Dopo il 19 marzo diamo continuità al movimento contro la guerra



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Dopo il 19 marzo diamo continuità al movimento contro la guerra.

Una assemblea nazionale e proposte per i prossimi mesi



La manifestazione no war del 19 marzo E' stata la conferma della grande
disponibilità del movimento nel nostro paese a dare continuità alla
mobilitazione contro la guerra. La determinazione, la partecipazione di
massa e la piattaforma espressa da quella manifestazione, contengono
segnali importanti per tutti i movimenti sociali emersi in questi anni di
conflitto contro la guerra e il liberismo.



Ma la guerra continua e non può essere liquidata come un fatto di ordinaria
amministrazione. Il governo Berlusconi la occulta e continua ad essere
subalterno ai progetti della guerra infinita e del Grande Medio Oriente
dell'amministrazione Bush. Ma anche il "buco politico" espresso dalle forze
che si candidano a rappresentare l'alternanza al governo Berlusconi, E'
inquietante. Nonostante il governo sia in seria difficoltà, in nessuna
occasione abbiamo sentito esplicitare la richiesta del ritiro delle truppe
e della cessazione della complicità dell'Italia nell'occupazione dell'Iraq.

Mentre il movimento - in sintonia con la maggioranza del paese - ha portato
fin sotto Palazzo Chigi la richiesta di ritiro immediato delle truppe
italiane, "l'Unione" continua a parlare e ragionare in termini di "exit
strategy" dall'Iraq. Nel frattempo, con un perfetto stile bipartizan, 900
soldati partiranno a breve per l'Afganistan e 220 per il Sudan (nel quadro
di una missione su cui pesano ambiguità pesanti e foriere di brutte
sorprese). Inoltre, nessun segnale di inversione di tendenza - a livello
locale e nazionale - E' ancora venuto sulla questione dello smantellamento
delle basi militari USA e NATO, del blocco delle nuove installazioni
previste e della smilitarizzazione del territorio.



Sulla guerra e sulle sue conseguenze sul piano sociale, democratico,
economico, emerge con forza una enorme divaricazione tra le cose che
andrebbero fatte, gli obiettivi dei movimenti sociali e la volontà delle
forze politiche oggi all'opposizione (e domani al governo) di darne
espressione adeguata. L'autonomia del movimento diventa in questa fase un
passaggio decisivo ed ineludibile.

Per questo motivo riteniamo essenziale ribadire la volontà popolare che
richiede l'immediato ritiro del contingente italiano e di tutte le truppe
occupanti l'Irak : a questo obiettivo impronteremo la mobilitazione nei
mesi a venire , insieme a quella per lo smantellamento delle basi militari
e dell'industria bellica rispettando l'aspettativa espressa dalla
manifestazione del 19 marzo.



Per dare continuità al movimento e delineare una piattaforma comune quanto
più condivisa possibile, proponiamo di convocare una assemblea nazionale di
tutto il movimento no war per domenica 15 maggio (probabilmente a Roma) ed
avanziamo alcune proposte di mobilitazione per i prossimi mesi.



1)  Mantenere sotto pressione i palazzi del potere e le forze politiche
dell'opposizione dando vita ad un accampamento stabile in una piazza
centrale per poi dare vita, il prossimo 2 giugno, ad una grande
contromanifestazione antimilitarista a Roma in occasione della parata
militare (nelle forme che saranno discusse e approvate dall'assemblea
nazionale)



2) Rilanciare, accompagnare, sostenere a livello nazionale e locale la
campagna per la chiusura delle basi militari USA e NATO nel nostro paese.



Invitiamo a convocare su questo dei momenti di discussione locali prima
dell'assemblea nazionale per portare dentro la discussione contributi ed
esperienze "in positivo", ampie e propositive.


Prime adesioni:

Confederazione Cobas, Comitato per il ritiro dei militari italiani
dall'Iraq, Disobbedienti- Roma,  "Ernesto" (PRC); "Erre" (PRC), Rete dei
comunisti, Red Link, Forum Palestina...............