Iraq, uccisa l'attivista Usa dei risarcimenti contro l'esercito americano



fonte L' Unità

Anche questo è stato un "danno collaterale" della guerriglia che con uno stillicidio incessante fa morti ogni giorno tra i civili. Marla Ruzicka aveva 27 anni, molti dei quali spesi in Iraq a fare il conto di quanti muoiono sotto il fuoco delle truppe di occupazione degli Stati Uniti e aiutare i sopravvissuti a chiedere un risarcimento al governo americano. Come sempre più spesso accade nel paese devastato da una guerriglia strisciante, domenica sera l'attivista americana ha perso la vita a causa di un'autobomba guidata da un attentatore suicida. Si trovava in auto sulla strada che collega la città di Baghdad all'aereoporto internazionale. La stessa dove poco tempo fa è stato ucciso Nicola Calidari. È stata l'ambasciata americana di Baghdad a confermare l'accaduto e per questa volta anche a tenere il macabro conto: «Secondo quanto abbiamo appreso, ci sono quattro morti, tra cui l'attentatore suicida. Una delle vittime è una cittadina americana, Marla Ruzicka», ha detto un portavoce Adam Hobson. Nell'auto con Marla c'erano infatti Faiz, il suo collaboratore iracheno (presidente della sede irachena dell'ong fondata dall'attivista californiana) e un cittadino francese di origine ceca, del quale non si conosce il nome ma della cui morte è arrivata la conferma del capo della missione diplomatica ceca, Martin Klepetko. Marla Ruzicka era molto nota nel suo paese e all'estero. La stampa internazionale la seguiva da tempo per le attività dell'organizzazione non governativa Civic Worldwide, di cui era tra i fondatori e per la «Campagna per le vittime innocenti dei conflitti». In passato era stata anche su altri fronti di guerra, altri luoghi, come l'Afganistan, dove l'esercito americano nella sua battaglia per portare libertà e democrazia si trascinava dietro una scia di "danni collaterali". Laddove organizzazioni internazionali come la Croce Rossa Internazionale e l'Onu avevano abbandonato il terreno ritenendolo troppo pericoloso, la volontaria era rimasta tra i pochi a tenere il conto delle vittime civili - secondo un istituto di studi americano in Iraq si è superata quota 100.000 -. Domenica sera Marla stava andando a visitare alcune delle tante famiglie di iracheni che ha aiutato nelle pratiche complesse per ottenere risarcimenti dai militari americani, previsti per la morte o il ferimento grave di civili innocenti. Tra questi seguiva la storia drammatica di una neonata lanciata dal finestrino di un autobus dai suoi stessi genitori per salvarla dal razzo che stava raggiungendo il veicolo e che li avrebbe uccisi.