Vento del Newroz n3



Vento del NEWROZ 2005 n3
A cura della delegazione italiana in Kurdistan Turco
<mailto:capodannocurdo at yahoo.it>capodannocurdo at yahoo.it ,
immagini e tutti i messaggio della delegazione si trova su
<http://www.uikionlus.com>www.uikionlus.com ,

Messaggio da Cizre , 19-marzo 2005
Il primo incontro della delegazione è avvenuto con la i rappresentanti
della municipalità di Baglar (Diyarbakir) e con la sindaca turca del DEHAP
Yurdusev Ozsokmenler.
Baglar è una città di profughi provenienti da diversi villaggi a seguito
dello svuotamento dei villaggi operato in modo sistematico del esercito
turco. La città, che conta circa 350 mila abitanti, ha gravi problemi
economici, un alto livello di disoccupazione che supera 60% della
popolazione, ed è del tutto priva di spazi e giochi per i bambini.Dal
governo centrale non è mai arrivato alcun aiuto. Un tentativo di affrontare
il drammatico problema del lavoro e della povertà minorile è rappresentato
da un progetto pilota sui bambini di strada del valore complessivo di 50740
euro che promosso insieme ad ICS e alla Regione Friuli Venezia Giulia che
ha sostenuto il finanziamento. Al momento esiste già una casa attrezzata
per lo studio e lo sport dei bambini - una specie di "dopo scuola" - che è
stata visitata dalla delegazione assieme ai rappresentanti della
municipalità. Lo spazio - studio è frequentato da 320 bambini, è aperto sia
nei giorni di scuola sia durante il fine settimana, e si pone come
obiettivo, oltre al recupero scolastico, quello di mettere a disposizione
spazi per il divertimento e lo sport dei bambini.
Il successivo incontro della delegazione si è svolto con l'Associazione
famigliari dei detenuti politici Tuhad-der di Diyarbakir, con la
presidentessa dell'Associazione, signora Nursel Aydogan.Su nostro richiesta
erano presenti anche alcuni familiari dei detenuti che la nostra
associazione ha in affido.I prigionieri politici in Turchia, dopo le
riforme del Codice Penale Turco, sono diminuiti di molto. Negli anni '90 e
'95, i prigionieri politici erano circa 10mila, oggi sono circa 2000 di cui
1500 condannati all'ergastolo ed altri 500 condannati a 36anni di carcere
(in questo numero sono compresi anche i detenuti della sinistra turca)
Il 90% di questi sono richiusi nelle carceri di tipo F e D, il restante 10
% in quale di tipo E. Solitamente i detenuti politici provengono dal
Kurdistan, ma vengono imprigonati in carceri dell'Ovest in modo da rendere
problematiche le visite di parenti ed avvocati. Le condizioni di
carcerazione sono molto dure; sono permesse solo le visite di familiari di
1 grado, con il divieto di usare, durante i colloqui, la lingua kurda,
spesso l'unica conosciuta dai familiari. Nelle le prigioni di isolamento di
tipo F, le celle vengono usate al massimo per 3 detenuti, mentre in quelle
di tipo E i detenuti possono arrivare fino al 10. Nelle prigioni di tipo F
non ci sono spazi comuni per i detenuti.In questo momento il governo turco
sta costruendo prigioni di tipo L;  l'unica prigione di tipo D che è
rimasta è quella di Diyarabakir per i detenuti politici. In questo carcere
sono sempre in funzione videocamere che controllano i colloqui con gli
avvocati e le aree comuni.
L'esempio più eclatante dell'isolamento carcerario turco è la prigione di
Imrali dov'è rinchiuso un unico detenuto, Abdullah Ocalan, in condizioni di
isolamento terribile.
