Re:Fw: [NuovoLaboratorio] Liberazione: tutti a giudizio per le violenzediBolzaneto



Chissà che non si arrivi ancora più in alto, magari a quel Fini presente a Genova in quei giorni (anche lui in tuta mimetica)?
Dante
Treviso

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Date      : Wed, 16 Mar 2005 16:22:12 +0100
Subject : Fw: [NuovoLaboratorio] Liberazione: tutti a giudizio per le violenzediBolzaneto

> I pm di Genova: tutti a giudizio per le violenze inumane di Bolzaneto
> 
> Chiesto ieri il processo per gli abusi sui fermati del G8 nel carcere
> provvisorio. In una memoria di 534 pagine la ricostruzione di anni di
> indagini. Se non si parla esplicitamente di torture è solo perché i
> «trattamenti» durarono meno di due giorni
> Checchino Antonini
> «Pagine brutte» quelle scritte a Bolzaneto nei giorni del luglio 2001 sui
> rapporti tra cittadini e polizie. Così brutte che «se anche dovessero
> incontrare la prescrizione, tuttavia difficilmente potranno essere
> dimenticate». E se non si parla esplicitamente di tortura è solo per via
> della scelta «prudenziale» dei pubblici ministeri che preferiscono
> attestarsi nella contestazione di un solo profilo dell'articolo 3 (divieto
> di tortura e di trattamento inumano e degradante) della convenzione delle
> Nazioni Unite sui diritti umani. Per parlare di tortura si sarebbero
> dovute superare le 48 ore di "trattamento" mentre nella caserma Bixio a
> nord di Genova, tramutata con decreto in prigione provvisoria per le
> retate del G8, si arrivò al massimo a "sole" 35 ore di permanenza. Ma il
> commento finale dei pm genovesi non lascia comunque campo a disquisizioni
> retoriche: «furono adottati tutti quei meccanismi di "dominio psicologico"
> al fine di abbattere la resistenza dei detenuti e ridurne la dignità»:
> stare in piedi per ore, senza cibo e sonno al caldo, "bombardati" da
> rumori forti, con minacce, percosse e umiliazioni che sono riassunte in
> una memoria di 534 pagine consegnata ieri alle parti nel corso
> dell'udienza preliminare. Il formidabile ministro Castelli, in visita
> notturna alla struttura, ha sempre dichiarato di non aver notato nulla di
> strano
> Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati tracciano la storia del
> luogo dove personaggi di polizia di stato, carabinieri, polizia
> penitenziaria e personale sanitario, gli indagati sono 47 (15 della ps, 16
> della polizia penitenziaria, 11 carabinieri e 5 tra medici e infermieri),
> avrebbero messo in piedi un sistema di abusi che iniziava con una sorta di
> "comitato di accoglienza" - attivo già nel piazzale dove arrivavano i
> manifestanti fermati, 252 in tutto - e finiva nell'infermeria che non era
> certo una "zona franca" ma una tappa del percorso di umiliazioni.
> «L'impatto delle parti offese con i medici - scrivono i pm - avveniva in
> condizioni di soggezione fisica e morale analoghe a quelle generali...
> spesse volte il medico (uno degli indagati, Toccafondi, usava visitarli in
> mimetica usando diagnosi come «Pronto per la gabbia» o «Abile, arruolato»,
> ndr) veniva scambiato per un poliziotto».
> Il "metodo", pochi mesi prima, secondo molti osservatori di movimento,
> aveva avuto una sorta di prova generale con le violenze analoghe subite da
> un numero più ristretto di attivisti in una caserma di polizia di Napoli.
> In entrambe le città chi arrivava in caserma, spesso, aveva già subito
> trattamenti pesanti prima e durante l'arresto. Come i ragazzi e le ragazze
> della scuola Diaz, già sanguinolenti e terrorizzati per la "mattanza
> cilena" nel dormitorio del Genoa social forum, che all'arrivo a Bolzaneto
> venivano marchiati su una guancia.
> 
> Nei cinque capitoli si definiscono i flussi delle persone transitate a
> Bolzaneto nelle varie giornate, la presenza delle forze dell'ordine, i
> tempi di permanenza, le catene di comando, i reati e si dà conto di anni
> di lunghe indagini ostacolate, spesso, dagli apparati infastiditi delle
> amministrazioni carcerarie e di polizia. «I capi e i vertici - si legge
> ancora nelle conclusioni - hanno permesso e consentito che in quei tristi
> giorni a Genova si verificasse una grave compromissione dei diritti delle
> persone. Ancora più grave perché erano persone detenute, già private della
> loro libertà personale; persone che in quella caserma, a prescindere dal
> comportamento precedente che ve le aveva portate, erano inermi e
> impotenti, spesso ferite, quasi sempre spaventate e terrorizzate. E quei
> reati sono stati commessi da pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro
> funzioni. Non c'è emergenza per giustificare quello che è accaduto». Nulla
> può giustificare il taglio di ciocche di capelli a Taline Ender,
> Massimiliano Spingi e Sanchez Chicarro; la mano quasi rotta a Giuseppe
> Azzolina, la testa di Ester Percivati infilata in una turca mentre Marco
> Bistacchia veniva costretto a mettersi carponi e abbaiare e Mohamed
> Tabbach, 46 anni, veniva pestato perché non riusciva stare in piedi per
> ore con la sua gamba artificiale. Chi può dire se è andata meglio a
> Hinrichs Meyer Thorsten, costretto a girare nel piazzale con un berretto
> rosso con disegnate un falce e un pene al posto del martello o a coloro
> che hanno "solo" ricevuto minacce di violenza sessuale o colpi ai
> genitali, senza comunicare per giorni con familiari, legali e ambasciate.
> Il memoriale dei pm, è un pugno allo stomaco: percosse, ingiurie,
> umiliazioni e un monte di menzogne per coprire i misfatti. I reati
> contestati, a vario titolo, sono: abuso d'ufficio, violenza privata, abuso
> d'autorità contro detenuti o arrestati, falso, violazione dell'ordinamento
> penitenziario e della Convenzione per i diritti dell'uomo. Agli apici
> della catena di comando sono stati individuati, per la polizia di stato,
> la commissaria Anna Poggi e il vicequestore Perugini, famoso per un
> filmato che lo ritrae in piazza in quei giorni mentre cerca di picchiare
> un ragazzino di Ostia tenuto fermo da diversi agenti. Per
> l'amministrazione penitenziaria il responsabile era il magistrato Sabella
> per il quale è stata chiesta l'archiviazione. E' indagato invece un
> generale, allora colonnello, Oronzo Doria.
> 
> Con l'udienza di ieri è terminata, con le richieste di rinvio a giudizio,
> l'esposizione delle accuse. Per sapere se ci sarà un processo bisognerà
> attendere le conclusioni delle parti civili, delle difese e la decisione
> del giudice per l'udienza preliminare prevista non prima di due settimane.
> 
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