Un disperato bisogno d'AMORE.



Un disperato bisogno d'AMORE. 

  "C'è stato in Italia un uomo politico-impolitico che
ha avuto il coraggio di guardare alla presenza umana
sulla terra e alla convivenza tra persone e genti
diverse con una intelligenza profonda e una generosità
di sentimenti che i tempi stretti e la selezione al
ribasso della politica di norma escludono".

Utilizzo questa bella descrizione che ha scritto Edi
Rabini di Alexander Langer nel libro "Il viaggiatore
leggero" per riflettere con voi di angoscia e
speranza, di politica e amore, di silenzio e grido.

E vorrei cominciare a farlo partendo dalle domande che
furono trovate nel computer di Alex, dopo la sua
tragica scomparsa, ma scritte alcuni anni prima nel
pieno della sua attività di parlamentare europeo...

"Cosa ci può realmente motivare?
Cambiare il mondo o salvaguardarlo?
Solidarietà come autocompiacimento?
Abbandonare la radicalità?
Etica della rivoluzione?
Conseguenze della rivoluzione non violenta all'est?
Navigare a vista?
Esiste da qualche parte una linea di demarcazione tra
amici e nemici?
A chi ci si può affidare?
Esiste un'ascesi che uno aiuta e uno forgia?
Negare se stessi - credibile o pericoloso (disumano,
burocratico, ipocrita)?
Cosa ti dice il sud del mondo?
Solo cattiva coscienza?
Perchè cercare la salvezza altrove (perchè poi dover
andar lontano...)?
Vivresti effettivamente come sostieni si dovrebbe
vivere?
Passeresti il tuo tempo con coloro ai quali rivolgi la
tua solidarietà?
Professionalità. Potresti vivere anche senza politica?
Ti sei davvero domandato cosa ti procura e ti ha
procurato?
Altruismo/egoismo? Quali costanti?
Quali sintesi (p.es. giustizia, pace, salvaguardia del
creato)?
Cosa faresti diversamente?
Potenzialità della disobbedienza civile...
Tu che ormai fai il "militante" da oltre 25 anni e che
hai attraversato le esperienze del pacifismo, della
sinistra cristiana, del '68 (già "da grande"),
dell'estremismo degli anni '70, del sindacato, della
solidarità con il Cile e con l'America Latina, col
Portogallo, con la Palestina, della nuova sinistra,
del localismo, del terzomondismo e dell'ecologia da
dove prendi le energie per "fare" ancora?

    Queste sono una serie di domande, trovate nel suo
computer e datate 4 marzo 1990.

Ecco questa sera, nella solitudine triste di una
ragione solitaria e sterile che si specchia senza
entusiasmo in una politica giovanile vecchia, fredda e
priva persino della percezione stessa della speranza,
mi ponevo domande simili.

In questi giorni mi capita spesso di ascoltare una
canzone degli Stadio di qualche anno fa.

Ebbe un certo successo anche se non era certo una
delle loro canzoni più profonde.

Ma il titolo davvero mi fa pensare ad Alex Langer e ad
alcuni altri incontri della mia vita (non
necessariamente politica): "UN DISPERATO BISOGNO
D'AMORE".

Ecco, un "disperato bisogno d'amore".

Forse in questo sta il senso della polis e della
politica.

Un amore non solo antropocentrico, ma "planerario",
per citare PADRE ERNESTO BALDUCCI.

Un disperato bisogno d'amore.

Dobrebbe esserci familiare questo grido spesso
inascoltato.

Persino quando proviene da noi stessi ed è indirizzato
da noi a noi stessi.

Un disperato bisogno d'amore.

Ecco cosa sarebbe la Politica.

E non un disperato (in un'altra accezione) bisogno di
POTERE.

E' il drammatico conflitto tra ESSERE ed ESISTERE.

Tra angoscia e speranza.

Intendiamoci l'angoscia è necessaria.

E' il primo segno di un'umanità intima che supera il
confine miserevole del proprio egoismo.

Potremmo dire che persino la solitudine sia
taumaturgica, necessaria.

E' lì che matura il grido della speranza.

Ma il grido non basta.

Potrebbe essere una comoda scappatoia per liberarsi
fariseicamente la coscienza.

La politica è anche altro.

E' anche OLTRE.

Un disperato e infinito BISOGNO D'AMORE.

E l'AMORE si condivide, a differenza del POTERE, non
si difende... anche se qualche altra canzone, peraltro
bellissima, ci suggerirebbe il contrario...

http://alexanderlanger.org

Francesco Lauria 







		
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