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del mondo kurdo n21
- Subject: del mondo kurdo n21
- From: "uiki.onlus" <uiki.onlus at fastwebnet.it>
- Date: Fri, 24 Sep 2004 10:27:13 +0200
Del Mondo Kurdo n21 A cura dell'Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia - Via Gregorio VII n. 278, 00165 Roma Tel. 06636892 - Fax. 0639380273 - Email: uiki.onlus at fastwebnet.it - Internet: www.kurdistan.it, www.uikionlus.com Sommario : 1. Dichiarazione del presidente del Comitato di Difesa popolare - FRANCOFORTE (Settembre 2004) 2. Öcalan ha dichiarato di approvare il richiamo all'armistizio in cinque punti del KONGRA-GEL e invita tutti ad incontrarsi sotto il "tetto"del KONGRA-GEL. DIHA- Istanbul / Settembre 2004 3. Congresso Nazionale del Kurdistan (KNK): Libertà per Nuriye Kesbir! - BRUSSEL(Settembre 20004) 4. Evacuazione di un villaggio- DIYARBAKIR (DIHA, 18/08/ 2004) 5 Corsi di prima alfabetizzazione per donne a Bostanici, in provincia di VAN (DIHA, 27/08/04) 6. Mobilitazione per l'avvocato degli abitanti dei villaggi Yezidi- SIRNAK (DIHA, 13/09/04) 7. Bilancio di luglio e agosto dell'IHD (Associazione dei Diritti Umani) DIYARBAKIR, DIHA 14/9/2004 1. Dichiarazione del presidente del Comitato di Difesa popolare- FRANCOFORTE (Settembre 2004) Il presidente dell'esecutivo delle forze di difesa popolare (HPG) del KONGRA GEL, Murat Karayilan, ha dichiarato che la regione e il paese hanno bisogno di una pace stabile, ponendo l'accento sul fatto che i curdi sono pronti per la pace. Karayilan ha ribadito il suo pieno accordo rispetto agli appelli per la pace lanciati dagli ex deputati del DEP e da diversi ambienti perché si depongano le armi: "In quanto curdi noi siamo, ancora una volta, sempre pronti per una pace equa". Intervenuto telefonicamente al programma "Rojev" di Roj TV in occasione del 1° settembre, Giornata mondiale della Pace, Murat Karayilan ha rilasciato la sua dichiarazione sottolineando l'importanza dei valori pacifisti per i popoli. "La resa dei curdi non è la pace" Karayilan ha dichiarato che in questo 1° settembre, giornata mondiale della pace, la nostra regione è sempre toccata dalla guerra, che una pace stabile diventa di giorno in giorno più urgente, una pace che può essere raggiunta solo passando attraverso il riconoscimento e il rispetto dei diritti altrui. Non c'è nessuna chance per la pace se si continua nella negazione e nel respingimento di un popolo. Murat Karayilan ha aggiunto che senza un accordo né un'intenzione bilaterale di ottenere una soluzione, è impossibile stabilire la pace. Se «tutti parlano di pace», è fondamentale sapere di che cosa si tratta. «Noi, in quanto curdi, vogliamo una pace basata sul rispetto. Vogliamo vivere fraternamente con i nostri vicini. Vogliamo anche che ci siano riconosciuti i nostri diritti». Karayilan ha sottolineato che i paesi che hanno colonizzato il Kurdistan vedono la pace come un modo di saccheggiare i valori morali ed economici dei curdi. Nel ventesimo secolo, questa politica di colonizzazione è fallita, il che dovrebbe apparire come un avvertimento per tutte le potenze presenti in Kurdistan. "Rispettiamo gli appelli per la pace" In risposta agli appelli di diversi ambienti e degli ex deputati del DEP per un cessate il fuoco, Murat Karayilan precisa che il Kongra Gel sostiene gli appelli per la pace, incoraggia tutti gli sforzi compiuti da entrambe le parti in favore della pace, e infine che il Kongra Gel è pronto per la risoluzione del problema: se si saranno create le condizioni, la parte curda è pronta a disarmare completamente. I curdi sono pronti a tutti i sacrifici per una pace giusta. Dal canto loro, però, i dirigenti del governo turco devono mostrarsi pronti a creare una pace stabile, e mostrare una volontà profonda di abbandonare la loro politica di negazione. E questo sarà possibile solo dando maggiore iniziativa agli ambienti democratici. Murat Karayilan ha ricordato che il Kongra Gel è pronto a contribuire pienamente su questa strada. Il dialogo con i curdi