MOSAICO DI PACE // GIUGNO 2005
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- Date: Mon, 13 Jun 2005 12:20:52 +0200
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MOSAICO DI PACE // GIUGNO 2005 Riforma
Costituzionale SE BERLUSCONI
DIVENTA PADRONE DEL PARLAMENTO «Che cosa si può dire
ancora sulla riforma costituzionale approvata dalle due Camere, dopo questo, davvero
estremo, esempio di arroganza e di eversione da parte della maggioranza?» È la domanda che si pone
Umberto Allegretti, uno dei maggiori giuristi e costituzionalisti italiani in
un articolo dal titolo “Insana Costituzione”. Allegretti analizza i punti che
“stravolgono” la Carta costituzionale e arriva a dire che tale manovra
“compromette in radice la divisione e l’equilibrio dei poteri che costituiscono
l’essenza dei sistemi democratici”. “Si può innanzi tutto tornare
a segnalare le quattro grandi questioni sulle quali la riforma opera
un’alterazione radicale della Costituzione e di ogni possibile equilibrio
democratico” – spiega Allegretti nella sua analisi. “Il punto di massima
gravità è dato dalla concentrazione di potere nella maggioranza, anzi nel
governo, anzi nel suo capo (il primo ministro), che praticamente sopprime la
forma di governo parlamentare, sale di tutte le democrazie europee. Questi sono
gli aspetti più preoccupanti della riforma in questione: l’elezione
sostanzialmente diretta del primo ministro da parte del popolo, la sua nomina
senza alternative da parte del presidente della Repubblica, la presentazione
alla Camera dei deputati per esporre il programma senza bisogno del voto di
fiducia, la disponibilità esclusiva che egli ha della nomina e della revoca dei
ministri. Più ancora, la sua quasi totale insostituibilità ad opera della
Camera, che può, sì, a certe condizioni votargli la sfiducia, ma con l’effetto,
normalmente, di provocare il proprio stesso scioglimento. Altrettanto
allarmanti sono la possibilità per il primo ministro di porre la questione di
fiducia sulle leggi che egli ritiene (per lui) essenziali sotto il ricatto, se
non approvata, dello scioglimento della Camera e la possibilità di convocare
quando vuole una nuova elezione della Camera senza il concorso di volontà del
presidente della Repubblica. Tutto ciò fa sì che il primo ministro sia padrone
della vita e dell’attività della Camera, del governo come organo collegiale e
della stessa maggioranza”. Intervista al Premio Nobel Joseph E Stiglitz
FINANZA A
REGIME Di voci critiche nei
confronti della globalizzazione se ne sono levate molte negli ultimi anni. Mai
nessuna, però, era venuta da un autorevole esponente delle stesse istituzioni
internazionali. Esistono strategie alternative a quelle del Fondo Monetario
Internazionale? La risposta è senz’altro affermativa. “Sono strategie, per
esempio, che prevedono la riforma fondiaria, ma non la liberalizzazione dei
mercati finanziari; che prevedono l’attuazione di politiche della salvaguardia
della concorrenza, prima di procedere alla privatizzazione; che garantiscono
che la liberalizzazione del commercio vada di pari passo con la creazione di
nuovi posti di lavoro”. In un’intervista al Premio
Nobel Joseph E. Stiglitz emerge chiaramente l’amara considerazione sul
fallimento delle istituzioni internazionali come il Fondo Monetario.
Estremamente severo il giudizio formulato nei loro confronti dal noto
economista. editoriale TEMPO SCADUTO
Per la società civile –
quella organizzata, soggetto politico – il tempo è scaduto: “il tempo delle
promesse non esaudite, delle attese deluse, dell’impegno non riconosciuto. Non
c’è più tempo per l’indugio perché, nel frattempo, continuano a disfare, giorno
dopo giorno, le maglie dei nostri sogni, a ridurre i nostri diritti in costi da
tagliare, a limare i nostri spazi di partecipazione e di democrazia, a
rinchiudere i nostri fratelli e sorelle immigrati in recinti spinati, a
trasformare i nostri giovani (e meno giovani) lavoratori in merce da gettar via
alla prima occasione, a cancellare il nostro ripudio della guerra”. Con
l’approssimarsi delle elezioni politiche, “mentre nelle stanze dei partiti si
discute di alleanze (prima che di programmi) e di strategie (prima che di
priorità), non vogliamo mancare di prepararci con scrupolo”. Nell’editoriale di
Mosaico di pace, la redazione avanza “a testa alta e con voce ferma le proprie
richieste a tutte le forze politiche e a tutti gli schieramenti. Di destra e di
sinistra”: lavoro, stato sociale e soprattutto rinunzia all’uso della forza
nella politica estera. E richiama il documento
programmatico “Tempo Scaduto” (http://italy.peacelink.org/mosaico/articles/art_11559.html),
di cui Alex Zanotelli, Luigi Ciotti, Gianni Rinaldini e Gino Strada sono i
principali promotori e ideatori per esprimere sostegno all’iniziativa e per
porsi come luogo privilegiato per il dibattito su questi temi. L’indice del numero
all’indirizzo: http://italy.peacelink.org/mosaico/articles/art_1084.html
13/06/05 12,10 ______________________________________ Mosaico di pace Rivista
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