Una campagna europea che parla di tutto meno dei cittadini e di Europa!
- Subject: Una campagna europea che parla di tutto meno dei cittadini e di Europa!
- From: Nicola Vallinoto <nicola.vallinoto at gmail.com>
- Date: Tue, 24 May 2005 15:46:16 +0200
La redazione di Europace ha chiesto a David Soldini, italiano trasferito a Parigi da alcuni anni, e militante europeista di descriverci il suo punto di vista sulla campagna referendaria che sta 'incendiando' la Francia a pochi giorni dal voto del 29 maggio.
David Soldini
Certo ci possiamo tutti rammaricare che il dibattito sulla costituzione europea sia limitato alla Francia. Ci possiamo rammaricare di non aver altrove in Europa la stessa intensità di dibattito, la stessa animosità e lo stesso interesse dei cittadini.
Tuttavia, per chi vive la campagna quotidianamente, e milita a favore
dell'Europa da qualche anno, questa campagna referendaria lascerà un
amaro in bocca. Certo si è parlato di Europa, ma la Francia si è
sopratutto divisa sull'Europa, e divisa secondo criteri che non sono
assolutamente legati alle questioni in ballo.
Lasciamo da parte i 'souverainistes', quelli che non nascondono la loro
fibra nazionalista o si rivendicano di un gollismo, di sinistra come di
destra, all'antica. Con loro è sempre stato difficile parlare d'Europa,
esiste una linea di divisione che non potremmo mai ridurre tra i
nazionalisti e i federalisti. Allora, come sempre quando si parla
d'Europa in Francia con loro, si è dibattutto sul terreno ideologico.
La scontro è stato leale e fondato su argomentazioni classiche negli
ambienti europei, da una parte come dall'altra. Una ripetizione del
dibattito di Maastricht, solo che questa volta, gli europeisti erano
molto piu numerosi e molto piu convincenti.
Ma quelli che hanno fatto piu male ai sostenitori del SI, e quelli che
hanno lasciato molti osservatori nazionali o internazionali sbalorditi
sono i sostenitori di un NO per un Europa più sociale e più
democratica. Insomma, quelli che hanno alimentato il mito che dicendo
no, si potrebbe, domani, quasi immediatamente, rinegoziare una
Costituzione più democratica e più sociale. Questi pseudo-sostenitori
dell'Europa hanno dunque proceduto ad una critica meticolosa ed
analitica del Trattato, mostrando tutte le derive liberali, tutti i
rischi per l'economia francese e i servizi pubblici. Hanno però
scordato di dire che queste regole che loro denunciavano esistono da
decine di anni in Europa e regolano già oggi le materie
comunitarizzate. Non certo hanno affermato che queste misure, se erano
criticabili dal punto di vista democratico, avevano comunque permesso
lo sviluppo di un mercato unico ed integrato, hanno tralasciato il
legame tra le regole di liberalizzazione dell'economia e la questione
della libertà, di movimento, di circolazione, di scegliere la propria
residenza, hanno scordato il fatto che la liberalizzazione di certi
servizi, come il trasporto aereo ha permesso a gruppi sociali che prima
erano esclusi da questi servizi per motivi economici di poter viaggiare
in tutta Europa, hanno volontariamente nascosto il fatto che senza
l'intervento dell'Unione l'elettricità, per prendere un esempio
concreto, veniva tagliata a 600.000 francesi l'anno, incapaci a pagare,
ed oggi, il servizio universale europeo ha limitato questa cifra a
200.000 (sempre troppi, ma tre volte meno). Hanno scordato di dire che
i servizi pubblici che oggi funzionano male in Francia sono tutti di
competenza nazionale, e l'Unione non li tocca, nè oggi nè domani, hanno
infine ignorato il fatto che finalmente, l'Unione, con questa
Costituzione dovrà dare una definizione europea dei servizi pubblici, e
che su questa definizione si potrà sviluppare un sistema economico
protettivo di questi stessi servizi.