Riguardo ai diversi trattamenti riservati a detenuti politici e comuni sono
cambiate molte cose, ma le differenza restano comunque forti. I politici
sono sempre visti come nemici. Cambiano le leggi, ma le riforme risultano
essere solo belle parole che rimangono sulla carta. Anzi, a ben vedere, al
situazione negli ultimi tempi, è addirittura peggiorata.Ad esempio,
riformando l'articolo 168 del Codice penale turco, che riguarda i membri di
organizzazioni illegali - il governo ha aumentato la pena prevista da 3 a 5
anni. I detenuti che escono di prigione per scadenza dei termini o oltre,
sono precluse molte attività, ad esempio, il detenuto non può lavorare per
il governo o fare militanza ai partiti politici.Le famiglie dei detenuti
presenti all'incontro hanno poi raccontato storie di ordinaria repressione
cui sono sottoposti parenti e detenuti in carceri.
Domenica 20 marzo
Sede del Dehap; ci accompagna il sindaco di Cizre, un membro del Dehap di
Ankara e membri locali.
Alla sede un'accoglienza commovente, una trentina di persone in fila
applaude al nostro passare e ci stringe la mano. Ci sediamo, il membro di
Ankara ci fa un quadro generale della situazione di questi anni: interi
villaggi sono stati bruciati, 10mila persone sono state uccise per mano
della polizia turca. I parlamentari kurdi sono stati messi in pigione solo
perché parlavano dei kurdi in kurdo. Critica la politica europea che si
limita a parlare di rispetto dei diritti umani in Turchia e non affronta il
problema del popolo kurdo chiamandolo con il suo nome. Per quanto riguarda
la situazione locale di Cizre, la città è cresciuta molto negli ultimi 20
anni, ufficialmente ha 69.00 abitanti, ma in realtà ne conta 100-110 mila,
sfollati provenienti dai villaggi durante gli anni della guerra. La zona
attorno di Cizre, a 10 km verso la  montagna, è una zona ancora proibita.
In questa zona ci sono molti villaggi distrutti. Alcuni sono stati
addirittura cancellati dalle mappe anche se di grandi dimensioni. In altri
villaggi si sono insediati i guardiani dei villaggi, ma sono privi di acqua
e di servizi.Nell'autunno del 2004 si è costituita una forza di
interpozisione formata dai giovani militanti del Dehap intenzionati a
trattare con i guerriglieri in montagna. Il gruppo di interposizione è
tuttavia stato fermato dalla polizia che ha potuto contare anche
sull'intervento dei guardiani dei villaggi. Una parte di questo gruppo è
stata arrestata e trattenuta in attesa di processo.
In un'altra occasione, il gruppo di interposizione, composto da 1000
persone provenienti da Diyarbakir, a causa della polizia non ha potuto fare
molto perché troppo numerosi. Questi giovani hanno promesso di tornare
sarebbero felici se la delegazione si unisse a loro. I problemi della
municipalità, spiega il sindaco sono enormi: manca il sistema di
canalizzazione della acqua per cui nei periodi di pioggia la cittadina
viene spesso allegata, i bambini vanno a scuola camminando nel fango e si
creano condizioni inumane.
Le scuole hanno classi affollate, arrivando ad ospitare fino a 100 bambini
per classe. Non ci sono spazi aperto per giocare. La municipalità  non ha
fondi sufficienti anche a causa della politica del governo che, ostile ai
municipi retti dal DEHAP, non concede loro le risorse dovute? La città di
Cizre è stata conquistata dal Dehap per la prima volta nel 2004, con il 90%
dei voti. Il boicottaggio del governo assume forme diverse. Tutti gli
edifici governativi (caserme di polizia ecc.) non versano al comune i soldi
per il consumo dell'acqua e in risposta ai controlli effettuati dal
personale della municipalità i militari minacciano di distruggere le strade
con i passaggi dei carri armati. A conclusione dell'incontro, alcuni tra i
presenti chiedono cosa possono fare le delegazioni che vengono in occasione
del Newroz in Kurdistan al ritorno in Italia (o nel Paese di provenienza).
Un'altra proposta pervenuta riguarda un progetto di gemellaggio chiamato
"scegli il tuo fratello" che prevede che i bambini con maggiori possibilità
economiche sostengano un fratello con minori possibilità, il progetto
compare anche con un sito internet.
Per quanto riguarda il Newroz, esso è stato autorizzato per la prima volta
nel 2004; quest'anno si festeggerà dal 12.00 all're 17.00 e si svolgerà in
un quartiere due passi al fiume Tigri.
