(ricevo e giro) - Nurit



Questo è il discorso che ha tenuto Nurit Peled Elhanan, ebrea ed israeliana,
a Strasburgo in occasione della giornata internazionale delle donne. Nurit
ha perso una figlia di 13 anni, nel 1997 . per un attentato di un kamikaze.
Sorelle musulmane, siete voi le vittime.
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Grazie per avermi invitato in questa giornata. Lasciatemi dire, però, che
avreste dovuto invitare una donna palestinese, al mio posto, perché sono le
donne palestinesi che subiscono più violenza, nel mio paese. Dedico il mio
discorso a Miriam Raban e a suo marito Kamal, i cui 5 figli sono stati
uccisi dai soldati israeliani mentre raccoglievano le fragole nel loro orto.
Nessuno subirà alcun processo per quel crimine.
Quando ho chiesto perché non era stata invitata una donna palestinese, mi
sono sentita rispondere che il discorso avrebbe avuto una piega troppo
localistica. Non capisco come sia una violenza non localistica. Certo il
razzismo, la discriminazione sono fenomeni universali ma il loro impatto è
sempre locale e reale. Il dolore, l'umiliazione, la violenza, anche
sessuale, la tortura, la morte sono cose molto locali e le ferite che
lasciano sono locali e perpetue.
Purtroppo la violenza locale inflitta alle donne palestinesi dal governo e
dall'esercito israeliano si è diffusa in tutto il mondo. Per l'esattezza, la
violenza militare, individuale e collettiva, fa oggi parte del destino delle
donne musulmane, e non solo, ovunque l'illuminato mondo occidentale affonda
lo stivale dell'imperialismo. E' una violenza di cui non si parla e che
viene avallata con leggerezza dalla maggioranza delle popolazioni europee e
usa. Ciò avviene perché il cosiddetto mondo libero ha paura del ventre delle
musulmane. La Francia della libertè, ègalitè, fraternitè, ha paura delle
ragazzine col velo, la grande Israele teme la minaccia demografica araba.
L'onnipotente America e la Gran Bretagna contagiano i loro cittadini col
terrore, rappresentandoli come perfidi, primitivi, antidemocratici,
produttori di futuri terroristi assetati di sangue. Tutto questo mentre le
persone che oggi stanno distruggendo il mondo non siano musulmane ma siano
proprio loro: devotissimi cristiani ed ebrei.
Non ho mai subito tanta sofferenza quanto devono sopportarne le donne
palestinesi, ogni giorno e ora, la violenza che trasforma la vita in un
inferno: Mi riferisco alla tortura fisica e mentale a cui sono sottoposte
donne private dei diritti fondamentali, della riservatezza, della dignità,
che possono essere violate in ogni momento nelle proprie case, costrette a
mano armata, a spogliarsi davanti a estranei ed ai figli, le cui case
vengono demolite, private del necessario per vivere, espropriate, private di
una qualsiasi forma di vita familiare normale.
Eppure anch'io sono vittima della violenza contro le donne, nella misura in
cui la violenza contro i bambini è anche contro le loro madri. Le donne
palestinesi, irachene, afgane sono mie sorelle, perché siamo tutte nelle
mani degli stessi criminali che si autodefiniscono leader del mondo libero
ed illuminato, ed in nome di questo illuminismo ci strappano i figli. Le
madri israeliane, americane, inglesi, europee, hanno subito, per la maggior
parte, il lavaggio del cervello, un accecamento violento che non gli
permette di vedere che le loro sorelle, le loro uniche alleate al mondo sono
le madri musulmane, palestinesi, irachene, afgane, i cui figli vengono
massacrati dai nostri figli o si fanno saltare, disperati, insieme ai nostri
figli.
Nelle menti delle donne occidentali è stato inoculato lo stesso virus creato
dai politici. Anzi i virus sono tanti, con nomi illustri: Democrazia,
patriottismo, Dio, civiltà, ecc., fanno tutti parte di ideologie false e
posticcie, che servono ad arricchire i già ricchi e potenti i già potenti.
Alle madri occidentali, senza che se ne accorgano, viene impartita la
convinzione che il loro utero è patrimonio dello stato: non possiamo gridare
che i nostri figli li abbiamo messi al mondo noi, li abbiamo allattati e che
sono nostri, non possiamo vedere che la vita del figlio vale meno di una
goccia di petrolio. Possiamo solo pregare per il loro ritorno o crogiolarci
nell'orgoglio patriottico davanti ai loro cadaveri. Siamo educate a
sopportare ed a contenere l'angoscia con il prozac, non ad essere vere
madri.
I miei diritti naturali e di madre sono costantemente violati perché devo
temere il giorno in cui mio figlio compirà 18 anni, e, strappato alle mie
braccia, verrà trasformato in un giocattolo nelle mani di criminali come
Sharon, Bush, Blair, ed i loro clan di generali assetati di sangue, petrolio
e terre da conquistare.
Vivendo in questo mondo, in questo stato, in questo regime, non posso dare
consigli alle donne musulmane sulle loro vite. Non chiedo loro di togliersi
il velo, di educare in modo diverso i loro figli, di lottare per costituire
democrazie false come quelle occidentali che disprezzano i loro popoli e li
usano.
Chiedo loro, con umiltà, di essere mie sorelle, le ammiro per il coraggio e
la perseveranza, le incoraggio ad andare avanti, avere bambini, mantenere
una dignitosa vita familiare, nonostante le condizioni impossibili che il
mio mondo impone loro. Dico alle mie sorelle che siamo tutte vittime della
stessa violenza in modo diverso, trovo imperdonabile che esse siano
maltrattate dal mio governo, dal mio esercito, che vive con le mie tasse.
L'islam, l'ebraismo, il cristianesimo e qualsiasi religione in sé e per sé
non sono una minaccia né per me né per nessun'altro. L'imperialismo
americano è una minaccia, così come l'indifferenza europea e la crudeltà del
regime razzista israeliano. Sono il razzismo e la xenofobia a spingere il
soldato israeliano ad umiliare le donne palestinesi. E' il disprezzo per i
diversi a permettere ai soldati americani di violentare ed uccidere le donne
irachene.
Questo odio  consente ai carcerieri israeliani di detenere giovani donne
palestinesi in condizioni disumane, separandole dai loro bambini piccoli.
All'esercito di impedire loro di raggiungere ospedali o scuole, di
confiscare le loro terre, sradicare i loro frutteti, distruggere le loro
case, rubare la loro terra, impedire di coltivare per sfamarsi. Non so se
sarei riuscita a sopravvivere  a tanta umiliazione da parte del mondo
intero.
La voce delle madri è stata messa a tacere da troppo tempo, non vengono
invitate a forum internazionali come questo. La loro voce non si sente e
questo pianeta è sconvolto dalla guerra. Ebbene, queste donne sono mie
sorelle e meritano che il mio grido si levi a nome loro, che io lotti per
loro, che mi stringa a loro quando perdono i loro figli o la loro dignità a
causa di giovani israeliani educati a credere che amore e compassione
dipendano da razza o religione. Stringermi a loro e ai loro bambini traditi.