito di impiego
dei volontari in attività di <difesa non armata e nonviolenta, in
alternativa alla difesa militare>. Da qui si rileva che i valori di pace,
nonviolenza e obiezione di coscienza al sistema militare, dai quali è
scaturita la istituzione del servizio civile, non sono dimenticati e tanto
meno aboliti. Da ciò, come precisa una nota di don Vittorio Nozza direttore
della Caritas Italiana, si ricava che tali valori devono ancora
caratterizzare la formazione e gli stessi progetti di servizio civile, in
Italia e tanto più all'estero.

Su tale questione è nata una discussione assai forte in seno anzitutto al
Comitato Consultivo per la Difesa Civile Nonarmata e Nonviolenta,
appositamente istituito presso la Presidenza del Consiglio; discussione che
si è ripercossa anche nella Consulta Nazionale degli Enti di Servizio
Civile. Il problema è se il servizio civile e, in specie, la <difesa
civile> facciano riferimento solo al principio di solidarietà o,
propriamente, alla difesa nonviolenta del cittadino e della patria, in
alternativa all'esercito. Una posizione di mediazione, espressa dal
sottoscritto in qualità di membro del suddetto Comitato Consultivo,
riconosce valore di difesa anche al servizio civile prestato a persone in
stato di bisogno; ma esiste insieme una specifica difesa civile nonarmata e
nonviolenta, in alternativa alla difesa militare. Da ciò deriva l'impegno
preciso di formare i volontari del servizio civile anche alla <difesa della
patria>, che è il dovere costituzionale di ogni cittadino, ma nella forma
di <difesa popolare nonviolenta>, consona con la scelta del servizio
civile. In quest'ottica occorre preparare anche la istituzione di <corpi
civili di pace> o <caschi bianchi>, proprio in alternativa agli eserciti.

Tale difesa, tuttavia, non si esaurisce nella istituzione di questi corpi
civili di pace o caschi bianchi, ma si riferisce proprio a una difesa
popolare, quindi attuata dalla massa del popolo, contro la quale non
resiste nessun dittatore od occupante. I fatti storici in tal senso sono
oramai sotto gli occhi di tutti e sono indimenticabili: Gandhi in India,
Martin Luther King negli Stati Uniti, Rodolfo Seguel in Cile, Perez
Esquivel in Argentina, Nelson Mandela in Sudafrica e tante altre lotte più
o meno note.

Emblematica fu la rivoluzione nonviolenta nelle Filippine contro il
dittatore Marcos. Iniziata da Benigno Aquino, poi ucciso, venne continuata
dalla moglie Cory Aquino. Questa, ad un certo punto, diede al popolo dieci
punti di lotta nonviolenta, tra cui la indicazione di ritirare i soldi da
determinate banche, nelle quali Marcos faceva i suoi affari. L'articolista
de La Repubblica che si trovava a Manila scrisse un articolo ironicissimo:
"...Così, con questi dieci punti di lotta nonviolenta, Marcos potrà dormire
altri vent'anni di sonni tranquilli". Senonché subito si dimise il ministro
delle finanze e, dopo di lui, uno alla volta, gli altri ministri; alla fine
di una settimana Marcos fece le valige: altro che vent'anni di sonni
tranquilli!

La nonviolenza non è passività, come ancora molti politici (di destra e di
sinistra), intellettuali e anche persone religiose pensano; ma lotta umana
fino al sacrificio personale se è necessario, costanza (Nelson Mandela
passò 27 anni in carcere alla fine dei quali divenne presidente del suo
paese liberato dall'apartheid), intelligenza (Cory Aquino) ecc.

Il servizio civile, nato dalla obiezione di coscienza al militare, è
occasione d'oro per formare la gioventù e il popolo a questa Difesa
Popolare Nonviolenta alternativa alla guerra, oltre a recare immediatamente
sollievo, e quindi difesa, a tante persone in difficoltà.

Proposta di legge Realacci

Presentata la prima volta il 5 marzo 2003 dall'on. Realacci, sottoscritta
da vari altri deputati e ripresentata recentemente, sembra sostenuta anche
da Prodi. Essa ha come punti essenziali i seguenti: servizio civile
obbligatorio per tutti i cittadini, sia maschi che femmine, fra i 18 e i 26
anni; dura sei mesi; viene retribuito con 300 euro al mese.

Tale proposta, afferma il proponente nell'introduzione, "nasce da un ampio
dibattito con le Acli, Arci, , Associazione Nazionale Alpini, Focsiv,
Compagnia delle Opere, Legambiente ecc. Nell'elenco, come si vede, non
figura la Caritas Italiana. Questa, interpellata dal sottoscritto, è di
parere contrario. Anzitutto, la durata di sei mesi serve appena ad
introdurre il o la giovane al servizio civile, che invece porta i suoi
frutti maggiori nei restanti mesi dell'anno. Inoltre l'obbligo per tutti/e
questi/e giovani comporta, sia per gli enti privati che pubblici, uno
sforzo strutturale, burocratico, organizzativo e formativo difficilmente
realizzabile.

La proposta Realacci si scontra però con altre due obiezioni. La prima
riguarda il tipo di <difesa civile> che si intende attuare con il servizio
civile. Il proponente nella introduzione inizia citando al primo posto la
<pace> fra i valori che caratterizzano il volontariato organizzato in
Italia. Poi, sia nella introduzione che nel testo di legge, anche dove si
allaccia all'art. 52 della Costituzione che parla del <sacro dovere del
cittadino di difendere la patria>, il contenuto di tale difesa viene
indicato nel puro servizio civile di solidarietà, senza accennare
minimamente alla soluzione nonviolenta dei conflitti in alternativa alla
difesa militare.

