Concerto per la Pace a Roma (dietro le quinte)
- Subject: Concerto per la Pace a Roma (dietro le quinte)
- From: "Loredana Morandi" <loredana.morandi at tiscali.it>
- Date: Wed, 21 Sep 2005 17:16:53 +0200
il Palco, il Pubblico, gli Organizzatori e gli Artisti del
con la partecipazione di Marcella Boccia, Simona Deidda e Sandro Sommella Roma - Aula Magna dell'Accademia Pontificia, Facoltà di Teologia. L'Artista casertana contro la guerra Marcella Boccia ha dato ieri sera una sua splendida esibizione nel corso dell'evento "Per la Pace", organizzato dalla Associazione Mandir, promotrice del premio "Il Mandir per la Pace". Sul palco addobbato da una grande Croce, simbolo del pellegrinaggio Assisi Roma, il gruppo composto da Marcella Boccia voce, Enza D'Ambrosio dei Lost Dream alla chitarra acustica, Alfred K. Parolino dei Blue Maffia alla chitarra elettrica, Simona Deidda degli Alterego alle percussioni, Sandro Sommella dei Planet Funk al basso e con Freddy Sanduku, artista proveniente dal Congo, ha dato uno dei più importanti momenti musicali della serata. Marcella ha iniziato con uno dei suoi pezzi più celebri: "Roof of the
world", storia di una monaca buddista tibetana, imprigionata fin dall'età
tredici anni, in un carcere dell'occupazione cinese dove è stata torturata e
costretta a subire ogni tipo di soppruso. Un racconto cantato oltre la censura
totale della stampa internazionale, che non ha mai pubblicato il fatto noto
all'artista casertana, per averlo appreso in un suo viaggio presso gli antichi
monasteri sull'Himalaya. "Siamo qui per la pace, la pace tra tutte le religioni
e tutte le etnie", ha detto Marcella Boccia al pubblico nella sala. Poi le note
di "Women in black", la canzone che chiede "agli israeliani e ai palestinesi di
fare la pace", per la quale l'artista è stata invitata ad agosto a Gerusalemme.
"Don't worry, Mam, don't worry, no problem in my Country. No problem in my . Don't worry, Man, don't worry, no problem in my Country. No problem in my house…". E' il ritornello di "Pipa della pace", l'ultimo brano suonato da Marcella e dal gruppo di artisti contro la guerra. Poi, raccogliendo la bandiera arcobaleno dalla scritta "Pace" sulla quale l'artista è solita sedere, nell'ultimo saluto al pubblico ed agli americani capeggiati dall'artista James Twyman, Marcella ha chiesto ciò che è leit motiv di ogni anima pacifista del pianeta: "Il ritiro dei militari americani e italiani dall'Iraq". Apriti cielo! Marcella Boccia è stata pesantemente apostrofata con un veto: "Questo non lo puoi dire!", proveniente dalla femminile persona dell'organizzatrice, in merito ai cui modi auspichiamo si sia trattato di un impercettibile moto di stizza per la battuta rubata, dalla nostra pacifista casertana. Altrimenti che pacifismo è? Già, perchè noi Artisti della "Rete contro la guerre" allo slogan per "il ritiro di tutte le truppe in Iraq", uguale fra noi per tutti: atei, cristiani, mussulmani, ebrei e buddisti, siamo soliti aggiungere il più profondo NO ai CPT, i nuovi campi di concentramento, e il NO più sincero contro ogni razzismo. L'Arte non può che dire la verità, perchè espande tutti i colori a se intorno e raccoglie in se tutti i colori, il bianco e il nero, come nel simbolo dello Yin e dello Yang, espressione sublime dell'unità nel molteplice. Pur dispiaciuta dal commento negativo, Marcella Boccia, al termine del concerto, ha dichiarato: "Non mi aspettavo certo che qualcuno del pubblico venisse a farmi i complimenti , invece in molti sono venuti in camerino, soprattutto donne, e questo mi ha reso felice più che in qualsiasi altro momento". "Credo che la coerenza sia la prima dote di un essere umano; durante i miei concerti ho sempre chiesto agli americani che occupano militarmente l'Iraq, di andare via, seguiti anche dai nostri compatrioti. Probabilmente è per questo che mi hanno dato un premio per la pace, o no? Cosa potrei io, artista e opinionista, rispondere alla mia amica Marcella, se non che io stessa non faccio che dire la stessa cosa da due anni e mezzo? La canzone della "Pipa di Pace" nel repertorio di Marcella Boccia chiude ogni esibizione, il perchè è semplicissimo e basta ascoltare le parole: "Per favore, via gli americani dall'Iraq". Spiego meglio. I Poets Against All Wars, gruppo poetico attivista americano, lo chiedono ai loro governanti e, come loro, i Poetas Antimperialistas dell'America Latina. Il primigenio movimento Artists Against Wars nasce proprio nei paesi anglofoni e come tutte le altre organizzazioni internazionali di Artisti impegnati, anche Noi artisti e artiste italiani siamo "contro la guerra". Nel mondo sono circa 110 i milioni di persone, dislocate ovunque in lungo e in largo per l'intero globo terracqueo, che chiedono la fine dell'occupazione irachena e se, noi italiani abbiamo impiegato quasi due anni ad acquisire il concetto di "diritto di resistenza", i pacifisti americani per primi hanno ritenuto giusto, che gli iracheni si ribellassero alle forze di occupazione, con profonda consapevolezza del solo diritto alla sovranità territoriale. Anche nell'Arte il cammino della Pace significa "scegliere"; scegliere consapevolmente di essere contrari ad ogni forma di violenza contro i popoli e contro gli inermi. Simona Deidda, l'amica percussionista di Cagliari che era con noi sui Ponti di Pace il 2 giugno a Roma ci ha raggiunte, con lei anche Sandro Sommella. Nell'aria di questi ottimi ragazzi e fantastici artisti c'è un nuovo disco ma, prima di parlare dei nuovi progetti... "Io sono, assolutamente, "contro la guerra"", mi dice l'amica artista Marcella Boccia, ed io non posso che unirmi all'istanza di questi giovani artisti, che è anche la mia. Rete Artisti contro le guerre
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