deve evolversi. Il presidente del comitato di difesa del Kongra Gel, Murat Karayilan, ha invitato il governo ad avviare il dialogo con i rappresentanti curdi per una soluzione pacifica e democratica del conflitto. Karayilan ha precisato che i curdi desiderano vivere nella pace e nella fraternità all'interno dei loro confini. "Mentre noi domandiamo la pace, ogni giorno il governo intensifica le operazioni militari contro le nostre forze che combattono per la libertà. E il governo vorrebbe che restassimo in silenzio. Non è il nostro silenzio che porterà la pace in Turchia". Murat Karayilan ha anche riportato l'attenzione sull'isolamento del presidente curdo Abdullah Ocalan. "Tenendo il nostro presidente in isolamento, cercando di sterminare le nostre forze di liberazione, e cercando di minare la volontà del popolo attraverso riforme di facciata, il governo non arriverà da nessuna parte". "La lotta per la pace deve crescere di livello" Karayilan afferma che il governo non ha dato prova di alcuna iniziativa tattica finalizzata all' impegno per la pace, e non è mai stato veramente sincero. "Nessuno deve più essere ucciso nella nostra regione, non deve più scorrere sangue". Al termine del suo discorso, Karayilan ha lanciato un appello a tutti gli ambienti e a tutti i popoli che vogliono la pace, perché continuino la loro lotta a un livello sempre più alto. 2. Öcalan ha dichiarato di approvare il richiamo all'armistizio in cinque punti del KONGRA-GEL e invita tutti ad incontrarsi sotto il "tetto"del KONGRA-GEL. DIHA- Istanbul / Settembre 2004 Il giorno del 1 settembre 2004 ha avuto luogo l'incontro settimanale del leader curdo Abdullah Öcalan con i suoi avvocati Firat Aydinkaya, Bekir Kaya, Irfan Dündar e Zeynel Degirmenci. Secondo quanto riportato, Ocalan avrebbe chiarito di aver pensato al KONGRA-GEL come a un sistema di lotta per la liberta'."Ocalan - ha aggiunto Dundar - ha sottolineato che il suo sistema di pensiero, come emerge anche nelle sue difese scritte, si e' evoluto. Lo stato sta iniziando solo ora a capirlo. Tutti coloro che vogliono il bene del Paese dovrebbero unirsi nella lotta per la libertà, sotto il "tetto" di questo sistema. I suoi pensieri ultimamente venivano accolti positivamente in Medio Oriente ma questo non era visto di buon occhio dagli USA, dai collaborazionisti curdi e dallo stesso Osman Ocalan. Secondo Ocalan la proposta di armistizio fatto dal KONGRA- GEL era valida, così come le richieste ivi contenute, che avrebbero dovuto essere messe in pratica immediatamente. "Il dialogo curdo-turco deve assolutamente iniziare altrimenti - sostiene Ocalan - il 2005, pur contro la mia volontà, diventerebbe l'anno della guerriglia". "Richiamo all'unità!" questo il messaggio di Ocalan riportato da Dundar in occasione della giornata mondiale della pace del primo settembre. "In occasione della giornata mondiale della pace di quest'anno, il signor Ocalan - ha affermato Dundar - incita tutte le istituzioni democratiche curde a fare un nuovo passo avanti in maniera unita ed unitaria" Cinque, invece, gli obiettivi posti dal KONGRA-GEL per un armistizio duraturo: 1.. Revisione delle condizioni detentive di Abdullah Ocalan 2.. Cessazione delle violenze in Kurdistan ed abolizione delle operazioni militari 3.. Creazione di presupposti validi per l'adozione di misure di pace sociale 4.. Cessazione delle repressioni contro il popolo Kurdo 5.. Costruzione di un percorso per un dialogo di pace 3. Congresso Nazionale del Kurdistan (KNK): Libertà per Nuriye Kesbir! (Settembre 2004) Nuriye Kesbir è nata il primo gennaio 1961 a Besiri/Batman. E' una donna curda della Turchia. Una donna che lotta per la giustizia. Nuriye Kesbir aveva presentato richiesta d'asilo politico presso le autorità olandesi nel 2001. Essendo stata riconosciuta la sua militanza attiva per la causa curda, è stata giudicata e imprigionata per un anno. Il popolo curdo che risiede in Europa ha fatto numerosi appelli presso le organizzazioni di difesa dei Diritti Umani e presso tutti