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Vento del Newroz n3
- Subject: Vento del Newroz n3
- From: "ufficio d'Informazione del Kurdistan In Italia" <uiki.onlus at fastwebnet.it>
- Date: Mon, 21 Mar 2005 16:16:39 +0100
Vento del NEWROZ 2005 n3 A cura della delegazione italiana in Kurdistan Turco <mailto:capodannocurdo at yahoo.it>capodannocurdo at yahoo.it , immagini e tutti i messaggio della delegazione si trova su <http://www.uikionlus.com>www.uikionlus.com , Messaggio da Cizre , 19-marzo 2005 Il primo incontro della delegazione è avvenuto con la i rappresentanti della municipalità di Baglar (Diyarbakir) e con la sindaca turca del DEHAP Yurdusev Ozsokmenler. Baglar è una città di profughi provenienti da diversi villaggi a seguito dello svuotamento dei villaggi operato in modo sistematico del esercito turco. La città, che conta circa 350 mila abitanti, ha gravi problemi economici, un alto livello di disoccupazione che supera 60% della popolazione, ed è del tutto priva di spazi e giochi per i bambini.Dal governo centrale non è mai arrivato alcun aiuto. Un tentativo di affrontare il drammatico problema del lavoro e della povertà minorile è rappresentato da un progetto pilota sui bambini di strada del valore complessivo di 50740 euro che promosso insieme ad ICS e alla Regione Friuli Venezia Giulia che ha sostenuto il finanziamento. Al momento esiste già una casa attrezzata per lo studio e lo sport dei bambini - una specie di "dopo scuola" - che è stata visitata dalla delegazione assieme ai rappresentanti della municipalità. Lo spazio - studio è frequentato da 320 bambini, è aperto sia nei giorni di scuola sia durante il fine settimana, e si pone come obiettivo, oltre al recupero scolastico, quello di mettere a disposizione spazi per il divertimento e lo sport dei bambini. Il successivo incontro della delegazione si è svolto con l'Associazione famigliari dei detenuti politici Tuhad-der di Diyarbakir, con la presidentessa dell'Associazione, signora Nursel Aydogan.Su nostro richiesta erano presenti anche alcuni familiari dei detenuti che la nostra associazione ha in affido.I prigionieri politici in Turchia, dopo le riforme del Codice Penale Turco, sono diminuiti di molto. Negli anni '90 e '95, i prigionieri politici erano circa 10mila, oggi sono circa 2000 di cui 1500 condannati all'ergastolo ed altri 500 condannati a 36anni di carcere (in questo numero sono compresi anche i detenuti della sinistra turca) Il 90% di questi sono richiusi nelle carceri di tipo F e D, il restante 10 % in quale di tipo E. Solitamente i detenuti politici provengono dal Kurdistan, ma vengono imprigonati in carceri dell'Ovest in modo da rendere problematiche le visite di parenti ed avvocati. Le condizioni di carcerazione sono molto dure; sono permesse solo le visite di familiari di 1 grado, con il divieto di usare, durante i colloqui, la lingua kurda, spesso l'unica conosciuta dai familiari. Nelle le prigioni di isolamento di tipo F, le celle vengono usate al massimo per 3 detenuti, mentre in quelle di tipo E i detenuti possono arrivare fino al 10. Nelle prigioni di tipo F non ci sono spazi comuni per i detenuti.In questo momento il governo turco sta costruendo prigioni di tipo L; l'unica prigione di tipo D che è rimasta è quella di Diyarabakir per i detenuti politici. In questo carcere sono sempre in funzione videocamere che controllano i colloqui con gli avvocati e le aree comuni. L'esempio più eclatante dell'isolamento carcerario turco è la prigione di Imrali dov'è rinchiuso un unico detenuto, Abdullah Ocalan, in condizioni di isolamento terribile. Riguardo ai diversi trattamenti riservati a detenuti politici e comuni sono cambiate molte cose, ma le differenza restano comunque forti. I politici sono sempre visti come nemici. Cambiano le leggi, ma le riforme risultano essere solo belle parole che rimangono