[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Due inglesi in arancione
- Subject: Due inglesi in arancione
- From: lanfranco caminiti <lanfranco at apolis.com>
- Date: Sat, 2 Oct 2004 11:14:35 +0200
Due inglesi in arancione lanfranco caminiti [www.lanfranco.org] Greetings, mister Blair, auguri per la sua operazione al cuore. Ha sorpreso tutti, dopo averla vista tenace e pimpante al congresso del suo partito, sapere che dovesse operarsi d'urgenza. L'abbiamo sentita rispondere con decisione sulla questione della guerra in Iraq - sì, le informazioni sulle armi di distruzione di massa e il pericolo imminente erano tutte balle, ma il mondo è migliore senza Saddam, che è il leitmotiv di Bush - e spostare l'attenzione sulle questioni «interne» - più opportunità per tutti, eccetera, insomma, four more years, che è anche questo un po' il leitmotiv di Bush. Sono contento per lei che si trattasse di una questione di routine, sebbene dopo lo smantellamento della sanità nazionale il livello dell'assistenza medica in Gran Bretagna sia mediamente sceso e non fossi molto tranquillo. Vorrei parlarle di un signore inglese che si trova davvero in bocca al lupo, Kenneth Bigley. L'ultimo video è sconcertante: in una gabbia ridottissima, con le catene al collo, in tuta arancione, piange e chiede di sopravvivere, e si rivolge a lei per salvargli la vita. Con tutta evidenza, sopra di lui non c'è un glass ceiling, quel «soffitto di vetro» che ha citato nel suo discorso sulle opportunità per tutti. Ho ascoltato le poche parole di mister Bigley e sono rimasto colpito da quella sua frase, My life is cheap, la mia vita vale poco. Non si rende conto del perché sia stato sequestrato, di come possa esserci qualcuno che immagini di poter ottenere un riscatto attraverso la sua vita. Per i terroristi, davvero la sua vita vale poco. E' evidentemente solo uno strumento. Però, è proprio questo che mi commuove: la battaglia disperata di un uomo incastrato in un ingranaggio di morte su cui non ha alcun controllo e che, a dispetto di ogni evidenza, combatte per la propria vita. Per me la sua vita non vale poco, anzi vale moltissimo, come quella di tutte le vittime di questo mortale ingranaggio guerra-terrorismo che continua ad autoalimentarsi in moto perpetuo. Lei ha il potere di fare qualcosa, non so esattamente cosa. Che potrebbe avere ripercussioni straordinarie. Vede, guardando quel video mi sono detto che davvero questi terroristi non avranno molta durata: tutto quello che riescono a inventarsi è solo la speculare deformazione delle mostruosità del nostro mondo. Loro le ripetono, pari pari, in modo arraffazzonato. Ha notato quanta cura «simbolica» mettono in quella tuta arancione? Chissà dove le comprano? Le fabbricano loro? Sembra proprio una tuta di Guantanamo, magari - nei processi di outsourcing industriale - finirà che terroristi e carcerieri si forniscano presso la stessa ditta, nelle Filippine, che so, in Perù, un made in China. Però, lei, è vero, ha fatto di tutto per riportarsi a casa i suoi cittadini chiusi là, segno che quella storia un po' di inquietudine la provoca. Ne sono tornati cinque, ma ne rimangono quattro. Tra questi, Moazzam Begg, un suo connazionale di 36 anni, che sta a Guantanamo da due anni e mezzo senza processo. Per la prima volta, da poco, si è potuta leggere una sua lettera senza censura: racconta di essere stato physically abused, minacciato di morte, tenuto in isolamento dagli inizi dell'anno scorso. Anche lì, nessun glass ceiling, nessun «soffitto di vetro». Il suo avvocato, Clive Stafford-Smith, dice che il governo dovrebbe muoversi e garantirne l'immediato rimpatrio, e portare gli Stati uniti davanti all'Onu per violazione dei diritti internazionali. Ho letto la lettera di mister Begg e anche qui mi ha colpito un dettaglio, di quando racconta il suo primo periodo di detenzione a Bagram, la base aerea in Afghanistan, dove fu stripped by force, messo a nudo con la forza, interrogato e «ripreso» da diverse telecamere tenute da personale americano. C'abbiamo questa fissa qui, noi, delle telecamere. Due cittadini inglesi in tuta arancione, nello stesso momento, in due luoghi lontanissimi e oscuri, eppure speculari. Un ingranaggio mostruoso che stritola persone la cui vita vale poco. Una rappresentazione orribile, eppure in qualche modo sintetica di questo momento assurdo, senza via d'uscita. Lei può fare molto. Adesso. Auguri, allora, mister Blair. Che il suo cuore sia forte. Roma, 2 ottobre 2004
- Prev by Date: COMUNICATO-IV MEETING DEI GIOVANI della Diocesi di Alife-Caiazzo (CASERTA)
- Next by Date: no al lifting pacifista
- Previous by thread: COMUNICATO-IV MEETING DEI GIOVANI della Diocesi di Alife-Caiazzo (CASERTA)
- Next by thread: no al lifting pacifista
- Indice: