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Indymedia: comincia a chiarirsi la vicenda
- Subject: Indymedia: comincia a chiarirsi la vicenda
- From: Gennaro Scala <gennarolasca at yahoo.it>
- Date: Sat, 9 Oct 2004 16:32:47 +0200 (CEST)
http://italy.indymedia.org/news/2004/10/660274.php Ecco qui, potrebbe essere la spiegazione...... MOLTO ESPLICITO "l'ipotesi di reato di cui all'articolo 290 del codice penale - vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle Forze armate - ed ha prontamente avviato le indagini, anche di natura tecnica, all'esito delle quali, essendo i server del sito in questione attestati al di fuori del territorio nazionale, potrebbe anche essere valutata l'opportunità di attivare la procedura della rogatoria internazionale al fine di acquisire elementi di prova". (Pubblicazione in un sito Internet di giudizi offensivi nei riguardi dei militari impegnati in Iraq - n. 2-00977) PRESIDENTE. L'onorevole Landolfi ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-00977 (vedi l'allegato A - Interpellanze urgenti sezione 4). 13-11-2003 (...) PRESIDENTE. Il Sottosegretario di Stato per la giustizia, onorevole Valentino, ha facoltà di rispondere. GIUSEPPE VALENTINO, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il Governo, naturalmente, condivide le espressioni censorie che in maniera così avvertita sono state pronunziate poc'anzi dall'onorevole Landolfi, il quale nel testo della risposta predisposta potrà rilevare come siano state avviate tutte quelle iniziative che sono doverose di fronte a fatti di tale gravità. Il sito http://www.italy.indymedia.org, sul quale sono comparse nei giorni scorsi frasi volgari ed aggressive nei confronti delle Forze armate italiane, carabinieri ed alpini, costituisce un noto sito di cosiddetta «controinformazione», che accoglie notizie ed e-mail riguardanti le tematiche affrontate dai centri sociali, dalla estrema sinistra e dall'area dell'autonomia. Il suddetto sito fa parte del network internazionale http://www.indymedia.org, la cui società di gestione è ubicata negli Stati Uniti d'America, nato nel 1999 a Seattle per documentare le manifestazioni di protesta tenutesi in occasione dello svolgimento in quella città della riunione dell'Organizzazione mondiale per il commercio. Il sito è registrato a nome della società IMC, mentre il sottosito italiano è registrato presso i server inglesi della società Rackspace Maged Hosting, a sua volta avente sede in San Antonio, negli Stati Uniti d'America. Indymedia si definisce un network di media gestito collettivamente e comprende una rete di soggetti che lavorano nel mondo della comunicazione con lo scopo di diffondere un'informazione dei fatti asseritamente «obiettiva», lo dico tra virgolette, beninteso. Non è un'associazione e non ha sedi fisiche. Il materiale presente negli spazi offerti gratuitamente viene redatto da qualsiasi utente del network, mentre quello presente nella «colonna centrale» viene pubblicato dalle sole persone iscritte alle mailing list di Indymedia. Costoro partecipano, inoltre, ai meeting che si svolgono sui canali chat di IRC, internet relay chat. Deve, altresì, evidenziarsi che in merito ai commenti apparsi sul predetto sito aventi ad oggetto l'attentato del 12 novembre scorso ai danni del contingente militare italiano in missione di pace in Iraq, il compartimento polizia postale di Bologna ha inoltrato apposita informativa alla procura della Repubblica presso il tribunale di Bologna. Tale autorità giudiziaria ha immediatamente iscritto un procedimento penale a carico di ignoti configurando l'ipotesi di reato di cui all'articolo 290 del codice penale - vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle Forze armate - ed ha prontamente avviato le indagini, anche di natura tecnica, all'esito delle quali, essendo i server del sito in questione attestati al di fuori del territorio nazionale, potrebbe anche essere valutata l'opportunità di attivare la procedura della rogatoria internazionale al fine di acquisire elementi di prova. Infine, è opportuno segnalare che numerose procure della Repubblica - in particolare, sulla base dei dati finora acquisiti, quelle di Napoli, Salerno, Vallo della Lucania, Brescia e Bari - proprio avendo avuto conoscenza del contenuto dell'interpellanza dell'onorevole Landolfi - a seguito della sua trasmissione che doverosamente ne ha fatto il Ministero della giustizia -, hanno immediatamente disposto l'iscrizione di procedimenti penali a carico di ignoti, ipotizzando la commissione del reato di cui all'articolo 290 del codice penale. Molte altre procure si sono in ogni caso prontamente attivate al fine di individuare la localizzazione del sito indicato nell'interpellanza. unità on line 21.11.2003 An se la prende con Indymedia, la rete di giornalisti indipendenti di red «Alcune Procure italiane hanno aperto un'inchiesta sul sito http://www.Indymedia.org»;. A darne notizia Mario Landolfi, primo firmatario di un'interpellanza urgente «sui deliranti e violenti attacchi contenuti nel web no global nei confronti dei soldati italiani morti a Nassiriya». Il Portavoce di An cita la risposta del Sottosegretario alla Giustizia, Giuseppe Valentino, che ha annunciato l'apertura di un procedimento penale da parte di alcune procure (tra le quali Bologna, Napoli, Vallo della Lucania, Salerno, Brescia e Bari) per il reato di vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle forze armate. Il governo non ha escluso l'attivazione di procedure di rogatorie internazionali, rese necessarie dalla ramificazione oltre i confini italiani dei server di Indymedia. Landolfi, che ha ricordato la presenza sul sito di link riferibili ai Ds (Indymedia Italia cita spesso l'Unità on line ndr), ai Comunisti italiani e a Rifondazione Comunista, ha espresso «soddisfazione» per la dichiarata volontà del governo di non sottovalutare nè banalizzare queste «aberranti forme di teppismo elettronico». Il tutto è iniziato con alcuni articoli di quotidiani nazionali a forte tiratura che hanno monitorato il forum libero del sito di Indymedia dall'attentato di Nassyria in poi. Si faceva riferimento a alcune e-mail che, a partire da sentimenti di rifiuto della guerra in Iraq e dalla repulsione verso la retorica nazionalista utilizzata dagli esponenti governativi dopo la strage, arrivavano a giudizi anche pesanti sul tricolore, il sentimento patriottico ecc. Ciò che Landolfi - e altri - non sa o fa finta di non sapere è che per sua natura e linea editoriale i forum di Indymedia in tutto il mondo sono assolutamente liberi e non vengono censurati da una redazione centrale, che per altro non esiste neanche, essendo Indymedia per l'appunto un network indipendente. ___________________________________ Nuovo Yahoo! Messenger: E' molto più divertente: Audibles, Avatar, Webcam, Giochi, Rubrica… Scaricalo ora! http://it.messenger.yahoo.it
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