su Averroe'



ciao,
la cineteca di bologna ha offerto ai suoi concittadini in piazza maggiore un
film che dovrebbe poter girare per l'italia ed essere piu' conosciuto di
quanto non lo sia.
(questo e' successo anche grazie a Carla Biavati che ne aveva fatto
richiesta alcune settimane orsono, in relazione al progetto di training
nonviolento ai confini con l'Irak.

ho fatto una ricerca e vi offro qui alcuni limitati estratti del pensiero di
Averroe'.

saluti di pace
maurizio
www.mcfoto.net
www.reteccp.org
www.berrettibianchi.org



A Cordoba, nell'Andalusia araba del 1195, il califfo Al-Mansour cerca di
mediare la furia degli integralisti che hanno tra i loro bersagli il
filosofo e scienziato arabo Muhammad ibn Rushd (1126-1198), noto in
Occidente come Averroè, celebre commentatore di Aristotele e massimo
esponente di quella cultura arabo-ispanica che fiorì in Andalusia tra il VII
e il XII secolo in pacifica coesistenza con la cultura cristiana ed ebraica.
E lui il perno di un film (Il Destino di Youssef Chaine, Francia-Egitto
1997. Palma d'oro a Cannes) che, nel raccontare fatti e personaggi di 800
anni fa, adombra problemi, fanatismi e sanguinosi conflitti nel mondo arabo
di oggi.

L¹originaria ideologia monoteistica del "Libro santo", che si mitizzava come
"disceso dal cielo" con la "rivelazione", come per gli altri "superiori"
privilegiati popoli monoteisti, il piccolo ebraico e il grande cristiano,
predomina sempre. Perciò la "filosofia" non è la ricerca del "senso vero" di
questi libri sacralizzati di "rivelazione", prodotti in terra da uomini di
servizio religioso, per il governo politico, mediante inganno, delle
rispettive comunità.

"Non si tratta, insomma, di razionalizzare la religione, ma piuttosto di
santificare la filosofia". Infatti Averroè vi ha difeso non solo la
"religiosità" implicita della filosofia, ma la sua legittimità nel senso
dell¹osservanza della legge coranica.

Il problema é non commettere l'errore dei teologi che, divulgando i punti
oscuri e segreti dell'interpretazione del testo sacro anche a quanti non
sono in grado di comprenderli, fanno nascere le eresie.

Con Averroè la penetrazione della filosofia greca nel mondo islamico
raggiunge il suo culmine, ma in esso questa posizione rimarrà marginale e
non avrà mai realmente seguito. (sic)