MOSAICO DI PACE/ settembre 2004: "È COME UNA CONDANNA A MORTE"



MOSAICO DI PACE/ settembre 2004


IL COORDINATORE NAZIONALE DI PAX CHRISTI:
“È COME UNA CONDANNA A MORTE”
TONIO DELL’OLIO: «OBIETTARE ALLA LEGGE BOSSI-FINI»

Nei giorni in cui il Governo approva un decreto
legge per recepire la recente sentenza della Corte
Costituzionale e un regolamento sull’immigrazione
e mentre continuano, massicci, gli sbarchi sulle
nostre coste, ormai quasi nell’indifferenza
generale, di migliaia di “clandestini” (per chi?),
un duro attacco alla legge Bossi-Fini sul
rimpatrio forzato per i clandestini che giungono
in Italia viene dal coordinatore nazionale di Pax
Christi, Tonio Dell’Olio, che nell’editoriale del
numero di settembre di “Mosaico di Pace” invita
gli uomini di coscienza a ribellarsi.
«Se il rimpatrio equivale ad una tragica condanna
a morte – scrive Tonio Dell’Olio - io mi rifiuto
di far parte del plotone di esecuzione e la mia
coscienza mi rimprovera se mentre il comandante
grida: Fuoco! Io mi giro dall’altra parte o mi
tappo le orecchie per non sentire gli spari. Il
rumore dei fucili che in un solo colpo stroncano,
vita, sogni e progetti… ora si è fatto assordante
e riempie l’aria. L’urlo dei condannati trascinati
al patibolo è lancinante. Non ci sto a far finta
di niente! Rispetto alle argomentazioni – sottili
o grossolane ma tutte rispettabili – che
riguardano la sicurezza e il lavoro degli italiani
forse dobbiamo provare ogni tanto a ribaltare i
punti di vista per guardare a questa sporca
faccenda dal punto di osservazione dei disperati.
“Bisogna avere in corpo l’occhio del povero” ci
ricordava don Tonino Bello, e noi continuiamo a
guardare alle guerre, all’economia globale, all’
immigrazione, ai diritti umani dai nostri porti e
non dalle loro imbarcazioni.
“Uccidetemi qui, uccidetemi subito” è il grido
disperato di un “clandestino” accolto in un CPT e
che sta per essere rimpatriato.


IL DOSSIER/
 «TUTTA L’ACQUA È BENEDETTA”

Nel dossier interno, curato da Rosaio Lembo, un
approfondimento a più voci sul tema dell’acqua e
sul rischio che questo bene essenziale diventi un
prodotto commerciale. E già lo chiamano “l’oro
 blu”, il bene prezioso per fare entrare, nelle
case delle ditte private e dei magnati della
finanza, i profitti del mercato e l’inevitabile
sfruttamento dei fiumi, dei laghi, dei mari.
Interessanti gli interventi di Marco Gallizioli,
studioso delle religioni, che affronta il tema
dell’”acqua nelle religioni”, di Angelo Reginato
(“Una parola fra terra e acqua”) e il manifesto
del Comitato Italiano per un Contratto sull’Acqua
(“Acqua bene dell’umanità”).

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