gli ambienti democratici per far sì che il Ministero della Giustizia olandese annullasse la decisione d'estradizione di Nuriye Kesbir, che dal 7 maggio prosegue lo sciopero della fame per protestare contro la decisione del governo olandese. Il Ministero della Giustizia dei Paesi Bassi ha confermato la decisione di estradare Nuriye Kesbir. Secondo la dichiarazione di Piet Donner, Ministro della Giustizia, egli ha approvato il verdetto del tribunale dopo le garanzie fornite dalla Turchia. Noi sottolineamo che questo è contraddittorio poiché le garanzie fornite dalla Turchia non traducono la realtà, in quanto non sono le garanzie per il privato cittadino Kesbir ma, al contrario, sono garanzie generiche. Noi del Congresso Nazionale del Kurdistan condanniamo questo verdetto. Ci auguriamo che il Ministero riveda questo verdetto che non ha niente di giuridico ma, al contario, è un verdetto politico. I motivi che abbiamo contrapposto alla decisione d'estradizione di Nuriye Kesbir non sono stati presi in seria considerazione fino ad adesso. Malgrado le manifestazioni di molte organizzazioni come l'ONU, Amnesty International, Human Rights Watch, Fondazioni per i Diritti Umani e molte altre istituzioni internazionali e ONG, il Ministero della Giustizia dei Paesi Bassi ha preso la sua decisione basandosi su garanzie troppo generiche, e non reali. Noi protestiamo, dunque, contro questo verdetto e intendiamo far tutto ciò che è in nostro potere per la liberazione e la libertà di Nuriye Kesbir. Invitiamo tutti gli ambienti sensibili a compiere i passi necessari per rettificare questa decisione. La risoluzione del problema non potrà trovarsi che riconoscendo i diritti legittimi, rispettando i diritti dell'Uomo: altrimenti, nessun verdetto potrà essere giuridicamente corretto né legittimo. L'estradizione di Nuriye Kesbir è contro i diritti e i valori umani. Questo verdetto incoraggia la politica di negazione e repressione. Nuriye Kesbir è una donna che ha sempre lottato per la democrazia e per una soluzione pacifica del problema curdo, riconosciuta dal popolo curdo proprio per la lotta che ella ha condotto. La decisione del Ministro della Giustizia, che non tiene conto della realtà, non serve alla soluzione politica del conflitto ma incoraggia la Turchia a intensificare la sua politica di non riconoscimento e di negazione, appesantendo così la pressione sulla popolazione. La Turchia è un paese dove, ancor'oggi, si pratica la tortura e dove non esiste un giudizio legittimo e dove ai curdi politicamente impegnati sono inferti maltrattamenti: per questo noi affermiamo con forza che il verdetto del Ministero della Giustizia olandese non si armonizza con i valori della Convenzione Universale dei Diritti Umani. Ricordiamo, inoltre, che Nuriye Kesbir è membro del Congresso Nazionale Kurdo (KNK). Trovandosi nella posizione di fare una domanda d'asilo politico il 28 settembre 2001 ai Paesi Bassi, questa domanda ha ottenuto per risposta un rifiuto e un arresto. Dopo 16 mesi agli arresti domiciliari, è stata messa in libertà condizionata. Andando al tribunale per seguire il suo processo, è stata arrestata per la seconda volta il 5 marzo 2004 ed è stata reclusa nella prigione di Breda fino ad oggi. Dopo il verdetto della Corte Suprema del 7 maggio 2004 sull'estradizione di Nuriye Kesbir in Turchia, il 23 luglio il rifiuto della sua domanda d'asilo fu approvato dalla Corte di Cassazione. Invitiamo persone di tutti gli ambienti a fare i passi necessari, contro questo verdetto e per ottenere la libertà di Nuriye Kesbir. 