Gruppo Cizre-Siirt

Messaggio da Sirnak, 20 marzo
Vigilia del Newroz. Tanti incontri con la società civile
Sirnak è una città di 70.000 abitanti. Fino ad alcuni anni fa era più
piccola e meno abitata; l'urbanizzazione forzata è iniziata da quando, nei
dintorni, moltissimi villaggi sono stati distrutti ad opera dei militari e
questi sfollati sono stati costretti a stabilirsi in città aggiungendo
problemi ai problemi già esistenti. Ahmet Ertak, sindaco Dehap di Sirnak si
trova ad amministrare una città in cui mancano tutti i servizi essenziali.
La situazione sanitaria è al collasso: i medici generici sono 1 ogni 10.000
abitanti, non c'è un pediatra e di bambini ce ne sono davvero tanti! Ci
sono 8 scuole primarie e 3 secondarie, le classi arrivano anche a 70
alunni. Anche gli insegnanti sono pochi, in tutta la provincia ne
occorrerebbero altri 1400. Il 70% degli abitanti è analfabeta, soprattutto
le donne e non si può quantificare la percentuale di abbandono scolastico.
Moltissimi bambini non vengono registrati all'anagrafe fino all'iscrizione
scolastica.
Le donne sono altamente discriminate, sono costretti a matrimoni decisi
dalle famiglie e moltissimi sono i suicidi/omicidi d'onore.
Intorno a Sirnak ci sono 3 torrenti altamente inquinati dagli scarichi
urbani: necessitano di interventi di risanamento.
L'incontro più toccante e più esplicativo della situazione di Sirnak è
quello con gli sfollati dai villaggi distrutti e coi famigliari degli
scomparsi. Entriamo nella sede del Dehap affollata, ci accolgono con grande
affetto. Davanti a noi siedono due donne dal viso fiero e triste: una ci
dice che un giorno i militari andarono sul posto di lavoro del marito
minatore e chiesero a tutti i lavoratori la carta d'identità, la
restituirono a tutti tranne a due: suo marito e un altro. Alcuni giorni
dopo gli stessi militari convocarono quei due alla gendarmeria per vedere
la loro carta d'identità che ovviamente non avevano, da allora sono
scomparsi: era il 1992. Si alza poi un uomo e ci dice che fino al 1990
viveva in un villaggio, Besta. Dopo mesi di minacce i militari intimarono
loro di diventare guardie di villaggio. Il rifiuto degli abitanti portò
alla distruzione del villaggio, furono costretti a fuggire senza portare
nulla con sè ed ancora oggi non possono tornare a Besta. In quei tre giorni
i militari distrussero 13 villaggi. Il governo sostiene che queste
violazioni non  sono commesse dai militari ma dai guerriglieri. Di 42
villaggi ora ne rimangono solo 4. Di racconti come questi ne ascoltiamo
tanti. Ci portano a vedere anche l'abitazione del presidente del Dep, ora
Dehap, crivellata di colpi di mitragliatrice nel 1992.
Nel pomeriggio incontriamo i sindacati, in particolare quello degli
insegnanti "Egitim Sen" rischia di essere dichiarato fuorilegge perche'
chiede per gli studenti kurdi anche l'insegnamento della loro madrelingua.
Il governo osteggia in ogni modo il sindacato, a cui non  è concesso  il
diritto di sciopero; molti sono i sindacalisti arrestati, picchiati ed
uccisi.
A Sirnak il reddito pro capite annuale è di 500 dollari.
Finiamo la giornata con la notizia che il giornale filocurdo"Gundem" di
oggi, che parlava del Newroz,  è stato sequestrato da tutte le edicole.
L'ultima sorpresa di questa giornata è l'accensione dei fuochi del Newroz.
Con la paura dell'arrivo della polizia in un piccolo spiazzo alla luce di
un grande falo' sventolano la bandiera dei tre colori proibiti, la foto di
Ocalan, la bandiera kurda e i canti e gli slogan si mescolano alla
commozione, alle speranze ed alle aspettative per domani.
Gruppo Sirnak, Italo Gaibazzi