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Segnalazione - Zizek
- Subject: Segnalazione - Zizek
- From: "ombrecorte" <info at ombrecorte.it>
- Date: Tue, 3 May 2005 11:32:51 +0200
--------------------------------------------------------------------------- ombre corte via a. poerio 9, 37124 verona tel. 0458301735 ---------------------------------------------------------------------------- Slavoj Zizek America oggi Abu Ghraib e altre oscenità pp. 144, euro 12,50 isbn 88-87009-68-6 Nota del curatore Che cosa hanno in comune i prigionieri incappucciati ed elettrizzati di Abu Ghraib con le foto di Mapplethorpe, i film di Lynch o l'ultimo spettacolo di art performance sado-maso a Manhattan? Zizek suggerisce provocatoriamente che le umilianti torture "teatrali" inflitte dalle forze di occupazione in Iraq non siano altro che un'"iniziazione" al lato osceno della cultura americana, supplemento necessario e nascosto dei valori "democratici" d'oltreoceano. Nei saggi qui raccolti, scritti "a caldo" negli ultimi quindici mesi, l'autore si propone di applicare la sua consolidata indagine sul godimento come categoria politica ai meccanismi della cultura "imperiale" statunitense. Di questi testi "divulgativi", e per questo non scevri di ripetizioni, va apprezzato soprattutto il taglio pamphlettistico, a tratti quasi aforistico, oltre al consueto slittamento di stili e tematiche che ha reso famoso il filosofo sloveno - e che, per esempio, ci porta rapidamente da un'analisi della Passione di Mel Gibson come manifesto mancato dell'integralismo cristiano alla disamina della strana inversione di ruoli tra Repubblicani e Democratici nella gestione dell'economia statunitense contemporanea. Essi indicano un progressivo avvicinamento di Zizek al giornalismo e giustificano la sua elevazione al ruolo di intellettuale "pubblico" della sinistra Usa, secondo per popolarità solo a Noam Chomski. È perciò importante sottolineare che i presenti articoli sono stati scritti in primo luogo per un'audience americano: ampi brani di questa raccolta sono originariamente apparsi come recensioni di libri su riviste statunitensi on-line alle quali i lettori hanno replicato, appunto "democraticamente", con i loro commenti. Questo strano dialogo, che reinterpreta in modo originale una prassi comune tra gli intellettuali europei degli anni cinquanta e sessanta (si pensi al Pasolini di Vie nuove), la dice lunga sulla straordinaria eterogeneità degli americani che entrano ormai in contatto con l'opera di Zizek al di là del mondo accademico. In un certo senso, sono proprio loro, riflesso parziale di una società incredibilmente complessa, a costituire l'oggetto del libro. A Jim (kerryano moderato) "piace quel che dice il signor Zizek" anche se non si trova "necessariamente d'accordo con ogni sua affermazione"; Ryan Conover (bushista fondamentalista) ci avverte che comunque "moriremo tutti"; Cellie (no global militante) attacca l'editore della rivista on-line per avere censurato alcuni insulti di Zizek contro Kissinger, riporta l'indirizzo di un altro sito web che offre lo stesso articolo in versione integrale, e invita il censore progressista, "se ci tiene veramente", a chiudere "questa rivista sinistroide di merda, rinunciare alla cittadinanza americana, cambiare nome e andare a vivere ad Abidjan o a Grozny"; Brian (intellettuale isolato) si chiede invece: " Zizek ha ragione, le foto dei prigionieri iracheni umiliati ci danno uno spaccato dei 'valori americani'. Ma le sue ricerche sui 'valori americani', che gli danno da mangiare, non sono forse già influenzate da un fascino tutto americano per il denaro?". Zizek ci introduce con incursioni "corsare" e complici all'oscenità di un'America vissuta dall'interno, a tutte le sue contraddizioni ma anche ai suoi siti potenziali di emancipazione radicale; il filosofo sloveno conosce troppo bene gli Stati Uniti per commettere l'errore, arrogante e provinciale, di tanta critica di sinistra: confondere l'America con la condanna inevitabile dell'americanismo europeo d'importazione. Nonostante il suo altalenante ottimismo nei confronti del progetto utopico di "Unione Europea", Zizek è estremamente chiaro sul futuro del nostro continente: "Il trionfo mondiale dell'Europa [dei suoi valori 'liberali' e della sua economia 'liberista'] coincide con la sua sconfitta, la sua auto-eliminazione". Per quanto riguarda l'America, si potrebbe al contrario riassumere il suo messaggio con ciò che, secondo lo stesso Zizek, Balibar dice della storia occidentale tout-court: la battaglia è ancora aperta, non decisa... Uscendo dal contesto specifico degli Stati Uniti d'America, le riflessioni politiche di questa raccolta si snodano lungo una precisa direttrice principale. Di fronte alla certezza che, retroattivamente, il "permissivismo" della generazione sessantottina ha contribuito soltanto a un ulteriore affinamento della capacità riproduttiva del Capitale, Zizek propone di ricercare le coordinate di un rilancio della lotta di classe globalizzata in un'inedita alleanza tra l'universalismo di una "classe simbolica" post-marxista senza patria (accademici, artisti, giornalisti, ecc.) e le migliaia di nuovi diseredati che, fuori da qualsiasi controllo statale, arrivano ogni giorno nelle bidonville delle megalopoli dei paesi in via di sviluppo. Questa mossa sembra inevitabilmente coincidere con una riabilitazione, soltanto accennata, del Terzomondismo. A esso Zizek accompagna una riscoperta parallela delle potenzialità rivoluzionarie del sottoproletariato occidentale, specie attraverso il populismo progressista statunitense così come esemplificato miticamente dalla figura dell'antischiavista John Brown. Una nuova sinistra che sappia riattualizzare Marx e Lenin, magari per mezzo di pensatori quali Badiou, Balibar e Rancière, dovrebbe riconoscere in fenomeni politici di questo genere un potenziale alleato opposto tanto al fondamentalismo religioso quanto alla falsa tolleranza dei liberali. Lorenzo Chiesa Indice del volume 7 Nota del curatore 11 Introduzione: la Rumspringa accademica 13 1. Oltre la coalizione arcobaleno! 29 2. Jouissance come categoria politica 42 3. La storicità dei Quattro Discorsi 64 4. L'oscenità del potere 81 5. Il libero mondo delle baraccopoli 94 6. Verso una politica bartlebiana Appendice 113 La prospettiva della parallasse 131 La Waterloo dei liberali (ovvero, finalmente buone notizie da Washington!) 137 Note The following document was sent as an embedded object but not referenced by the email above:
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