Fw: informazione




Il Centro per la Pace e la Nonviolenza dell'Ovadese "Rachel Corrie" lo
scorso ottobre aveva adottato una bambina palestinese di nome Saja, che
vive nell'orfanotrofio di Tulkarem, in Cisgiordania, la parte di Palestina
che insieme alla Striscia di Gaza è occupata da Israele dal 1967;
l'educatore di Saja, Mohammed Fawzi Tanji, più noto con il nome di Aziz, è
un palestinese di 36 anni che si occupa da tempo con dedizione e competenza
dei bambini e degli adolescenti di quella travagliata comunità. Il 3 marzo
scorso Aziz è stato fermato dalla sicurezza israeliana mentre si recava
all'università di Abu Dis, dove frequenta un corso di specializzazione in
Scienze Sociali; da allora la sua sorte è nelle mani delle autorità
militari israeliane.

Ci piacerebbe che del caso di Aziz si parlasse sui giornali e alla
televisione; il fatto inequivocabile che egli sia non un'eccezione, ma la
regola, in quella terra di Palestina in cui da anni si vive una quotidiana
vita di soprusi e violenza, quando addirittura non si muore di violenza e
di soprusi, a noi pare non una scusante bensì un'aggravante del silenzio
assordante dei media occidentali. Aziz è solo una parte di quella società
civile che lodevolmente resiste da anni alla violenza dell'occupazione
israeliana costruendo e mantenendo con umiltà, dignità e pazienza un
tessuto civile.

Se ci rimane un briciolo di onestà intellettuale non possiamo non notare
che l'unica attenzione riservata ai palestinesi dai media principali è per
quelli che si fanno esplodere nelle città israeliane; nessun interesse per
chi faticosamente si sforza di mantenere vivi i principi della convivenza
civile e della propria e della altrui dignità nel rispetto della
nonviolenza. Siamo sicuri che questo sia coerente con il nostro conclamato
impegno nella lotta al terrorismo?

                                      Il Centro per la Pace e la
Nonviolenza dell'Ovadese "Rachel Corrie"