Perché non sono favorevole a questa Costituzione Europea



Cari amici,
in risposta all'articolo di Bronzini su Liberazione del 20.5 ho inviato
questa lettera al giornale.
Essa E' intanto pubblicata sul sito www.attac.it
Cari saluti.
Paolo Prieri
Attac Italia

Perché non sono favorevole a questa Costituzione Europea

Caro Direttore,

Giuseppe Bronzini venerdì 20 maggio ha avuto ampio spazio sul tuo giornale
(pag. 11 "Perché sono favorevole a la Costutzione europea") per esporre la
sua autorevole opinione. Autorevole anche perché egli E' uno specialista di
diritto e si muove con agilità all' interno di questi labirinti.

Io credo tuttavia che il dibattito sulla ratifica al TCE, occasione persa
in Italia a causa della congiura del silenzio imposta alle italiane e agli
italiani, avrebbe potuto essere un dibattito prevalentemente politico.

Gli argomenti a favore del NO - a sinistra - sono quelli che servono a
costruire un'altra Europa, quella sociale e dei diritti. Una costruzione
difficile e lunga. Ma certamente necessaria, anzi indispensabile, la base
di un nuovo internazionalismo.

Vorrei dare risposte ad alcuni passaggi della sua lunga dissertazione,
iniziando proprio dalla questione più importante: il diritto costituzionale
come diritto delle possibilità.

Innanzitutto dovremmo metterci d'accordo su di un punto: siamo veramente di
fronte ad una Costituzione ? Essa E' stata scritta e quindi presentata  ai
cittadini e alle cittadine d' Europa senza il passaggio essenziale,
l'elezione da parte del popolo dell'Assemblea costituente che avrebbe
dovuto scriverla. Non pare quindi trattarsi di una Costituzione, ma di una
forma minore presentata come tale.

Bronzini ci parla di "diritto delle possibilità" e di "virtualità
inespresse" contenute nei testi costituzionali e di "rivoluzioni
costituzionali": bene, facciamole subito queste "rivoluzioni, votiamo NO,
facciamo anche noi azioni preventive !

I giuristi capaci sono coloro i quali sanno sintetizzare i pensieri e
immaginare il futuro, non E' utile scrivere un manuale di centinaia di
pagine e articoli spesso confusi e contradditori.

Bronzini afferma che "sarebbe senz'altro più produttivo, soprattutto per la
sinistra radicale, rivendicare con forza che il processo di
costituzionalizzazione si mantenga aperto e dinamico". Vorrei ricordare che
le modifiche a questo TCE sono lo scoglio maggiore, esse sono possibili
solo con la unanimità degli Stati membri (Art. IV-448).

Mi chiedo anche come può immaginare Bronzini che "non E' poi così difficile
cercare di ridimensionare le parti del Trattato più negative e valorizzarne
gli aspetti garantistici" ? Egli pensa che si tratti solo di operazioni di
interpretazione, si usano le prime parti (più progressive) e si dimenticano
le altre. Ma chi farà e come questa operazione ? Attendo una risposta.

Non E' proficuo avere "attaccamenti ossessivi" al testo, va bene, ma io
credo che invece saranno i poteri forti ad averli in futuro nel momento
della applicazione del TCE.

Bronzini giudica questo testo anomalo e complesso (siamo d'accodo !), ci
permetta almeno di conoscerlo a fondo senza ossessioni, così come egli
certamente fa nel suo lavoro di magistrato (conoscere per giudicare).

Nella terza parte del suo articolo Bronzini entra nel dibattito
antineoliberista e afferma che le scelte liberiste sono "più suggestive che
vere" . E cita la prima parte di questa Costituzione a conferma di questa
tesi. Bene, desidero subito entrare nel vivo della prima parte per
smentirlo. L'art. I-3 Obiettivi dell'Unione, al comma 2 afferma che
"L'Unione offre ai suoi cittadini … un mercato interno nel quale la
concorrenza E' libera e non E' falsata."  Non mi sembra una suggestione, E'
una indicazione economica, pensiamo cosa sarebbe successo se trovassimo che
"L'Unione offre ai suoi cittadini un'economia pianificata e riserva allo
Stato la proprietà dei mezzi di produzione …

Per quanto riguarda la partecipazione dei cittadini e delle cittadine (il
milione di firme), esse servono, lo dice l'art. I-47 "ad invitare la
Commissione a presentare una proposta appropriata su materie in merito alle
quali tali cittadini ritengono necessario un atto giuridico dell'Unione ai
fini dell'attuazione della Costituzione". Non si tratta quindi di
democrazia dal basso, ma di un semplice lavoro di segreteria dei cittadini
nei confronti della Commissione, ricordati che devi fare questo e quello,
ecc.. Null'altro. I testi vanno letti senza ossessione naturalmente.

Bronzini afferma "il carattere potenzialmente rivoluzionario per gli
assetti di potere consolidato" della piena validità giuridica della Carta
di Nizza (trascritta integralmente nel titolo II della Parte I). Sarà così,
non ho argomenti , vorrei però citare senza ossessioni che questa  Carta di
Nizza contiene nell'articolo II.88 un principio che sancisce il diritto
alla serrata. ( Diritto di negoziazione e di azioni collettive - I
lavoratori e i datori di lavoro  …  hanno …  il diritto di negoziare e di
concludere contratti …. e di ricorrere, in caso di conflitti di interessi,
ad azioni collettive per la difesa dei loro interessi, compreso lo
sciopero.)

Bronzini prosegue la sua parabola intellettuale riavvicinandosi alle tesi
degli alter-europeisti ai quali mi iscrivo. Afferma infatti che la "terza
parte vedrebbe una sorta di costituzionalizzazione del mercato e della
concorrenza, sacralizzando così il liberismo dei precedenti Trattati. Siamo
d'accordissimo, E' proprio così (ma anche la parte prima lo sacralizza,
come abbiamo visto all'articolo 1-3, comma 2).

E prosegue affermando che "la sclassificazione  di questa terza parte E'
necessaria e dovrà essere il primo terreno di riforme e modifica del
Trattato. Qui siamo di fronte ad un passaggio - mi permetta - ingenuo. La
modifica del TCE E' possibile solo all'unanimità, vorrei che Bronzini
spiegasse come pensa di modificare la Costituzione in modo diverso.

Al termine del suo articolo, sconfessando parti precedenti del suo
ragionamento, Bronzini ricorda che il "ritornello" sulla "Carta liberista "
rischia di essere una profezia che si auto avvera, una smobilitazione
aprioristica dello spazio politico europeo.

E' il neoliberismo - prima strisciante e oggi galoppante - che ha scritto
il TCE e che ora smobilita lo spazio politico (e aggiungo anche
democratico) e impone le regole economiche come dogmi.

Per concludere, vorrei invitare Bronzini non tanto ad una rilettura meno
affrettata del TCE ma soprattutto a coltivare la fiducia che la vittoria
del NO il 29 maggio potrà innescare un processo- certo difficile - di
ricostruzione dell'Europa, di quell'altra Europa che sono certo che anche
Bronzini sogna.

Grazie dell'ascolto e un cordiale saluto altermondialista.
Paolo Prieri
Attac Italia

p.s.
Il TCE lo si trova con un click nel sito www.attac.it