Marcia da Agliana a Quarrata, le foto e il documento
- Subject: Marcia da Agliana a Quarrata, le foto e il documento
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.it>
- Date: Mon, 12 Sep 2005 11:45:00 +0200
Il 10 settembre si è svolta la marcia per la pace da Agliana a Quarrata.
Le foto sono su
http://www.flickr.com/photos/lorello/
Questo il documento della marcia.
TEMPO SCADUTO
CHIAMATA A UNA SVOLTA PER LE PERSONE E LE
COMUNITA’ CRITICHE IN MOVIMENTO
C’è un tesoro in Italia che abbiamo costruito noi, noi che siamo le
comunità critiche e le persone che da tempo hanno deciso che il mondo può
e deve essere migliore. Lo abbiamo messo assieme in anni di lavoro, e
alcuni suoi frutti sono visibili a diecimila chilometri da qui, come a
poca distanza dalle nostre case. Questo c’è. Ma l’evidenza dell’impatto
globale di tanto lavoro non è quella che speravamo. Infatti le cose non
sono meglio, non al Sud, non al Nord, non per la Pace, non per la
Legalità e per la Demorazia, né per i Lavoratori, né per gli Immigrati,
né per gli Esclusi, né per l’Ambiente, non per l’Informazione, non per la
Salute, non per il nostro Futuro.
Piccoli grandi miracoli li abbiamo fatti, ma nella sostanza il risultato
è questo, facciamocene carico per la parte che ci compete. Questo
significa solo che il nostro tesoro va certamente valorizzato, ma pensato
però come primo mattone cui far seguire ben di più.
E allora la chiamata va a noi tutti, per fermare la nostra macchina,
aggregarci, e:
- Ripartire con una differenza:
nuovi metodi, da inventare assieme
- Marciare con una differenza:
coesione, oltre gli individualismi
che ci annullano
- Esserci con una differenza:
risultati tangibili.
Non abbiamo alternative, il tempo è scaduto.
SE SIAMO D’ACCORDO SU…
- 1. Il primato
degli interessi di tutti gli esseri viventi sulle priorità economiche di
crescita ed espansione.
- 2. Il ripudio della
guerra, come sancito dall’articolo 11 della Costituzione italiana, ma
anche la necessaria condivisione e presa in carico dei costi di un mondo
non belligerante.
- 3. Il riequilibrio
della sperequazione Nord-Sud non solo come dovere morale, ma anche come
interesse dei Paesi ricchi, e la condivisione e presa in carico dei costi
di tale riequilibrio.
- 4. La difesa della
Costituzione italiana nella sua interezza come ci fu consegnata dai padri
costituenti, perché oggi è evidente il rischio di un suo svuotamento e di
una sua applicazione su basi selettive. A rischio è la nostra stessa
democrazia.
- 5. La
consapevolezza che la resa della sovranità nazionale a Istituzioni
sovranazionali è una trendenza portatrice di una duplice realtà. Da una
parte progresso, dall’altra possibili grandi pericoli per gli interessi
fondamentali del cittadino. Oltre ai casi dell’Organizzazione Mondiale
del Commercio e del Fondo Monetario Internazionale, si sottolinea il più
sottaciuto caso dell’Unione Europea.
- 6. La difesa della
legalità nazionale e internazionale contro tutte le mafie. Nel nostro
Paese il sistema Mafia non è un fatto di carattere regionale, bensì di
costume diffuso e ormai fuori controllo.
- 7. La
consapevolezza che lungo tutta la storia umana la prosperità delle
culture e delle economie è sempre dipesa dalla libera circolazione degli
individui, indipendentemente dalla loro religione, nazionalità o stato
sociale, e non solo dalla libera circolazione delle merci.
- 8. Il diritto a una
informazione pubblica libera e non vincolata al rendimento di
capitali.
- 9. La ferma
convinzione che la pubblica Istruzione, la pubblica Sanità, e lo Stato
sociale vanno mantenuti ad un elevato livello, e che i beni comuni, come
l’acqua, sono imprescindibili Il diritto al lavoro stabile (Art. 1
& 4 Costituzione italiana) viene ribadito come inalienabile, mentre
la flessibilità va concepita solo come scelta opzionale del cittadino, e
mai come sua unica alternativa - La convinzione che le economie private
possono fiorire solo all’interno di un saldo sistema economico
pubblico.
- 10. La consapevolezza che ciascuno di noi, in quanto cittadini delle
società ricche, ha avuto e continua ad avere una parte di responsabilità
nello squilibrio del mondo, e che perciò l’atto del cambiamento spetti a
noi per primi, oltre che ai potenti.
- 11. Siamo un soggetto
politico, facciamo cioè politica nel rapporto diretto con i cittadini del
mondo. Nei confronti dei partiti politici dell’arco istituzionale, il
nostro ruolo è quello di sorveglianti e ideatori di proposte, ma non ci
sarà commistione con essi, bensì collaborazione sempre con una chiara
separazione di ruoli.
…CI CHIAMIAMO A RACCOLTA
Vi chiediamo di incontrarci per
trovare una coesione a partire
da questi spunti, e per
rivedere i metodi con cui cercheremo
il consenso per un cambiamento reale. Vitale è comprendere che è sui quei
metodi che ci qualificheremo come rilevanti o, al contrario, irrilevanti
ai fini di un cambiamento. La loro efficacia determinerà il consenso
delle opinioni pubbliche pro o contro le aspirazioni per un mondo più
equo, in altre parole: tutto.
Sui metodi alcuni suggerimenti essenziali:
1)
La conoscenza dei
“Chi”, “Come”, “Cosa” degli
Altri, e cioè chi erano, come hanno
fatto e cosa sono diventati coloro che in pochi anni hanno quasi
totalmente smantellato il mondo figlio di 100 anni di lotte dal basso. Vi
sono, qui, lezioni essenziali.
2)
La comprensione dei
milioni di elettori-consumatori che danno vari gradi di consenso agli
Altri, capire cosa li muove, o cosa gli impedisce di attivarsi per
tutelare sé stessi nonostante il disagio crescente.
3)
La necessità di
trovare una grande responsabilità e coesione fra noi, perché
l’individualismo e l’incostanza sono sinonimo di sicuro fallimento per
chi si è preso il compito di stimolare un contro-pensiero in milioni di
elettori-consumatori già tremendamente ‘fidelizzati’ a un’esistenza
commerciale.
4)
Il coraggio di
adottare anche metodi che si discostano da quelli che abbiamo sempre
praticato. Il lavoro va fatto dal basso verso il basso e dal basso verso
l’alto: tra noi e la gente, e da noi ai politici, alle classi
dirigenziali. Questo vale anche per i potenziali finanziatori/sostenitori
delle nostre campagne.
5)
L’assoluta necessità
di saper parlare a tutti e di sapersi far ascoltare da tutti, da sinistra
a destra, a favore di chi è apatico, sfiduciato, arrabbiato, impaurito,
qualunquista ecc. Il loro consenso può cambiare il mondo.
La svolta è a portata di mano. Cogliamola.