"Costruire dall'Umbria convivenza e dialogo" (G. Maddoli)



COSTRUIRE DALL’UMBRIA CONVIVENZA E DIALOGO

A quando il decollo del progetto S. Matteo degli Armeni?

GIANFRANCO MADDOLI
<gianfrancomaddoli at tin.it>


        Nel grande scenario di odio, di guerre e di rinnovato scontro fra visioni religiose del mondo che ogni giorno di più si dischiude attorno a noi e ci coinvolge, rendendoci tutti vittime, e non solo potenziali, non possiamo restare passivi spettatori. Per quanto appaia sproporzionata alla nostra statura di singoli cittadini l’entità degli eventi che infiammano il mondo  dall’Iraq a Israele, dalla Palestina all’Angola alla Costa d’Avorio e ai tanti conflitti nascosti, dalla fame alle carestie alle epidemie di massa  abbiamo davanti un’unica via (oltre quella, per i credenti, della preghiera) per intervenire a favore di un’umanità lacerata e calpestata: la via della politica e dell’impegno sociale, che richiede peraltro cultura nel senso ampio del termine e vigile coscienza del proprio tempo.
        Ma se la partecipazione attiva del cittadino alla soluzione di questi eventi di portata mondiale può apparire , attraverso il voto democratico e le sue necessarie conseguenze sulla politica interna e internazionale, ancora troppo mediata e lontana, esistono fronti interni direttamente connessi alle odierne tensioni planetarie sui quali le comunità locali possono intervenire. Uno di questi, forse il più attuale e pressante, è costituito dal fenomeno immigratorio e dalla conseguente riproposizione su scala locale dei problemi di convivenza fra culture e religioni diverse. Ed è proprio qui, fuori dai sanguinosi conflitti rivestiti ormai di accentuate tensioni religiose, che è possibile invece costruire conoscenza reciproca, convivenza e dialogo.
        Molto si sta già facendo in Umbria in questa direzione, in quello “spirito di Assisi” che si levò dai grandi incontri fra religioni dal 1986 e del 2001, grazie alla Tavola della Pace, al Centro Ecumenico perugino, alle recenti iniziative promosse da Mons. Paglia a Terni e da altri in altre città;  già da tempo, anche a seguito del messaggio di Aldo Capitini. Ma la drammatica situazione mondiale chiede oggi di intensificare al massimo l’impegno. Da alcuni anni ho proposto la creazione a Perugia, nel complesso monumentale di San Matteo degli Armeni  (di proprietà pubblica, attualmente in restauro ma ancora inutilizzato), di un Centro permanente per l’educazione alla convivenza fra culture e religioni diverse. Sono emersi ampi consensi a livello sia civile che religioso, e la stampa locale diede a suo tempo largo spazio al progetto. Far convivere esponenti rappresentativi di etnie diverse, stimolarli e stimolare tutti alla conoscenza reciproca delle rispettive culture e fedi, ospitare corsi di master su cooperazione e sviluppo, promuovere incontri ed eventi fra le grandi religioni monoteistiche e le loro interne articolazioni, coinvolgere le scuole: questi, e altri, gli obiettivi possibili di un tal Centro, che dovrebbe essere sostenuto dallo sforzo congiunto di Regione ed Enti locali, dalle due Università, da Chiese e Fondazioni bancarie… Se si ha il senso della Storia e delle sue priorità, se si lavora per la pace non solo a parole o con pur lodevoli marce, non dovrebbero mancare le volontà politiche in questo senso. E di conseguenza le risorse.
        Purtroppo si è perso tempo. La Regione si espresse già nel 2002 con una prima delibera; è stato registrato un parere positivo degli ultimi due sindaci del capoluogo, del sindaco di Terni e di molti altri, oltre l’assenso di autorevoli voci episcopali e dei responsabili di associazioni impegnate. E c’è soprattutto l’assenso e l’incoraggiamento del Presidente della Repubblica Ciampi. Occorre riprendere con decisione l’iniziativa: ogni vita spezzata dalle guerre o dalla fame, ogni attentato terroristico ce lo ricordano impietosamente. All’inizio del prossimo dicembre parteciperò a Tunisi a un convegno internazionale promosso dalla “cattedra Ben Ali per il dialogo fra civiltà e religioni” dell’Università  di quel significativo avamposto mediterraneo; in quella sede vorrei portare la conferma che Perugia e l’Umbria hanno deciso di intensificare l’impegno per la costruzione di un mondo di pace, insieme alla proposta di dar vita a una rete internazionale che colleghi e potenzi le diverse iniziative animate dalla medesima positiva volontà.



Pubblicato in CORRIERE DELL’UMBRIA del 13/11/04