4. Evacuazione di un villaggioDIHA- 18 Agosto 2004 Diyarbakir Gli abitanti del villaggio di Ilicak, nell'area di Beytussebap, sono costretti a lasciare le loro case per ordine del comandante locale dell'esercito turco: è quanto affermano i funzionari della Associazione per i Diritti Umani (IHD) di Diyarbakir. Dal 2001, è la prima volta che i militari ricorrono a misure come questa. I residenti del villaggio di Ilicak, nel distretto sud-orientale di Beytüssebap, sono costretti a lasciare le loro dimore per ordine del comandante militare locale - afferma Selahattin Demirtas dell'IHD. E' la prima volta che agli abitanti di un villaggio viene ordinato di lasciare le loro case per ragioni di sicurezza, da quando, nel 2001, i villaggi di Asat e Ortakli furono evacuati con la forza. A detta dell'avvocato Selahattin Demirtas, che dirige la sezione di Diyarbakir dell'IHD, "è stato riferito che l'area è stata sottoposta a pressione militare per lungo tempo". L'IHD è stata informata della situazione la settimana scorsa, quando ha ricevuto telefonate dal villaggio, e i funzionari dell'IHD stanno prendendo in considerazione una missione esplorativa da compiere nell'area: così essi hanno dichiarato a BIANET(un sito) A seconda delle conclusioni che trarranno dalla missione, potrebbero poi intraprendere ulteriori azioni, finalizzate ad ottenere misure amministrative e giudiziarie urgenti - hanno aggiunto gli stessi funzionari. In base ad alcune testimonianze di abitanti del villaggio di Ilicak, il comandante militare locale giunse nel villaggio a fine luglio, riunì gli abitanti nella piazza e intimò loro di lasciare le case - ha dichiarato l'ufficio IHD di Diyarbakir. Gli abitanti del villaggio sono stati costretti ad abbandonare le loro case e hanno dovuto spostarsi dall'area delle case, in precedenza evacuate, attraversando un vicino torrente. Alcuni dovevano alloggiare in tende e "poiché non vi erano tende a sufficienza, dovemmo restare sotto coperture di nylon o in spazi aperti": di ciò si sono lamentati gli abitanti del villaggio. Le operazioni militari erano in parte riprese nella zona sud-orientale del paese, quando i guerriglieri kurdi del PKK, in luglio, hanno posto fine alla tregua unilaterale dichiarata nel 1999, allorché il leader kurdo Abdullah Ocalan fu arrestato, processato e infine condannato al carcere a vita. È stato riferito che cinque abitanti del villaggio sono trattenuti sotto custodia a seguito dell'esplosione, avvenuta la scorsa settimana, di una mina lungo la strada che conduce a Beytusseb. 5.Corsi di prima alfabetizzazione per donne a Bostanici, in provincia di DIHA-Van/ 27/08/04 Donne a scuola con le proprie figlie; insieme frequentano i corsi di alfabetizzazione attivati nella Municipalità di Bostanici, Van. Prima non erano in grado nemmeno di prendere un autobus a causa dell'analfabetismo, adesso raccontano di essere molto contente di frequentare un corso di alfabetizzazione. Un aumento significativo della popolazione della città, dovuto ai recenti flussi di immigrazione, aveva causato notevoli problemi soprattutto nel campo dell'educazione. L'80% delle donne residenti nella zona sono analfabete. Il sindaco di Bostanici, sig.ra Gülcihan Simsek, e i membri del consiglio municipale, Aysan Harmanci e Suzan Aslan, hanno studiato soluzioni per risolvere i principali problemi delle donne. Harmanci e Aslan si sono recate in tutte le case del luogo facendo una lista delle donne analfabete, al fine di attivare corsi di istruzione di base. I corsi, tenuti da due insegnanti, si svolgono nella Scuola Elementare di Bostanici e tra le ore 14.00 e le 16.00. Alla fine dei due livelli dei corsi, alle donne viene rilasciato un diploma. "Quando andavamo in ospedale non eravamo in grado di comunicare con i dottori", afferma Hanymcan, 33 anni che per la prima volta nella sua vita può leggere e scrivere e sostiene che, sebbene sia tardi, è felicissima di essere una donna istruita. Sen racconta: "Noi donne analfabete incontravamo molti problemi. Per esempio non sapevamo nemmeno prendere un pullman. Adesso ho imparato molte cose. Dopo aver ottenuto l'attestato mi iscriverò al Liceo: conseguirò, così, il diploma di Scuola Superiore". Divide lo stesso banco con sua madre Pazike Isik, 18 anni; si sente più fortunata della madre, sua compagna di banco, e dichiara: "Sto imparando a leggere e a scrivere. Vengo a scuola con mia madre; lei si è sposata molto presto e non è mai andata a scuola. I figli maschi vengono