Manu Chao



Manu Chao: "Dopo il G8 in Italia mi perseguitano"

Su "Le Monde" duro atto d'accusa dell'ex leader di Mano Negra "Contro di me
polizia, allarmismo e diffamazione, dopo il G8 in Italia, contro di me,
tutti i colpi sono permessi". Manu Chao, l' ex leader di Mano Negra, figura
di spicco del movimento no global, si racconta in una intervista a Le Monde
. E confessa di sentirsi nel mirino quando deve suonare nel nostro Paese.
"In Italia - dice il musicista - bisogna sorvegliare i camion, evitare di
ritrovarsi con un chilo di cocaina nascosta nel materiale, non rispondere
ai poliziotti camuffati da giornalisti nelle conferenze stampa".
Quella raccontata dal cantante francese è una realta che vede "poliziotti
davanti ad ogni sala dove suono", città "in stato d' assedio", commercianti
"che chiudono i loro negozi". "La stampa di destra spiega che i vandali, i
drogati e i terroristi sono pronti a sbarcare. I manifesti dell' estrema
destra proclamano: 'Arriva il peggio della cultura'. Il condizionamento è
ben orchestrato - dice il cantante - . Questo sfiora il ridicolo. In venti
anni di carriera, i miei concerti non hanno provocato alcun incidente e non
sono stati che feste".
Nell' intervista Manu Chao nega di essere un leader del movimento no
global, e sorride quando lo si definisce "Il Jose Bovè della musica"
("anche se è preferibile a "Il George Bush della musica), la ragione è
tattica: "Il movimento sarà forte fino a quando non avrà leader e resterà
orizzontale". "Sono spesso i politici - afferma Manu Chao - che ti
costringono ad occupare questo ruolo di leader coinvolgendoti in cose alle
quali devi rispondere. Quando al vertice del G8, il ministero dell' interno
spiega su tutti i media che vuole negoziare la sicurezza di Genova
con Manu Chao, sono costretto a rispondergli e ad entrare in un ballo che
non mi diverte. Ho detto ciò che pensavo di questo comportamento, e da
allora in Italia è la guerra".
Ma le conseguenze della militanza no global, accusa Manu Chao, non si
limitano all'Italia. "Questa campagna avveniva anche in Spagna, alla fine
del governo di Aznar. Ero stato accusato di apologia del terrorismo e di
sostegno all' Eta. Tutto evidentemente falso". E ora con Zapatero? "E' un
politico come gli altri, ma l' aria è più respirabile".

Lunedì, 07 febbraio 2005


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L'autoritarismo ha bisogno
di obbedienza,
la democrazia di
DISOBBEDIENZA