L'altra obiezione riguarda la paga, ridotta dai 433 euro attuali ai soli
300 proposti nel disegno di legge. Già ci pensa la <legge finanziaria> a
diminuire di anno in anno le spese sociali e ad aumentare quelle militari.
Non è il caso che Prodi e la sinistra in genere si mettano anche loro su
tale strada.

Obiettori maltrattati

Certamente la irruzione degli obiettori di coscienza nella storia italiana
ha messo in difficoltà l'esercito e tutto il <sistema di guerra> ad esso
connesso: ricerca scientifica, industria, commercio, spese, conflitti
bellici, che sono tutte conseguenze inevitabili del fatto che esistono gli
eserciti, come ha messo bene in evidenza il 'grande stratega' Alberto Sordi
nel suo film "Finchè c'è guerra, c'è speranza".

Man mano si sviluppava il movimento degli obiettori, il Levadife calcava la
mano contro di essi. Iniziò togliendo i soldi per il 'vestiario', con la
scusa che gli obiettori non portavano la divisa. Era però evidente che gli
obiettori non andavano in giro nudi e, quindi, l'onere del vestito esisteva.

Poi , dopo un po' di tempo, vennero tolte anche le 2.000 lire al giorno per
obiettore che lo Stato dava in aggiunta alla paga normale durante i corsi
di formazione. La scusa fu che non c'erano più soldi. Ma a me, che ero
andato al Levadife per annunciare un prossimo 'corso di formazione del
Gavci' della durata di un mese, l'incaricato, vista la mia espressione di
incredulità, sussurrò all'orecchio: "Ma voi, cosa insegnate ai giovani
obiettori in questi corsi?". Risposi: "Insegnamo la ottrina di Von
Klausevitz, secondo cui "La guerra è la continuazione della politica in
altra forma".

In pratica mi confermò che il vero motivo di togliere le 2.000 lire non era
la mancanza di soldi, bensì le cultura di pace e nonviolenza che in tali
corsi veniva illustrata: cosa che i gestori dell'esercito non potevano
tollerare.

Ai tagli di parte dei soldi delle paghe (divenute misere) si aggiunsero i
ritardi nelle pratiche di ammissione al servizio civile, che raggiungevano
un anno e anche due.

La diversità di trattamento degli obiettori, non solo rispetto ai militari,
ma anche rispetto ai giovani del servizio civile era evidente. Mentre le
ragazze del servizio civile ricevevano euro 433 mensili e senza o con pochi
ritardi, la paga dell'ultimo obiettore del GAVCI non arrivava ai 100 euro;
per di più con mezzo anno di ritardo.

La verità è che non mancano i soldi (ci sono sempre per l'esercito: le
spese militari aumentano di Finanziaria in Finanziaria). Manca la cultura
di pace e nonviolenza. Impera ancora la cultura militarista. L'art. 11
della Costituzione "L'Italia ripudia la guerra..." non è ancora entrato
nella testa di gran parte dei politici, mentre i rischi di guerre chimiche,
batteriologiche, nucleari sono in fase di continua crescita, fino a
minacciare la sopravvivenza della stessa umanità. Urge la preparazione
della DIFESA POPOLARE NONVIOLENTA e, per contro, lo smantellamento del
sistema militare a livello planetario. Urge, di pari passo, una riforma
radicale dell'ONU, come previsto, sempre nell'art. 11 della Costituzione,
seconda parte: "L'Italia consente, in condizioni di parità con gli altri
Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che
assicuri la pace e la giustizia fra le nazioni; promuove e favorisce le
organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo". Occorre un sussulto
forte di politica estera in tal senso. (Angelo Cavagna).

Note: 1 - Lupi, Lucà, Annunziata, Arrighi, Giovanni Bianchi, Biondi,
Bolognesi, Burtone, Camo, Carbonella, Castagnetti, Cento, Chiti, Collavini,
Cossa, Cusumano, D'Agrò, Delbono, Di Gioia, Di Virgilio, Diana, Fanfani,
Ferro, Fiori, Fioroni, Fistarol, Franceschini, Giacco, Grignaffini, Labate,
Santino Adamo Loddo, Lucidi, LumiaLusetti, Maccanico, Marcora, Merlo,
Milanese, Mondello, Mosella, Mussi, Osvaldo Napoli, Panattoni, Paniz,
Patria, Pisa, Pisapia, Pistelli, Pistone, Potenza, Quartiani, Reduzzi,
Rocchi, Rodeghiero, Romoli, Rusconi, Rutelli, Sanza, Sardelli, Siniscalchi,
Stradiotto, Tarantino, Trupia, Tucci, Vigni, Villari, Widmann, Zacchera.

2 - Si veda il <libro-testimonianza> "Ho spezzato il mio fucile - Storia di
un obiettore di coscienza" di Alberto Trevisan, EDB 2005, pp. 144, euro
10,50

3 - Per informazioni, per ragazzi e ragazze, vedi: <sito GAVCI> =
<http://www.gavci.it>www.gavci.it ; E-mail
<mailto:gavci at iperbole.bologna.it>gavci at iperbole.bologna.it .