[comunicati_lilliput] Stop alla censura preventiva per giornalisti e ONG.



Comunicato Stampa Rete Lilliput

Stop alla censura preventiva per giornalisti e ONG.
Appello su www.ostinatiperlapace.org contro la riforma dei codici penali
militari di pace e di guerra.
Per informazioni e interviste Manuele Messineo del Nodo Lilliput di Roma:
349/5705059

Un appello, che vede Alex Zanotelli tra i primi firmatari, per fermare la
revisione delle leggi penali militari di pace e di guerra. E' possibile
sottoscriverlo sul sito www.ostinatiperlapace.org. La riforma già passata
al Senato e in procinto di essere approvata anche alla Camera prevede, tra
l'altro, che in paesi con una presenza di militari italiani (come ad
esempio l'Iraq), il Codice Penale Militare di Guerra possa essere applicato
anche per i civili. Ciò vuol dire che giornalisti, membri di ONG e chiunque
decida di diffondere "verità scomode" si troverebbe, a meno di una scelta
rivolta alla disobbedienza civile, nella condizione di dover non vedere,
non sentire e non parlare.

La riforma dei codici penali di guerra si prefigura così come un vero
attacco alla democrazia. In deroga ai principi sanciti dalla Costituzione
la riforma rende legittima l'adozione della legge penale di guerra e allo
stesso tempo sottopone alla legge penale militare alcuni reati comuni
commessi da militari. Il testo della riforma limita inoltre fortemente
l'agibilità dei diritti democratici nelle caserme prevedendo la
trasformazione delle trasgressioni disciplinari in reati militari.

È necessaria pertanto aprire una discussione ampia che coinvolga la
magistratura, i cittadini in divisa, i giornalisti, la società civile e le
istituzioni per approfondire ed eliminare i molti aspetti inquietanti di
questa proposta di legge. L'obiettivo di questa revisione dei codici penali
militari è, di fatto, quello di offrire un contributo normativo alla
costruzione del nuovo ordine (o disordine) globale e alle teorie della
guerra permanente. Normare l'emergenza bellica per normalizzare la guerra.
Inoltre è alto il rischio di una definitiva decostituzionalizzione del
concetto di "tempo di pace" e "tempo di guerra", sino a una integrale
perdita di senso di quanto stabilito dall'art. 11, il cui valore quale
principio fondamentale della nostra Costituzione è stato già pesantemente
messo in discussione da altri atti posti in essere da questo e da altri
governi e precedenti assemblee parlamentari del nostro Paese.

E' necessario allora tentare di invertire la rotta e tentare di recuperare
un'altra idea di codice militare, incardinato sui principi costituzionali,
che riconosca la centralità del parlamento (e non di un governo delegato) e
che soprattutto sia in grado di fare i conti con quel ripudio della guerra
che è parte integrante della Costituzione repubblicana e oggi anche della
coscienza politica di tanta parte dell'opinione pubblica (italiana e
internazionale).
Risulta, quindi, urgente reagire alla sistematica compressione delle
garanzie costituzionali (basti pensare alla violazione dell'art. 11 della
Costituzione), affermando e salvaguardando con forza la libertà di
informazione ed il diritto ad informare ed essere informati, soprattutto
riguardo a fatti di forte drammaticità e peso civile, nei quali una
corretta informazione è principio della capacità di controllo e valutazione
dell'operato delle istituzioni a governo del Paese.

Il Gruppo Nonviolenza di Rete di Lilliput e Articolo11 (Presidio permanente
davanti a Palazzo Chigi per il ritiro delle truppe dall'Iraq) propone così
di aderire all'appello e ad attivarsi per fermare l'approvazione alla
Camera della delega per la revisione delle leggi penali militari (di pace e
di guerra).
Per dare la propria disponibilità ad attivarsi è possibile mandare una
email direttamente all'indirizzo
<mailto:artundici at libero.it>artundici at libero.it o chiamare telefonicamente
Manuele Messineo del Nodo Lilliput di Roma al 349/5705059.

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