Da firmare e/o diffondere: appello per salvare i volontari di Un ponte per...






Cara amica,
caro amico,
ti scrivo chiedendo una tua firma, per salvare la vita ad alcune nostre
amiche e amici e per la fine della guera in Iraq.
Qui di seguito troverai l'appello lanciato da un gruppo di intellettuali
arabi e musulmani, che vivono e lavorano in Italia. Non abbiamo ancora
pubblicato il numero dei primi firmatari, per garantire il maggior numero di
adesioni possibili.
E' un'azione positiva e doverosa nei confronti di Simona Torretta, Simona
Pari, Ra'ad Alì Abdul-Aziz e Mahnaz Bassam, volontari di Ponte per Baghdad
sequestrati dalla sede dell'organizzazione umanitaria in Iraq.
Ti chiediamo un passo di sesnibilità e impegno per la vita, per la pace e
per la fine della guerra in Iraq come in Palestina.
Bisogna muoversi velocemente e diffondere la notizia di questo appello;
aderisci e fà aderire i tuoi amici e le tue amiche!
Inoltra il mesaggio a tutti i tuoi corrispondenti e-mail per allargare il
cerchio! Dobbiamo fare in fretta per salvare le vite dei nostri amici
pacifisti italiani e iracheni e permettere che anche per il popolo iracheno
si veda uno spiraglio di luce in fondo al tunnel della guerra e
dell'occupazione, per avviarsi verso l'indipendenza e la sovranità.
Puoi mandarci un e-mail oppure telefonare ai seguenti numeri della
segreteria, fornendoci nome, cognome, professione, nazionalità di origine e
città di residenza in Italia.
La segreteria per la raccolta delle adesioni.
anbamed at katamail.com
0941.730053
339.8599708

Buon lavoro.
Farid Adly
direttore ANBAMED, notizie dal Mediterraneo

Testo del comunicato-appello

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"Noi, cittadini arabi e musulmani che vivono e lavorano in Italia, ci
appelliamo ai fratelli che detengono nelle loro mani Simona Pari e Simona
Torretta, operatrici di pace in Iraq, insieme ai due operatori iracheni,
Ra'ad Alì Abdul-Aziz e Mahnaz Bassam, di liberarli subito. Abbiamo
conosciuto e conosciamo negli anni il loro impegno e l'azione
dell'Associazione di cui fanno parte, Un ponte per...; un lavoro alla luce
del sole per il quale hanno profuso risorse, energie, tempo, conoscenze e
saperi per aiutare il popolo iracheno nei momenti difficili dell'embargo ONU
e delle guerre.
Da questo nostro osservatorio privilegggiato vi chiediamo di considerare
quanto
danno state provocando alla causa della pace e a quella del popolo
iracheno. La dignità, il rispetto per l'ospite e la riconoscenza per il pane
condiviso ci impongono tutti, come nella migliore tradizione araba e
islamica, di lavorare per la salvezza e l'incolumità di chi ci ha aiutato
nel momento del bisogno.
Vi chiediamo di non spezzare il filo di solidarietà che, nonostante e
contro l'embargo prima e la guerra poi, nonostante e contro le scelte dei
governi italiani, persone come le nostre sorelle Simona e Simona hanno
mantenuto tenacemente e coraggiosamente, organizzando gigantesche
manifestazioni a favore della pace e per il ritiro delle truppe straniere
dall'Iraq, e hanno cercato di non abbandonare gli iracheni all'arbitrio
dell'occupazione militare.
In nome di questa lotta e della verità, vi scongiuriamo: liberateli subito.
Salvate la vita di Simona Pari, di Simona Torretta, di Ra'ad Alì Abdul-Aziz,
di Mahnaz Bassam. Erano a Baghdad anche a nostro nome. La loro liberazione
sarebbe uno spiraglio di luce nel buio della violenza.
Ancora in queste ore, in molte città irachene, la guerra miete vittime
innocenti.
Perciò continuiamo a chiedere con fermezza che tacciano le armi, che
termini l'occupazione.

Nome,  Cognome, professione, nazionalità, città di residenza in Italia

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