19_05: Agenzia Stampa



Agenzia Stampa Mondodisotto
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mercoledì 19 maggio

[Italia]

Roma - Continuano gli sproloqui dei politici italiani:
''Il diritto all'autodifesa non significa solo rispondere al fuoco. Se la
minaccia e' reale e concreta, le regole d'ingaggio permettono anche di
sparare per primi'' - Antonio Martino
''Le missioni umanitarie hanno come premessa fondamentale il mantenimento
dell'ordine e della sicurezza: proprio per garantire l'ordine e la
sicurezza rimane indispensabile la presenza italiana in questi Paesi'' -
Berlusconi

[Iraq]


[Al fondo speciale mercenari e traffico di armi]

Najaf - Nuovo appello del Grand Ayatollah Ali al-Sistani ai militari Usa e
ai miliziani affinche' lascino i luoghi santi sciiti, teatro da giorni di
violente battaglie. Con un nota diffusa dal suo ufficio a Najaf (fatto
assolutamente inconsueto per Sistani), la massima autorita' degli sciiti in
Iraq ha chiesto che Najaf e Kerbala possano tornare a vivere in pace. "E'
lecito esigere il ritiro di tutte le presenze militari dalle due citta' -si
legge nel comunicato- e consentire alle forze di polizia e tribali di
svolgere il loro ruolo a difesa della sicurezza e dell'ordine. Dalla
dichiarazione si capisce che le notizie sulle divisioni interne al mondo
arabo iracheno sono del tutto infondate e strumentali alle azioni militari
americane.

BAGHDAD - Un marine statunitense e' stato ucciso in azione ieri nella
provincia occidentale di Al Anbar. Lo ha reso noto oggi il comando militare
americano senza precisare ne' dove esattamente sia perito il militare, ne'
la natura dello scontro. Nella provincia di al Anbar sorgono Falluja e
Ramadi.

BAGHDAD - Arrestate quattro persone collegate alla decapitazione dell'uomo
d'affari americano Nicholas Berg

LONDRA - Secondo una stima approssimativa ferma a tre mesi fa, le vittime
irachene dall'inizio dell'invasione dovrebbero essere circa 10.000. Lo ha
detto oggi il ministro degli Esteri britannico Jack Straw, ammettendo
tuttavia che e' difficile tenere il conto esatto delle vittime. Ieri il
quotidiano The Independent aveva dedicato tutta la sua prima pagina a
questo tema titolando: '777 americani e 67 britannici sono stati uccisi
dall'inizio della guerra. Perche' non si contano i morti iracheni?

BAGHDAD - Una nuova testimonianza sulle torture effettuate da soldati Usa
in Iraq arriva da un camionista che fu detenuto per 4 mesi ad Abu Ghraib.
E' il ricordo dello stupro di una sedicenne, al quale Saddam Saleh, 29
anni, ha assistito e che non dimentichera' per la crudelta' della violenza.
Un soldato statunitense le strappo' i vestiti di dosso e la violento' di
fronte a suo padre, impotente perche' legato alle sbarre di una cella. 'Le
sue urla saranno sempre nella mia testa' - ha detto l'autista.

[Palestina]

RAFAH - Ieri a Rafah due ragazzi palestinesi sono rimasti uccisi negli
scontri tra l'esercito israeliano e i gruppi palestinesi. Stando alle
informazioni sarebbero 16 i palestinesi finora morti a Rafah, dove da ieri
e' in corso una forte offensiva militare israeliana. Le giovani vittime,
Ahmed Mohammad Al Mughayer (11 anni) e sua sorella Asmaa (15 anni)
sarebbero stati uccisi da pallottole vaganti mentre si trovavano in casa.

[Nigeria]

ABUJA - Decretata l'emergenza nel Plateau, lo stato federale della Nigeria
in cui centinaia di musulmani sono stati massacrati da milizie cristiane.
Le violenze tra le due comunita' sono scoppiate all'inizio del mese.
'Dobbiamo adottare misure decise per fermare l'escalation di quello che sta
diventando un genocidio reciproco', ha detto il presidente Obasanjo. La
rivalita' tra le due comunita' religiose hanno provocato in questi ultimi
tre anni centinaia di morti e decine di migliaia di sfollati.