mandati a scuola, mentre le figlie sono destinate a sposarsi. Questo corso è una grande opportunità per noi. Mi ritengo più fortunata di mia madre". "Le donne imparano molto velocemente" Nel raccontare la sua esperienza a DIHA, Ahmet Ozbuda, un'insegnante del corso, sostiene che le donne apprendono velocemente: "La loro età media si aggira intorno ai quaranta anni, dichiara, ma sono molto desiderose di imparare e ci riescono molto velocemente". "Il nostro obiettivo è promuovere una campagna per l'istruzione"; questo è quanto ha affermato il sindaco di Bostanici, Gülcihan Simsek che ha così concluso: "Il nostro obiettivo è insegnare a leggere e scrivere alle donne del luogo; lo abbiamo promesso in campagna elettorale e garantiremo continuità a questo servizio". 6. Mobilitazione per l'avvocato degli abitanti dei villaggi Yezidi - SIRNAK (DIHA) -13/09/04 Nel corso di investigazioni a Idil, nel distretto di Sirnak, dove era avvenuto un raid delle guardie di villaggio locali, l'avvocato dei residenti Yezidi del villaggio, nonché vice-presidente dell'Associazione per i Diritti Umani (IHD), signora Eren Keskin, è stata ostacolata dai soldati. I soldati hanno dichiarato di aver agito in base agli ordini del governatore, ma Keskin ha ritenuto arbitrario il loro modo di comportarsi. E' pendente attualmente un procedimento giudiziario innanzi al Tribunale civile di primo grado di Idil, per la restituzione agli abitanti del villaggio di Kivex, che era sempre appartenuto agli Yezidi fino al 1993, allorché fu evacuato. L'avvocato degli Yezidi del villaggio di Kivex, Eren Keskin, è stata sottoposta a una singolare procedura nel distretto di Idil, dove si era recata per indagini attinenti al secondo grado di giudizio. In primo luogo Keskin e un gruppo di persone che la accompagnavano, incluso un membro dell'ufficio di prevenzione delle molestie sessuali e degli stupri in carcere, Leman Yurtsever, una donna, corrispondente del canale televisivo australiano ABC, Serpil Selars, e il suo gruppo, sono state sottoposte ad un controllo dei documenti; poi è stato loro negato l'ingresso nel villaggio di Kivex. Non hanno potuto trovare così nessuno a cui chiedere informazioni. Eren Keskin ha detto: "Siamo stati fermati quando siamo entrati in paese e sottoposti a controlli di polizia: ci hanno trattati come delinquenti, anche se io ho detto varie volte d'essere un avvocato": Lì non c'erano funzionari statali! Nel puntualizzare che partecipava al processo di primo grado innanzi al Tribunale civile e che cercava informazioni, Keskin ha detto: "Ieri tutte le persone in grado di dare informazioni erano assenti, come se l'avessero deciso prima. Non ho potuto parlare né al governatore, né al vicegovernatore del distretto, né al comandante della polizia, né al governatore: è come se fossero spariti per non incontrarci. Avevamo programmato la visita nel corso di un incontro con le autorità competenti, ma non abbiamo potuto effettuarla. Siamo andati a Kivex e non siamo riusciti a parlare con nessuna autorità". 'Ordine del Governatore' Affermando che la sua auto era stata fermata da militari su un'auto civile, Keskin ha continuato: "I soldati sono scesi da un'auto civile e hanno fermato la nostra auto. Ci hanno puntato contro le armi come se fossimo criminali. L' ufficiale ci ha detto "non potete entrare nel villaggio con le macchine fotografiche e nel paese non potete parlare con i contadini. Questo discorso ci ha sconvolto. Quando abbiamo chiesto le ragioni di questa richiesta hanno affermato che questi erano gli ordini del governatore e ha aggiunto:"Se non volete obbedire agli ordini, non potete entrare nel villaggio". 