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Fw: [associazione per la pace] gennaio 29
- Subject: Fw: [associazione per la pace] gennaio 29
- From: "Edvino Ugolini" <edvino.ugolini at tin.it>
- Date: Sat, 29 Jan 2005 16:43:12 +0100
29 GENNAIO 2005 PERCHE' SIAMO ANCORA IN IRAQ ? "Non siamo in guerra". Quindi i soldati italiani in Iraq pattugliano con elicotteri inadeguati: così il Governo Berlusconi si salva la faccia, ma i soldati rischiano la pelle. Così ora si è aggiunta una nuova vittima italiana. Si aggiunge alle oltre 100.000 vittime irachene (non contate): uno tsunami ad opera degli umani e per ragioni "preventive". Lo tsunami naturale del Sudest asiatico, invece, ha fatto tante vittime per mancanza di prevenzione. Quando muore un militare è sempre un eroe, dovunque, comunque. Gli elicotteristi italiani che un anno fa denunciarono la mancanza di sicurezza degli elicotteri in missione e rifiutarono di volare non erano eroi, anzi, furono trattati da codardi. Noi siamo codardi e sentimentali: non ci esce dalla mente la notizia (oscurata dal patriottismo obbligatorio) che il maresciallo morto da eroe non voleva più partire per l'Iraq dopo la nascita della sua bambina. E vorremmo per lui che fosse riuscito a scegliere "eroicamente" il mestiere di padre. Perché il Governo italiano deve continuare a provare la sua fedeltà ai piani di Bush, al suo interventismo dichiarato? Qual è il prossimo paese da occupare per "liberarlo"? Perché il Governo italiano non opera come molte altre nazioni che hanno già ritirato i loro soldati dall'Iraq, come Spagna Norvegia Filippine ecc, o che hanno programmato il ritiro in tempi certi, come Bulgaria Portogallo Polonia Ucraina e Olanda? Perché il Governo italiano non si confronta a livello europeo, scegliendo così l'isolamento dall'Europa in politica estera, e non pone un termine alla presenza militare in Iraq, che ci è già costata 21 morti e più di 600 milioni di euro? Perché si schiera in armi "dietro l'ultimo imperatore del bene contro il male" e dietro un governo fantoccio? Perché non dice che le elezioni in Iraq di questi giorni sono una tragica farsa che alimenterà altri scontri violenze e sofferenze? Perché i portavoce del Governo italiano stanno dicendo che non ci si immaginava uno sviluppo così violento della situazione irachena? Noi ce l'eravamo immaginato e abbiamo ancora una volta l'amara soddisfazione del "noi l'avevamo detto", quando in tanti nel mondo abbiamo espresso la volontà di fermare l'invasione dell'Iraq. Proprio al Capo del Governo italiano è scappato detto (dopo le parole democrazia libertà dolore eroe.): che la presenza di soldati italiani "ci dà peso e prestigio rilevanti nel mondo ed è un vantaggio per le nostre imprese e la nostra economia". NO GRAZIE. Preferiamo fare a meno di acquisire meriti agli occhi dell'attuale Governo degli Stati Uniti (non dell'Europa, non dell'ONU, non della maggioranza del popolo italiano). Anzi, chiediamo all'Italia di dare con il RITIRO DEI MILITARI ITALIANI DALL'IRAQ un chiaro segnale di presa di distanza dalle politiche di guerra statunitensi, un NO alla prevenzione armata e all'ideologia dello scontro di civiltà. NOVARA SOCIAL FORUM ASSOCIAZIONE PER LA PACE
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