29 ottobre TUTTI A ROMA



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IL MURO E' ILLEGALE, L'EUROPA NON PUO' STARE A GUARDARE.



La sentenza della Corte Internazionale di Giustizia de L'Aja ha stabilito
che il Muro dell'Apartheid, che Israele sta costruendo all'interno della
Cisgiordania occupata, è illegale e viola i diritti fondamentali del popolo
palestinese, nonché i principi basilari del diritto internazionale.

Il più alto organo giudiziario internazionale ha stabilito che la
costruzione del muro e le norme ad esso connesse violano le leggi
internazional e che Israele ha l' obbligo di cessarne la costruzione e
smantellare le parti già costruite; inoltre, Israele deve indennizzare i
proprietari delle terre requisite per costruire il muro e chi è stato
danneggiato da questo. Tutti gli Stati membri dell' ONU sono chiamati a non
accettare la situazione e ad assicurarsi che Israele rispetti il diritto
internazionale e l' ONU stessa deve agire nei confronti di Israele per
porre termine alla situazione di illegalità.

La rabbiosa reazione del governo israeliano alla sentenza de L'Aja è la
migliore dimostrazione di quanto esso tema le conseguenze pratiche di un
verdetto che in troppi si sono affrettati a definire "non vincolante",
mentre è chiarissimo che tutti gli stati membri e le istanze dirigenti
dell'ONU sono chiamati a dare applicazione alla sentenza della Corte,
disponendo le misure più opportune, come avvenne dopo un'analoga sentenza
della Corte nei confronti del Sudafrica razzista nel 1971. A seguito di
quella sentenza, presero corpo le sanzioni internazionali che - unitamente
alla solidarietà internazionalista e alla lotta della popolazione nera e
dei democratici sudafricani - hanno condotto alla caduta del regime
razzista di Pretoria.

Oggi, di fronte al perdurante disprezzo di Israele verso le istituzioni e
il diritto internazionale, è necessario battersi affinché tutti i governi
si adeguino alla sentenza de L'Aja e adottino sanzioni verso lo Stato di
Israele fino a quando non avrà adempiuto alle risoluzioni dell'ONU sul
ritiro da tutti i territori palestinesi occupati e sul diritto al ritorno
dei profughi palestinesi. L'Unione Europea, primo partner commerciale di
Israele, deve quindi sospendere il Trattato di Associazione e tutti i
trattati commerciali con Tel Aviv, come chiedono da tempo associazioni e
comitati di solidarietà, forze politiche e sindacali.

Il 29 ottobre è prevista a Roma, in Campidoglio, la firma della
Costituzione Europea; è necessario che quella giornata sia caratterizzata
anche dall'impegno europeo ad adottare sanzioni verso Israele, e per questo
invitiamo le realtà di movimento, le forze politiche e sindacali, i
comitati e le associazioni, gli uomini e le donne amanti della pace e della
giustizia a manifestare unitariamente in quella giornata, in Piazza del
Campidoglio a Roma.



Roma, 12.7.2004



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