forze di occupazione



In questi giorni dopo la liberazione di Giuliana Sgrena e l'agguato delle
truppe statunitense dove a perso la vita Nicola Calipari riteniamo utile
riproporvi un articolo apparso su l'Internazionale n. 569,del 9 dicembre
2004 di Noami Klein in cui denunciava una forte ostilità da parte
dell'esertito USA verso chiunque riportava fuori dai confini dell'Iraq la
tragica verità della guerra di occupazione.


^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ì
Senza testimoni

In Iraq le forze statunitensi tolgono di mezzo chi osa contare i cadaveri.
Quindi medici, religiosi e giornalisti.
Per David T. Johnson, ambasciatore ad interim, ambasciata statunitense,
Londra. Egregio signor Johnson, il 26 novembre il suo addetto stampa mi ha
inviato una lettera in cui si mostrava risentito per una frase della mia
ultima rubrica.

La frase diceva: "In Iraq le forze statunitensi e i loro alleati iracheni
non si preoccupano più di nascondere gli attacchi contro i civili, e stanno
eliminando chiunque – medici, religiosi, giornalisti – osi contare i
cadaveri". In particolare, a dare fastidio era la parola "eliminando".

La lettera del suo ufficio insinuava che la mia accusa era "infondata" e
chiedeva al Guardian di ritirarla o di fornire "le prove di quest'accusa
molto grave". Ho preso la lettera molto sul serio. Ma pur concordando sul
fatto che l'accusa è grave, non ho intenzione di ritirarla. Ecco invece le
prove.

Ad aprile le forze americane hanno stretto d'assedio Falluja come
rappresaglia per la raccapricciante uccisione di quattro dipendenti della
Blackwater. L'operazione è stata un fallimento. Le truppe statunitensi alla
fine si sono ritirate: l'assedio di Falluja aveva acceso ribellioni in
tutto il paese, alimentate dalle notizie sull'uccisione di centinaia di
civili.

Queste informazioni venivano da tre fonti. 1) Medici. L'11 aprile Usa Today
ha scritto che "numero e nomi dei morti sono stati raccolti da quattro
importanti ospedali intorno alla città e dal Falluja general hospital". 2)
Giornalisti delle tv arabe. Al Jazeera e al Arabiya hanno dato un volto
alle cifre dei medici. Con operatori non embedded, hanno trasmesso in tutto
il mondo arabo filmati di donne e bambini mutilati. 3) Religiosi. Le
notizie sulle vittime civili sono state commentate da importanti leader
religiosi in Iraq, con duri sermoni di condanna che hanno infiammato la
rivolta.

Il mese scorso le truppe Usa hanno di nuovo assediato Falluja, ma questa
volta l'attacco prevedeva una nuova tattica: eliminare i medici, i
giornalisti e i religiosi che l'ultima volta avevano concentrato
l'attenzione dell'opinione pubblica sulle vittime civili.

Eliminare i medici.
La prima importante operazione è stata assalire il Falluja general
hospital, arrestare i medici e mettere la struttura sotto controllo
militare. Il New York Times ha scritto che "l'ospedale è stato scelto come
uno dei primi obiettivi perché secondo i militari americani era la fonte
delle voci sull'alto numero di vittime civili. (…) Questa volta le truppe
vogliono combattere la loro guerra dell'informazione, neutralizzando o
mettendo a tacere quella che è stata una delle armi più potenti degli
insorti".

Due giorni prima era stato bombardato e distrutto un importante pronto
soccorso. Il dottor Sami al Jumaili, che lavorava lì, sostiene che le bombe
hanno ucciso 15 medici, quattro infermieri e 35 pazienti. Che la clinica
sia stata colpita di proposito o distrutta per caso, l'effetto è stato lo
stesso: allontanare i medici di Falluja dalla zona di guerra.


Eliminare i giornalisti.
Le immagini dell'assedio del mese scorso su Falluja sono arrivate quasi
solo da giornalisti al seguito delle truppe Usa. Questo perché i
giornalisti arabi che avevano documentato l'assedio di aprile erano stati
di fatto eliminati. Ad Al Jazeera è stato vietato di seguire la guerra in
Iraq. Al Arabiya aveva un corrispondente a Falluja, ma l'11 novembre le
forze statunitensi l'hanno fermato, trattenendolo per tutta la durata
dell'assedio.

Non è la prima volta che i giornalisti in Iraq subiscono intimidazioni.
Quando le forze Usa hanno invaso Baghdad, nell'aprile del 2003, il Comando
centrale statunitense ha invitato tutti i giornalisti non embedded a
lasciare la città. Alcuni sono rimasti e almeno tre di loro hanno pagato
con la vita. L'8 aprile un aereo americano ha bombardato gli uffici di
Baghdad di Al Jazeera, uccidendo il giornalista Tareq Ayyoub. Al Jazeera
sostiene di aver dato alle forze Usa le coordinate precise della sua sede.

Eliminare i religiosi.
L'11 novembre è stato arrestato lo sceicco Mahdi al Sumaidaei. Secondo
l'Associated Press, "al Sumaidaei ha esortato la minoranza sunnita del
paese a lanciare una campagna di disobbedienza civile" contro l'attacco a
Falluja. Il 19 novembre Ap ha riferito che forze Usa e irachene hanno
assalito un'importante moschea, quella di Aadhamiyah, uccidendo tre persone
e arrestandone 40, tra cui un importante religioso contrario all'assedio di
Falluja.

Lo stesso giorno Fox News ha diffuso la notizia che le "truppe statunitensi
hanno fatto irruzione in una moschea sunnita di Qaim, vicino al confine
siriano". Il servizio ha descritto gli arresti come "rappresaglia per aver
contrastato l'offensiva di Falluja".

"Noi non contiamo i corpi", ha detto il generale Tommy Franks del Comando
centrale statunitense. La domanda è: cosa succede a chi insiste nel
contarli? In Iraq queste voci sono ridotte al silenzio con arresti di
massa, irruzioni negli ospedali, divieti contro i giornalisti e veri e
propri attacchi fisici.


Signor ambasciatore, ritengo che il suo governo e i suoi alleati iracheni
stiano facendo due guerre in Iraq: una è contro il popolo iracheno e ha già
ucciso centomila persone; l'altra è contro i testimoni.




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