Hanno fatto pensare che la Carta dei diritti fondamentali avrebbe reso
possibile l'abrogazione della legge sull'aborto, hanno fatto credere
che il divieto assoluto della pena di morte era una burla, hanno fatto
pensare che la Carta dava agli imprenditori la possibilità di chiudere
un azienda senza preavviso.
Hanno poi considerato che tutto il processo non era democratico, non
sottolineando il fatto che la Convenzione che ha redatto il testo è
sicuramente più legittima della riunione dei capi di Stato e di
governo, hanno affermato che dicendo no si potrebbe chiedere una
Costituente, mentre l'unico risultato sicuro del No è che il potere
ritorna nelle mani di Chirac e dei capi di Stato e di governo, hanno
fatto credere che questi dirigenti europei, incapaci di risolvere il
problema democratico e che hanno accettato il metodo convenzionale solo
perché avevano le spalle al muro, accetteranno domani, sulle
indicazioni del voto francese di convocare una grande Costituente
popolare. Hanno alimentato miti.
Poi, abbandonando del tutto il testo costituzionale, hanno qualificato
l'Europa terreno delle mafie, hanno risvegliato le fibre nazionaliste e
populistiche, riferendosi alle prostitue slovacche o al piombino
polacco. Hanno alimentato le paure e intrattenuto la xenofobia e il
razzismo. Hanno risvegliato i mostri contro i quali l'Europa e le forze
progressiste si sono battute per decenni, hanno affondato il sogno
europeo per far credere ancora al mito nazionalistico, all'idea che
potesse essere utile, oggi chiudere le frontiere, o almeno limitare
l'invasione di lavoratori del Est.
E queste menzogne, questo populismo dovrebbe essere la base di una
nuova Europa? Sulla base di queste denunce e queste accuse, infondate,
pericolose, dovremmo domani costruire un Europa di pace e tolleranza ?
Se il dibattito in Francia è servito a qualcosa è forse proprio a
questo: ha dimostrato, a chi guarda l'Europa come la possibilità di un
avvenire migliore, che coloro che la criticano senza un minimo di
onestà, di distinguo e di coerenza, hanno una visione assai distorta
della democrazia, una visione che certo non è compatibile con l'idea di
Libertà e di Pace che ha sempre guidato, oggi come ieri, coloro che
hanno costruito con pazienza e determinazione l'Europa di oggi, che
sicuramente ha molti difetti, ma non quello di esistere.
Infine, oggi è arrivata anche una bella notizia: Emmaus, l'associazione
cinquantenaria dell'Abbé Pierre, che da anni si occupa dei senza tetti,
ha deciso di pubblicare il suo sondaggio, il sondaggio dei senza tetti,
e con esso il proprio messaggio per il voto di domenica: dite SI, ve lo
chiedono i più poveri, i più bisognosi ed i loro Compagni, che vogliono
un'Europa di pace e tolleranza.
Allora è smascherato l'ultimo mito dei falsi sostenitori di un'altra
Europa, loro non rappresentano un voto popolare, il popolo a cui fanno
così spesso riferimento non è proprietà loro, e le sue idee ancor meno.
Perché il ragazzo della "cité" (habitazione sociale) vicino casa mia,
la settimana prossima prende la tanto odiata Ryan Air e va a Stoccolma
invece di rimanere chiuso nella sua "cité", nella sua città, nel suo
paese che davvero gli sembra troppo stretto. E sopratutto, scappa, e
non deve sentire le sirene comuniste o populistiche. Questa è Libertà,
questa è futuro, questa è Europa.
Note:
- Follow-Ups:
- Re: Una campagna europea che parla di tutto meno dei cittadini e di Europa!
- From: "Davide Bertok" <davide at bertok.it>
- Re: Una campagna europea che parla di tutto meno dei cittadini e di Europa!
- Prev by Date: interrogazione urgenti con risposta del Governo
- Next by Date: Re: Una campagna europea che parla di tutto meno dei cittadini e di Europa!
- Previous by thread: interrogazione urgenti con risposta del Governo
- Next by thread: Re: Una campagna europea che parla di tutto meno dei cittadini e di Europa!
- Indice: