Numero "O"



 Dove va Sharon?
Il piano di ritiro da Gaza
Newsletter n° 0 a cura del Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente con
il contributo del Ministero degli Affari Esteri

Direttore: Janiki Cingoli
Capo Redattore: Maurizio Debanne
  * Editoriale
<#1>Il bivio di Sharon,
di Janiki Cingoli

* Articoli


· <#3>La posta in gioco a Gaza,
di Vittorio Dan Segre

· <#5>Il piano Sharon: un passo storico che rompe il tabù sulle colonie,
di Antonio Ferrari

· <#2>Le incognite dopo il ritiro,
di Ugo Tramballi

· <#4>Gaza: speranze e trappole per il processo di pace,
di Eric Salerno

* CIPMO-News
· <http://www.cipmo.org/conv_23062005.php>Islam europeo. Islam in Europa
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CIPMO NEWSLETTER

Nasce con questo "numero zero" un organo di informazione del Centro
Italiano per la Pace in Medio Oriente (CIPMO) sotto forma di newsletter.
Questa iniziativa editoriale, realizzata con il sostegno del Ministero
degli Affari Esteri Italiano, mira a fornire ai policy makers
(Parlamentari, Dirigenti MAE, membri governo), ai Centri di ricerca, agli
esperti in generale, ai giornalisti, agli studenti e in generale a tutti
coloro che ne facciano specifica richiesta, una maggiore comprensione delle
dinamiche mediorientali.

La Newsletter nasce non a caso in un momento in cui la situazione in Medio
Oriente non è statica, ma dinamica. Si è in presenza di una situazione
fluida, instabile, aperta al futuro, ma in cui il passato fa sentire tutto
il suo peso.
La posizione equilibrata e propositiva del CIPMO sul problema mediorientale
ha fatto sì che esso, in tutti questi anni, abbia potuto offrire contributi
di rilevante spessore sugli sviluppi della situazione e sulle sue possibili
evoluzioni. Di particolare rilievo sono state le conferenze internazionali,
i seminari riservati, le ricerche tematiche realizzate, come quella su “Il
costo della non pace” e sui rapporti tra Stato, religione e politica, sia
in Israele che in Palestina, e il sito web del Centro (www.cipmo.org) che è
oramai divenuto un apprezzato strumento di documentazione e informazione.

A queste iniziative si è voluto affiancare questa newsletter, realizzata
solo a livello informatico,  che avrà cadenza bimestrale (5 numeri
all’anno, eccetto il periodo estivo). Essa conterrà un editoriale di
analisi sugli sviluppi della situazione e contributi specialistici con
focus su problematiche di particolare rilievo preparati dai membri del
nostro Comitato scientifico. La newsletter potrà anche contenere articoli
particolarmente significativi apparsi sulla stampa internazionale o
ricerche tematiche pervenute e ritenute meritevoli di pubblicazione.

Il numero che vi inviamo con questa e-mail è sperimentale, si tratta di un
“numero zero” aperto a suggerimenti, proposte, consigli su possibili
modifiche e miglioramenti.

La Redazione



Editoriale

<http://www.cipmo.org/leggi.php?tid=357>Il bivio di Sharon
di Janiki Cingoli (direttore CIPMO)

Il massacro di Londra ha dimostrato ancora una volta, che il terrorismo non
può essere sconfitto con mezzi puramente militari, anche se questi sono
ovviamente necessari per la indispensabile opera di prevenzione e di
repressione. Ma questa lotta richiede anche una iniziativa politica forte,
per dividere il fronte dei potenziali sostenitori, per restringere l’acqua
entro cui nuotano i pesci del terrore, come stanno facendo anche in queste
settimane gli USA in Irak, sviluppando i contatti con gli esponenti della
comunità sannita per ricondurla all’interno del processo rifondativo del
nuovo Stato in atto in quel paese.

<>
Contibuti degli esperti

Dal Comitato Scientifico CIPMO

<http://www.cipmo.org/leggi.php?tid=313>La posta in gioco a Gaza
di Vittorio Dan Segre (giornalista de Il Giornale e Presidente
dell’Istituto Studi sul Mediterraneo presso l’Università della Svizzera
Italiana di Lugano)

Coll'avvicinarsi della data dello sgombero dei coloni israeliani dalla
striscia di Gaza si moltiplicano le domande sulle sue conseguenze e sul
ruolo del personaggio - il premier Ariel Sharon - che ha preso questa
decisione, contro ogni sorta di opposizioni all'interno del suo partito,
del paese e contro le idee da lui difese nel corso di una intera esistenza.
Questo contrasto - politico, ideologico, umano - aumenta la teatralità
mediatica di una situazione di per se drammatica e simbolica.

<>

<http://www.cipmo.org/leggi.php?tid=315>Il piano Sharon: un passo storico
che rompe il tabù sulle colonie
di Antonio Ferrari (inviato speciale de Il Corriere della Sera)

Ad ogni incontro, a partire dalla sua rielezione a premier, Ariel Sharon
ripeteva una generica promessa: "Quando verrà il momento, sarò pronto a
fare dolorose concessioni". Inutile chiedergli di essere più preciso: "Non
voglio rivelare quali concessioni", era la sua risposta. Annegata nella
convinzione che con l'allora presidente dell'Autorità nazionale palestinese
Yasser Arafat fosse assolutamente inutile qualsiasi forma di dialogo.
Eppure, quella promessa di Sharon non era uno slogan senza sostanza,
diffuso per seguire la terapia d'immagine che l'anziano generale, con un
passato turbolento, aveva deciso di rispettare. Uno dei suoi consiglieri,
esperto di pubbliche relazioni, gli aveva infatti suggerito di convergere
verso il centro: "Arik-gli aveva detto, prima delle elezioni-in una scala
da 1 a 5, considerando 1 l'estrema sinistra e 5 l'estrema destra, sei
arrivato a 4,7. Se vuoi farcela, devi entrare nella griglia 2,6 - 3,2".

<>

<http://www.cipmo.org/leggi.php?tid=332>Le incognite del dopo ritiro
di Ugo Tramballi (inviato speciale de Il Sole 24 Ore)

Il vero problema non sarà durante ma dopo. Non il 17 agosto o il giorno che
Ariel Sharon riterrà il più opportuno per iniziare il disimpegno; non
quando il Paese vivrà un momento decisivo della sua storia, rinunciando a
un'ambizione territoriale, rischiando uno scontro civile, esponendosi al
pericolo di un'offensiva degli estremisti palestinesi. Per quanto nessuno,
oggi, sia disposto a scommettere su ciò che avverrà in quei giorni, la
società israeliana sta lentamente assimilando come un male necessario il
ritiro da Gaza e l'abbandono di alcuni insediamenti nella Cisgiordania del
Nord...<>


<http://www.cipmo.org/leggi.php?tid=314>Gaza: speranze e trappole per il
processo di pace
di Eric Salerno (corrispondente da Gerusalemme de Il Messaggero e per la
Radio Svizzera Italiana)

Dobbiamo ritirarci da Gaza per costruire Israele. La frase è stata
pronunciata appena pochi giorni fa da Ariel Sharon e rispecchia pienamente
la nuova strategia del leader israeliano. L’Israele a cui si riferisce non
è quella, però, che i palestinesi, nemmeno i più moderati, sono in grado di
accettare. Il timore loro è che una volta terminato il cosiddetto
“disimpegno” israeliano dalla striscia di Gaza e da quattro insediamenti
nel Nord della Cisgiordania occupata, la situazione sul terreno sarà ancora
più complicata, soprattutto a Gerusalemme e dintorni, l’area più delicata
di tutta la vicenda e la chiave vera della risoluzione del conflitto.<>

Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente


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