Più di 100 kurdi uccisi a Qamishlo (Siria)



Più di 100 kurdi uccisi a Qamishlo
i kurdi di Roma
oggi alle 11.30 si ritrovano in protesta
di fronte all'Ambasciata Siriana
(ai piedi della scalinata del Campidoglio)

Il popolo kurdo non resterà in silenzio di fronte ai genocidi

I kurdi vivono sulla loro terra ancestrale, tra cui l'attuale Siria
settentrionale, da tempo immemore. La popolazione kurda in territorio
siriano si aggira intorno a 2.500.000 persone. Il movimento kurdo in Siria
non ha mai intrapreso azioni di lotta armata contro l'occupazione siriana,
ma invece ha sempre portato avanti politiche pacifiche al fine di ottenere
i propri diritti nazionali e democratici.
Ad oggi, però, essi non godono dei loro diritti fondamentali e sono a tutti
gli effetti dei cittadini di serie B.
Il partito nazionalista pan-arabo Baath ed i governi siriani che si sono
succeduti dagli anni '50 fino ad oggi non hanno mai riconosciuto la cultura
e l'identità kurda, ma, al contrario, hanno condotto una campagna forzata
di arabizzazione ed assimilazione.
Dopo la guerra in Irak gli stati della regione mediorientale, come Turchia,
Siria, Iran hanno fatto un patto contro il movimento di liberazione
nazionale del Kurdistan e tentano con ogni mezzo e con tutte le forze di
impedire un riconoscimento del popolo kurdo nell'area mediorientale
Gli eventi del 12 marzo 2004 indicano un attacco organizzato dai membri
arabi del partito Baath attraverso il tifo per la loro squadra di calcio
Fotowa (Gioventù). Migliaia di supporter baathisti armati e con foto di
Saddam Hussein sono stati trasportati con degli autobus dalla città di Dear
Azoor a Qamishlo cantando slogan pro-Saddam. Prendendo quindi spunto dalla
partita di calcio che si svolgeva a Qamishlo, le forze reazionarie e
nazionaliste di Siria hanno attaccato la popolazione civile kurda di ogni
città del Kurdistan sudoccidentale (tra le città coinvolte, oltre a
Qamishlo, vi sono Heseke, Derik, Terbespi, e Sere Kaniye), il che ha
provocato finora più di 100 morti e centinaia di feriti e migliaia di
arresti fra la popolazione kurda.
Ancora, da ormai diversi giorni, questi avvenimenti proseguono e il popolo
kurdo si sta ribellando in tutta l'area in cui ciò si verifica. Il nostro
popolo senza armi tenta di difendersi contro ogni attacco proveniente dalle
forze governative e ultranazionaliste arabe che credono e professano
tuttora la loro fedeltà a Saddam Hussein.
Oggi centinaia di migliaia di persone continuano a manifestare in segno di
protesta contro la politica provocatoria e negazionista del governo siriano
e solidarietà con i loro connazionali.
Questa serie di eventi di violenza ed oppressione contro il popolo kurdo a
Qamishlo ed in altre città kurde in territorio siriano sono un segno che il
governo siriano sta seguendo le orme di Saddam Hussein nelle sue politiche
contro i kurdi. A questo proposito, ricordiamo che domani, 16 marzo,
ricorre il sedicesimo anniversario del massacro di Halabja, in cui furono
massacrati migliaia di kurdi, massacro che è stato evocato negli slogan
degli assalitori di Qamishlo. Affinché si spezzi il filo rosso di sangue
che rischia di unire questi eventi, è il momento che la comunità
internazionale e gli Stati Uniti d'America, l'Unione Europea e le Nazioni
Unite proteggano i kurdi in Siria e fermino queste atrocità.
La comunità kurda di Roma condivide l'appello al dialogo e si premura di
comunicare questi fatti al fine di informarne correttamente l'opinione
pubblica italiana, chiedendo che essa non faccia mancare la sua solidarietà
al popolo kurdo in questa occasione. Essa insiste nel ribadire l'importanza
di lavorare assieme a tutte le forze democratiche per giungere a una
soluzione della questione kurda in Medio Oriente.
La democratizzazione del Medio Oriente passa per la libertà dei kurdi e dei
popoli del Medio Oriente.

Roma, 15 marzo 2004
Comunità Kurda di Roma