sulla carta. Anzi, a ben vedere, al situazione negli ultimi tempi, è addirittura peggiorata.Ad esempio, riformando l'articolo 168 del Codice penale turco, che riguarda i membri di organizzazioni illegali - il governo ha aumentato la pena prevista da 3 a 5 anni. I detenuti che escono di prigione per scadenza dei termini o oltre, sono precluse molte attività, ad esempio, il detenuto non può lavorare per il governo o fare militanza ai partiti politici.Le famiglie dei detenuti presenti all'incontro hanno poi raccontato storie di ordinaria repressione cui sono sottoposti parenti e detenuti in carceri. Domenica 20 marzo Sede del Dehap; ci accompagna il sindaco di Cizre, un membro del Dehap di Ankara e membri locali. Alla sede un'accoglienza commovente, una trentina di persone in fila applaude al nostro passare e ci stringe la mano. Ci sediamo, il membro di Ankara ci fa un quadro generale della situazione di questi anni: interi villaggi sono stati bruciati, 10mila persone sono state uccise per mano della polizia turca. I parlamentari kurdi sono stati messi in pigione solo perché parlavano dei kurdi in kurdo. Critica la politica europea che si limita a parlare di rispetto dei diritti umani in Turchia e non affronta il problema del popolo kurdo chiamandolo con il suo nome. Per quanto riguarda la situazione locale di Cizre, la città è cresciuta molto negli ultimi 20 anni, ufficialmente ha 69.00 abitanti, ma in realtà ne conta 100-110 mila, sfollati provenienti dai villaggi durante gli anni della guerra. La zona attorno di Cizre, a 10 km verso la montagna, è una zona ancora proibita. In questa zona ci sono molti villaggi distrutti. Alcuni sono stati addirittura cancellati dalle mappe anche se di grandi dimensioni. In altri villaggi si sono insediati i guardiani dei villaggi, ma sono privi di acqua e di servizi.Nell'autunno del 2004 si è costituita una forza di interpozisione formata dai giovani militanti del Dehap intenzionati a trattare con i guerriglieri in montagna. Il gruppo di interposizione è tuttavia stato fermato dalla polizia che ha potuto contare anche sull'intervento dei guardiani dei villaggi. Una parte di questo gruppo è stata arrestata e trattenuta in attesa di processo. In un'altra occasione, il gruppo di interposizione, composto da 1000 persone provenienti da Diyarbakir, a causa della polizia non ha potuto fare molto perché troppo numerosi. Questi giovani hanno promesso di tornare sarebbero felici se la delegazione si unisse a loro. I problemi della municipalità, spiega il sindaco sono enormi: manca il sistema di canalizzazione della acqua per cui nei periodi di pioggia la cittadina viene spesso allegata, i bambini vanno a scuola camminando nel fango e si creano condizioni inumane. Le scuole hanno classi affollate, arrivando ad ospitare fino a 100 bambini per classe. Non ci sono spazi aperto per giocare. La municipalità non ha fondi sufficienti anche a causa della politica del governo che, ostile ai municipi retti dal DEHAP, non concede loro le risorse dovute? La città di Cizre è stata conquistata dal Dehap per la prima volta nel 2004, con il 90% dei voti. Il boicottaggio del governo assume forme diverse. Tutti gli edifici governativi (caserme di polizia ecc.) non versano al comune i soldi per il consumo dell'acqua e in risposta ai controlli effettuati dal personale della municipalità i militari minacciano di distruggere le strade con i passaggi dei carri armati. A conclusione dell'incontro, alcuni tra i presenti chiedono cosa possono fare le delegazioni che vengono in occasione del Newroz in Kurdistan al ritorno in Italia (o nel Paese di provenienza). Un'altra proposta pervenuta riguarda un progetto di gemellaggio chiamato "scegli il tuo fratello" che prevede che i bambini con maggiori possibilità economiche sostengano un fratello con minori possibilità, il progetto compare anche con un