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avanti il prossimo
- Subject: avanti il prossimo
- From: Joe <flespa at tiscali.it>
- Date: Wed, 19 Jan 2005 22:28:50 +0100
Iran-Stati Uniti - Bush promuove il conflitto Si istituzionalizza la guerra preventiva E' ormai guerra diplomatica tra Stati Uniti e Iran, che in queste ore si stanno fronteggiando con reciproci avvertimenti e minacce. Il presidente americano George W. Bush in persona ha oggi parlato apertamente della possibilità di conflitto militare tra i due paesi. "Spero di poter risolvere le cose attraverso la diplomazia, ma non intendo escludere nessuna opzione - ha affermato nel corso di un'intervista con l'Nbc - escluderò l'opzione bellica solo quando l'Iran cesserà di creare ostacoli alla comunità internazionale sulla esistenza dei suoi programmi nucleari militari". Poche ore dopo Condoleezza Rice, che prenderà tra pochi giorni il posto di Colin Powell sulla poltrona di segretario di Stato, ha assicurato che nei prossimi quattro anni la Casa Bianca punterà decisamente sulla diplomazia, ma non ha nascosto il desiderio dell'amministrazione di Washington di poter garantire democrazia a tutto il Medioriente. "Finché il Medioriente resta una regione di tirannia, di disperazione e di rabbia - ha chiarito - produrrà sempre estremisti e movimenti che minacciano la sicurezza degli americani e dei nostri amici". Minacce che il regime della repubblica islamica ha rispedito al mittente, assicurando che un'eventuale invasione statunitense sarà certamente respinta. "Possiamo dire che la nostra forza è sufficiente per impedire attacchi da qualsiasi Paese - ha dichiarato oggi il ministro della difesa iraniano Ali Shamkhani - in quanto nessuno ha informazioni precise sulle nostre capacità militari, grazie alla nostra abilità nell'attuare strategie flessibili". Gli ispettori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica hanno ieri lasciato l'Iran. Secondo le prime indiscrezioni non sarebbe stata trovata alcuna prova che il regime di Teheran stia mettendo a punto armamenti proibiti. Una notizia che non soddisferà di certo coloro che, negli Stati Uniti, spingono affinché il "problema iraniano" possa essere al più presto affrontato. E' notizia di ieri che l'amministrazione di George Bush starebbe conducendo delle indagini "in proprio" alla ricerca di siti nucleari nella repubblica islamica. Secondo il prestigioso periodico "New Yorker", infatti, la Casa Bianca ha ordinato delle operazioni paramilitari che prevedono l'utilizzo di soldati delle forze speciali. Soldati che si sarebbero già introdotti in Iran diversi mesi fa attraverso il confine pakistano. Un'inchiesta che il consigliere del presidente Dan Bartlett, ha definito "piena di inesattezze". Inesattezze, dunque, ma nessuna vera e propria smentita. Bartlett ha anzi voluto precisare che nessun presidente, in nessun momento importante della storia, "ha mai scartato a priori l'opzione militare". Una sorta di avvertimento, insomma, che si va ad aggiungere alle numerose minacce degli scorsi mesi. A novembre il segretario di stato Colin Powell aveva assicurato che Teheran era ormai ad un passo dall'acquisizione di armamenti nucleari. "Armi da lanciare non solo qualcosa da tenere in un deposito - aveva chiarito - in base alle informazioni in nostro possesso possiamo dire che gli iraniani stanno lavorando seriamente a sistemi missilistici e armi nucleari. La cosa dovrebbe preoccupare tutti". A settembre il sottosegretario di Stato John Bolton aveva accusato l'Iran di "minacciare la pace globale". Poche settimane prima l'inquilino della Casa Bianca in persona aveva reso noto che il governo della repubblica islamica era addirittura sospettato di un coinvolgimento negli attacchi al World Trade Center e al Pentagono. "Stiamo indagando a fondo per accertare se vi sia stata una connessione diretta con gli attacchi dell'11 settembre 2001 - aveva spiegato Bush - continueremo ad indagare per verificare se vi sia stato un coinvolgimento degli iraniani". Poco prima delle elezioni presidenziali del 2 novembre Joseph Cirincione, esperto in armamenti di distruzione di massa della "Carnegie Endowment for International Peace", aveva assicurato che il presidente Bush, in caso di secondo mandato, avrebbe certamente sferrato un attacco contro il regime di Teheran. Lo scorso luglio il quotidiano britannico "The Times" pubblicò un articolo nel quale si affermava che Washington ha in cantiere un piano militare per colpire il complesso nucleare iraniano di Bushehr. Un attacco che, sempre secondo il periodico, dovrebbe servire come apripista per una successiva invasione. ---------- (WWW.CENTOMOVIMENTI.COM, 18-1-2005)
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