Osservatorio Iraq Newsletter 11/05 1-14 agosto 2005








Osservatorio Iraq

Newsletter 11/05  1-14 agosto 2005



Il mese di agosto è un mese intenso per la politica irachena, soprattutto per la Commissione che dovrà presentare, entro il 15, la bozza di Costituzione che dovrà essere poi approvata dal Parlamento e sottoposta a referendum.

Le incertezze sono ancora molte, e i colloqui per appianare le divergenze non sono ancora terminati, nonostante manchino ormai pochissimi giorni.

Intanto, la raccolta del milione di firme per la richiesta di ritiro, lanciata da Moqtada al Sadr e appoggiata anche da esponenti sunniti, è giunta alla sua conclusione, come annunciato dallo stesso religioso sciita il 29 luglio.

In attesa di conoscere quale sarà il futuro dell’Iraq, vi proponiamo, per questa newsletter estiva, una serie di articoli interessanti sia come analisi sia come testimonianza della vita irachena.

Buona lettura, e appuntamento al primo settembre……



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“Altre nuove democrazie recenti hanno passato anni in attività di educazione e raccolta di opinioni prima di scrivere le loro costituzioni, ma qui il periodo per gli input e il dibattito pubblico è stato compresso in solo poche settimane perché gli iracheni sono sotto la pressione di rispettare una scadenza [fissata] al 15 agosto. Questo significa – dicono alcuni analisti - che gli iracheni comuni non avranno molta voce nel determinare il loro governo. …”





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Thikra Faisal, 24 anni, è studentessa in amministrazione bancaria all’Università di Bassora. E’ una delle fondatrici del Comitato di organizzazione studentesco (Student Work Comitee) della città petrolifera del sud dell’Iraq.

E’ stata intervista a Yokohama da Nicola Dessaux ( di Solidarité Iraq, Francia) , durante la Conferenza Nazionale per la pace e la democrazia (Zenko) , iniziativa del Comitato giapponese di sostegno alla resistenza civile in Iraq.



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L’Iraq è forse il paese più colpito del mondo dal punto di vista psicologico, e certamente uno dei più stressati. Lo stress post-traumatico è molto diffuso, soprattutto fra le donne e i bambini, e fra gli esperti c’è preoccupazione per gli effetti a lungo termine.


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Dalla caduta del regime di Saddam Hussein, la pace e la tranquillità relative di Bassora sono state funestate da un gran numero di omicidi, che colpiscono in prevalenza i sunniti, in una campagna non ufficiale – e cruenta – di de-ba’athificazione. Della quale finora poco si è parlato.



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Il patrimonio archeologico iracheno, saccheggiato e poi dimenticato.

È difficile dire quanto del patrimonio culturale iracheno, una delle più inestimabili eredità dell'umanità, sia andato perso dall'inizio della guerra . Un articolo di Chalmers Johnson.



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Howard Zinn, storico, professore emerito all’Università di Boston (Stati Uniti) e autore, tra gli altri, di “Storia popolare degli Stati Uniti dal 1492 ai nostri giorni” e di “Noi, il popolo degli Stati Uniti”, è da molti conosciuto per il suo impegno pacifista.

Impegno che ribadisce anche in questa analisi della guerra in Iraq, che è anche un appello ad agire, perché “ la storia dei cambiamenti sociali è fatta di milioni di azioni, piccole o grandi, che si sommano ad un certo punto della storia.

Fino a costituire una potenza che nessun governo può reprimere.”



<http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1272>http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1272

Il rapporto sulle violazioni dei diritti umani da parte dei gruppi armati, presentato da Amnesty International il 26 luglio. Il rapporto è attualmente disponibile solo in inglese e francese.



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