sito internet. Per quanto riguarda il Newroz, esso è stato autorizzato per la prima volta nel 2004; quest'anno si festeggerà dal 12.00 all're 17.00 e si svolgerà in un quartiere due passi al fiume Tigri. Gruppo Cizre-Siirt Messaggio da Sirnak, 20 marzo Vigilia del Newroz. Tanti incontri con la società civile Sirnak è una città di 70.000 abitanti. Fino ad alcuni anni fa era più piccola e meno abitata; l'urbanizzazione forzata è iniziata da quando, nei dintorni, moltissimi villaggi sono stati distrutti ad opera dei militari e questi sfollati sono stati costretti a stabilirsi in città aggiungendo problemi ai problemi già esistenti. Ahmet Ertak, sindaco Dehap di Sirnak si trova ad amministrare una città in cui mancano tutti i servizi essenziali. La situazione sanitaria è al collasso: i medici generici sono 1 ogni 10.000 abitanti, non c'è un pediatra e di bambini ce ne sono davvero tanti! Ci sono 8 scuole primarie e 3 secondarie, le classi arrivano anche a 70 alunni. Anche gli insegnanti sono pochi, in tutta la provincia ne occorrerebbero altri 1400. Il 70% degli abitanti è analfabeta, soprattutto le donne e non si può quantificare la percentuale di abbandono scolastico. Moltissimi bambini non vengono registrati all'anagrafe fino all'iscrizione scolastica. Le donne sono altamente discriminate, sono costretti a matrimoni decisi dalle famiglie e moltissimi sono i suicidi/omicidi d'onore. Intorno a Sirnak ci sono 3 torrenti altamente inquinati dagli scarichi urbani: necessitano di interventi di risanamento. L'incontro più toccante e più esplicativo della situazione di Sirnak è quello con gli sfollati dai villaggi distrutti e coi famigliari degli scomparsi. Entriamo nella sede del Dehap affollata, ci accolgono con grande affetto. Davanti a noi siedono due donne dal viso fiero e triste: una ci dice che un giorno i militari andarono sul posto di lavoro del marito minatore e chiesero a tutti i lavoratori la carta d'identità, la restituirono a tutti tranne a due: suo marito e un altro. Alcuni giorni dopo gli stessi militari convocarono quei due alla gendarmeria per vedere la loro carta d'identità che ovviamente non avevano, da allora sono scomparsi: era il 1992. Si alza poi un uomo e ci dice che fino al 1990 viveva in un villaggio, Besta. Dopo mesi di minacce i militari intimarono loro di diventare guardie di villaggio. Il rifiuto degli abitanti portò alla distruzione del villaggio, furono costretti a fuggire senza portare nulla con sè ed ancora oggi non possono tornare a Besta. In quei tre giorni i militari distrussero 13 villaggi. Il governo sostiene che queste violazioni non sono commesse dai militari ma dai guerriglieri. Di 42 villaggi ora ne rimangono solo 4. Di racconti come questi ne ascoltiamo tanti. Ci portano a vedere anche l'abitazione del presidente del Dep, ora Dehap, crivellata di colpi di mitragliatrice nel 1992. Nel pomeriggio incontriamo i sindacati, in particolare quello degli insegnanti "Egitim Sen" rischia di essere dichiarato fuorilegge perche' chiede per gli studenti kurdi anche l'insegnamento della loro madrelingua. Il governo osteggia in ogni modo il sindacato, a cui non è concesso il diritto di sciopero; molti sono i sindacalisti arrestati, picchiati ed uccisi. A Sirnak il reddito pro capite annuale è di 500 dollari. Finiamo la giornata con la notizia che il giornale filocurdo"Gundem" di oggi, che parlava del Newroz, è stato sequestrato da tutte le edicole. L'ultima sorpresa di questa giornata è l'accensione dei fuochi del Newroz. Con la paura dell'arrivo della polizia in un piccolo spiazzo alla luce di un grande falo' sventolano la bandiera dei tre colori proibiti, la foto di Ocalan, la bandiera kurda e i canti e gli slogan si mescolano alla commozione, alle speranze ed alle aspettative per domani. Gruppo Sirnak, Italo Gaibazzi
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