MOSAICO DI PACE // GIUGNO 2005



MOSAICO DI PACE // GIUGNO 2005

 

Riforma Costituzionale

SE BERLUSCONI DIVENTA PADRONE DEL PARLAMENTO

«Che cosa si può dire ancora sulla riforma costituzionale approvata dalle due Camere, dopo questo, davvero estremo, esempio di arroganza e di eversione da parte della maggioranza?»

È la domanda che si pone Umberto Allegretti, uno dei maggiori giuristi e costituzionalisti italiani in un articolo dal titolo “Insana Costituzione”. Allegretti analizza i punti che “stravolgono” la Carta costituzionale e arriva a dire che tale manovra “compromette in radice la divisione e l’equilibrio dei poteri che costituiscono l’essenza dei sistemi democratici”.

“Si può innanzi tutto tornare a segnalare le quattro grandi questioni sulle quali la riforma opera un’alterazione radicale della Costituzione e di ogni possibile equilibrio democratico” – spiega Allegretti nella sua analisi. “Il punto di massima gravità è dato dalla concentrazione di potere nella maggioranza, anzi nel governo, anzi nel suo capo (il primo ministro), che praticamente sopprime la forma di governo parlamentare, sale di tutte le democrazie europee. Questi sono gli aspetti più preoccupanti della riforma in questione: l’elezione sostanzialmente diretta del primo ministro da parte del popolo, la sua nomina senza alternative da parte del presidente della Repubblica, la presentazione alla Camera dei deputati per esporre il programma senza bisogno del voto di fiducia, la disponibilità esclusiva che egli ha della nomina e della revoca dei ministri. Più ancora, la sua quasi totale insostituibilità ad opera della Camera, che può, sì, a certe condizioni votargli la sfiducia, ma con l’effetto, normalmente, di provocare il proprio stesso scioglimento. Altrettanto allarmanti sono la possibilità per il primo ministro di porre la questione di fiducia sulle leggi che egli ritiene (per lui) essenziali sotto il ricatto, se non approvata, dello scioglimento della Camera e la possibilità di convocare quando vuole una nuova elezione della Camera senza il concorso di volontà del presidente della Repubblica. Tutto ciò fa sì che il primo ministro sia padrone della vita e dell’attività della Camera, del governo come organo collegiale e della stessa maggioranza”.

 

 

Intervista al Premio Nobel Joseph E Stiglitz

FINANZA A REGIME

Di voci critiche nei confronti della globalizzazione se ne sono levate molte negli ultimi anni. Mai nessuna, però, era venuta da un autorevole esponente delle stesse istituzioni internazionali. Esistono strategie alternative a quelle del Fondo Monetario Internazionale? La risposta è senz’altro affermativa. “Sono strategie, per esempio, che prevedono la riforma fondiaria, ma non la liberalizzazione dei mercati finanziari; che prevedono l’attuazione di politiche della salvaguardia della concorrenza, prima di procedere alla privatizzazione; che garantiscono che la liberalizzazione del commercio vada di pari passo con la creazione di nuovi posti di lavoro”.

In un’intervista al Premio Nobel Joseph E. Stiglitz emerge chiaramente l’amara considerazione sul fallimento delle istituzioni internazionali come il Fondo Monetario. Estremamente severo il giudizio formulato nei loro confronti dal noto economista.

 

 

editoriale

TEMPO SCADUTO

Per la società civile – quella organizzata, soggetto politico – il tempo è scaduto: “il tempo delle promesse non esaudite, delle attese deluse, dell’impegno non riconosciuto. Non c’è più tempo per l’indugio perché, nel frattempo, continuano a disfare, giorno dopo giorno, le maglie dei nostri sogni, a ridurre i nostri diritti in costi da tagliare, a limare i nostri spazi di partecipazione e di democrazia, a rinchiudere i nostri fratelli e sorelle immigrati in recinti spinati, a trasformare i nostri giovani (e meno giovani) lavoratori in merce da gettar via alla prima occasione, a cancellare il nostro ripudio della guerra”. Con l’approssimarsi delle elezioni politiche, “mentre nelle stanze dei partiti si discute di alleanze (prima che di programmi) e di strategie (prima che di priorità), non vogliamo mancare di prepararci con scrupolo”. Nell’editoriale di Mosaico di pace, la redazione avanza “a testa alta e con voce ferma le proprie richieste a tutte le forze politiche e a tutti gli schieramenti. Di destra e di sinistra”: lavoro, stato sociale e soprattutto rinunzia all’uso della forza nella politica estera.

E richiama il documento programmatico “Tempo Scaduto” (http://italy.peacelink.org/mosaico/articles/art_11559.html), di cui Alex Zanotelli, Luigi Ciotti, Gianni Rinaldini e Gino Strada sono i principali promotori e ideatori per esprimere sostegno all’iniziativa e per porsi come luogo privilegiato per il dibattito su questi temi.

 

L’indice del numero all’indirizzo: http://italy.peacelink.org/mosaico/articles/art_1084.html

 

13/06/05

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