[Speciale mercenari e traffico di armi] da www.warnews.it

Christian Benna ha fatto il viaggio in Iraq con Anatolivevich Bout ovvero
uno tra i più grandi mercanti d'armi dell'era contemporanea.
"Siamo tutti americani". Victor Anatoliyevich Bout, 38 anni, nato a
Dushambe (Tajikistan), residente a Mosca, ex membro del KGB, pilota di
caccia, proprietario di compagnie aeree private e imperatore del traffico
d'armi globale, ha fatto suo il grido accorato del mondo post 11 settembre
e a suo modo si è schierato nella guerra contro il terrorismo. Malgrado le
intelligence di mezzo mondo siano alle sue calcagna, con tanto di due
mandati di arresto in tasca, Bout chiude con i rifornimenti "esplosivi" ai
talebani e nel 2003 "internazionalizza" la sua attività negli Stati
Uniti.Infatti dopo la Air Cess di Dubai, poi di Ostenda, infine trasferita
a Miami ma dissolta nel 2001, 60 velivoli registrati nello Swaziland, Air
Cessavia in Guinea Equatoriale, l'Air Paka della Rep. Centrafricana, Bout
crea l'ennesima società di noleggio (Air Bas) di aeroplani, prima in Sud
Africa, quindi in Texas e si mette al "servizio" della guerra al
terrorismo.Secondo rivelazioni del Financial Times il "mercante di morte"
Bout, come lo definì 4 anni fa Peter Hain, presidente della Camera dei
Comuni del Regno Unito, starebbe gestendo parte della logistica del cielo
dell'esercito americano in Iraq.Si tratta di approvvigionamenti di vario
genere, a cui la coalizione pare non voglia proprio rinunciare vista
l'aspra battaglia diplomatica che si sta consumando in seno al Concilio di
sicurezza Onu.Da una parte le pressioni di Usa e Gran Bretagna, dall'altra
la Francia che pretende il congelamento dei beni di Bout e una sanzione che
gli impedisca gli spostamenti. L'affare Bout, che fino al 2002 guadagnava
le prime pagine dei giornali Usa in relazione al traffico d'armi con Al
Qaeda, torna allo scoperto. Questa volta però per causa della Liberia. O
meglio del suo ex dittatore Charles Taylor, in esilio in Nigeria dal 2003,
ma ancora attivo negli affari "sporchi" del suo Paese.Le Nazioni Unite con
la risoluzione 1523 hanno congelato i beni di Taylor in Svizzera, che
ammontano a diversi milioni di dollari acquisiti grazie al baratto armi per
diamanti o legname, e ora vorrebbero estendere  misure restrittive anche
agli amici d'affari del sanguinario dittatore. Victor Bout incluso.Gli
Stati Uniti però chiedono che la faccenda venga esaminata in un altro
contesto, legato al traffico di armi e non alla Liberia. Il Foreign Office
del Regno Unito ha rifiutato di rispondere alle domande del Financial Times
scatenando la tempesta tra i deputati delle Camere.
Prendi i soldi e spara
Del resto la sua Africa, quella di Bout, non è storia di ieri e non inizia
certo con la Liberia di Taylor (300mila morti in 14 anni di guerra civile).
Il senso degli affari del trafficante tajiko non ruota solo intorno alle
armi. Negli anni anni novanta, dopo il collasso dell'ex Urss, compra per
soli 120 mila dollari tre Antonov e costituisce la sua società Transavia
export Cargo negli Emirati Arabi Uniti. Un'azienda dedita all'import/export
di gladioli acquistati in Sud Africa per pochi spicci e rivenduti a Dubai
per 500 dollari a fiore. Approfittando del tragitto, l'imprenditore Victor
Bout, fornisce armi all'Unita di Jonas Savimbi, il leader guerrigliero che
si batte in Angola contro l'MPLA di Agostinho Neto. E' l'inizio di una
folgorante carriera, scavalcando quasi ogni embargo delle Nazioni Unite
vende razzi, mitragliatori e armi pesanti a mezza Africa: Congo, Liberia,
Sierra Leone, Togo, Rep. Centraficana. Diamanti come merci di scambio e via
per nuovi paesi e continenti. Secondo il Washington Post Victor Bout, che
parla correntemente cinque lingue e si è fatto le ossa nelle accademie
militari dell'ex Urss, porta a termine anche buoni affari, malgrado qualche
attrito (un suo equipaggio è stato seguestrato per un anno) con i Talebani
dell'Afghanistan (circa 50 milioni di dollari), sebbene non disdegni
forniture ai Mujahideen di Massud, e con Abu Sayaff delle Filippine. Le
materie prime provengono dagli arsenali messi in saldo dell'Ucraina,
Romania e BulgariaArmi ma anche soldati, perfino i caschi blu. Gli aerei di
Bout accompagnano peacekeepers belgi e francesi in Somalia e in Rwanda, nel
1999 soldati pakistani a Timor est. Nel 2002 Bout rischia grosso. Il suo
socio Sanyvan Ruprah viene arrestato in Belgio perché esibisce alla dogana
un passaporto falso. Ruprah parla. E racconta un bel po' di cose sul
business internazionale di Bout, non nascondendo la ragioni della visita ad
Antwerp. Ossia: vendita di diamanti provenienti dalla Sierra Leone, via
Liberia. Paesi con conflitti decennali i cui signori della guerra cercano
avidamente armi che l'embargo ONU gli nega ."Victor Bout è il più grande
uomo d'affari illeciti nella logistica aerea, fornisce aiuti a stati
canaglia e organizzazioni terroristiche". E' il commento lapidario Lee
Wolowsky ex funzionario del National Security Council degli Stati Uniti.
Secondo fonti del Washington Post la caccia a Bout non ha avuto grandi
risultati perché di fatto non violava alcuna legge statunitense. Per le
stesse ragioni l'altro grande trafficante d'armi con interessi in Liberia
Leonid Minim è stato rilasciato nel 2002 dalle autorità italiane. Tuttavia
secondo il Post con l'amministrazione Bush l'attenzione verso Bout è
passata in secondo piano. "Dopo l'11 settembre - assicura un funzionario
Usa - è tornato nei nostri radar". Texas to Bagdad.