'Discorso minaccioso dei soldati' Affermando che nonostante ogni sforzo, i soldati non hanno receduto dal loro atteggiamento e hanno cominciato a parlare minacciosamente, Keskin ha detto che questo atteggiamento non poteva essere tollerato. Il Tribunale di primo grado di Idil ha rinviato il processo a carico dei residenti di Kivex al 4 Novembre 2004 7. Bilancio di luglio e agosto dell'IHD (Associazione dei Diritti Umani) DIHA 14.9.2004 Il presidente dell'IHD di Amed, Selahattin Demitras ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che nella regione, nel corso degli ultimi due mesi, sono state uccise 63 persone e ne sono state ferite 50. Il numero delle violazioni di diritti umani accertate è pari a 872. Demitras ha spiegato che la possibilità di modificare questa situazione in senso positivo è nelle mani del governo AKP. L'IHD di Amed ha presentato il suo bilancio sui diritti umani per i mesi di luglio e agosto con un comunicato stampa. Nel comunicato, letto dal presidente dell'IHD di Amed, Selahattin Demitras, nella sede dell'associazione per i diritti umani, si afferma che la situazione dei diritti umani nella regione è strettamente legata alla questione della pace. Secondo Demitras, un luogo in cui ci sono quotidianamente scontri armati, non offre alcuna base per il rispetto dei diritti umani e della libertà. "Da diversi anni in questa regione non c'erano stati scontri. Ma nell'ultimo periodo gli scontri sono ripresi. Purtroppo il numero di morti negli scontri è di nuovo aumentato. Non sono stati compiuti atti per tornare nuovamente alla pace. I giovani impegnati per la pace sono stati arrestati." ha detto Dimitras. Una modifica in senso positivo è nelle mani del governo. Demitras ha dichiarato che una valutazione del numero di violazioni dei diritti umani degli ultimi due mesi è estremamente triste e che un cambiamento di questa situazione è nelle mani del governo AKP. Secondo Demitras, il desiderio di democratizzazione è fondamentale: "Fino a quando la Turchia nel suo complesso non ritorna alla vita civile, la democrazia resterà un sogno". È necessario che l'UE si assuma responsabilità anche per la questione kurda. Demitras ha dichiarato che negli ultimi due mesi, negli scontri 63 persone hanno perso la vita e 50 sono state ferite. Ha dichiarato inoltre, che fino a quando aumenterà il numero degli scontri ed il numero di morti, una soluzione diventerà sempre più difficile. Demitras ha chiesto in primo luogo che vengano fatte tacere le armi: "Chiediamo: debbono esserci ancora altre morti prima di far tacere le armi senza condizioni?" Il commissario per l'allargamento dell'UE Günther Verheugen durante la sua visita ad Amed, ha ricordato quanto sia necessaria una soluzione pacifica della questione kurda. È necessario che anche l'UE si assuma responsabilità in questo senso. "In Turchia la tortura viene ordinata." Alla domanda se in Turchia si ordina di praticare la tortura, Demitras ha risposto che "In Turchia la tortura viene ordinata.". Demitras ha ricordato approcci alla questione della tortura come "Se il presidente del consiglio, il presidente o gli impiegati non danno regole o ordini, se non viene detto esplicitamente di torturare, se questo non avviene all'interno di una gerarchia chiusa, la tortura non viene ordinata." aggiungendo "Noi pensiamo che se qui si verificano così tanti casi di tortura, i direttori responsabili, i ministri, gli ufficiali ed il presidente del consiglio ed altri, non hanno preso provvedimenti per impedirlo. In questo senso la tortura risponde a degli ordini. Abbiamo molti fascicoli su casi di tortura. Tra questi ci sono anche dei casi chiusi. Fino ad ora non un solo responsabile è stato rimosso dal suo incarico, non c'è stato un singolo interrogatorio serio in proposito. Questo significa impartire ordini. Secondo noi la tortura viene ordinata. Per impedirla ci sono diversi modi e i responsabili che sono stati condannati per le torture vanno rimossi dai loro incarichi in forma ufficiale." In totale 872 violazioni di diritti umani. In base ad informazioni dell'IHD nei mesi di luglio e agosto si sono verificate le seguenti violazioni di diritti umani: Morti durante scontri: 63 Feriti durante scontri: 50 Civili uccisi da mine: 7 Arresti: 283 Torture: 41 Infrazioni della libertà di opinione: 106 Totale: 872
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