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LA BORGHESIA RIVOLUZIONARIA



Martedì 30 dicembre 2003 è uscito con il "Corriere della Sera", nell’ed. Rizzoli-Larousse, il primo dei trenta volumi dell’Enciclopedia del Sapere, uscita in Francia, sotto la direzione di Diderot, dal 1 luglio 1751.

Nel "Corriere" del 22 dicembre, Luciano Canfora aveva annunciato l’iniziativa, ricostruendone la nascita. 

"Nell'estate del 1749 la Francia, vessata da tasse e balzelli dovuti alla Guerra dei sette anni è pervasa da un diffuso scontento. 

Il marchese d'Argenson, già ministro nonché acuto osservatore delle cose del suo paese, annota nel suo Journal: "In questi giorni è stato arrestato un gran numero di abati, di dotti, di scrittori brillanti, che sono stati rinchiusi nella Bastiglia, tra gli altri il signor Diderot". 

E il 10 agosto: "Aumenta lo scontento per i continui arresti, eseguiti ogni notte, di scrittori brillanti sospetti di scrivere libri, canzonette e di mettere in giro cattive notizie al caffè e al passeggio. La si chiama ormai l'Inquisizione francese". 

Diderot, già guardato con sospetto, ora direttore dell'Encyclopédie ("Dizionario ragionato di scienze, arti e mestieri") è rinchiuso a Vincennes. 

E’ trattato malissimo e soffre molto la detenzione. 

Ma chi insorge in sua difesa e pretende dal ministro di polizia la scarcerazione del prezioso detenuto? 

Innanzi tutto gli editori, i quali hanno investito una somma ingente nel progetto dell'Encyclopédie: "Quest'opera, che ci costerà 250.000 pezzi d'oro scrivono e per la quale ne abbiamo già spesi più di 80.000, stava per essere presentata al pubblico. La detenzione del signor Diderot, l'unico uomo capace di un'impresa così vasta, può significare la nostra rovina!". 

E concludevano, scrivendo al sommo tutore dell'ordine, sicuri di commuoverlo: "La nostra sorte dipende da voi, signore; mettiamo sotto la vostra protezione le nostre fortune". 

La lettera, firmata dai libraires associés, le Breton, David l'ainé, Durand e Briasson, è tuttora conservata in un manoscritto alla Bibliothèque Nationale di Parigi. 

Il poliziotto Nicolas-René Barryer si commosse. 

La detenzione di Diderot e Vincennes durò poco più di tre mesi. 

Tornato alla testa della grande impresa, Diderot riesce a conseguire un primo successo che rassicura i suoi editori. 

Il Prospetto dell'Encyclopédie, lanciato nell'ottobre 1750, ottiene subito 1002 sottoscrizioni dell'opera intera: le sottoscrizioni si riaprono oltre il limite inizialmente previsto, e crescono ulteriormente. 

I gesuiti si allarmano. 

Il vigile Journal de Trévoux, l'antenato della Civiltà Cattolica, (e dell’ineffabile Socci, ndr) attacca l'opera non ancora pubblicata definendola una caricatura, oltre che un plagio, di Bacone. 

Il 1 luglio 1751 apparve finalmente il primo volume: una data capitale nella storia 

universale. 

Nonostante gli sforzi di Diderot e d'Alembert di rassicurare l'autorità sugli intenti dell'opera, scoccò l'attacco frontale del Journal de Trévoux. 

La pubblicazione fu sospesa. 

Tra l'altro i gesuiti ritenevano inconcepibile che non fosse stata affidata loro la parte teologica. 

Ma gli interessi concreti degli ormai quasi duemila sottoscrittori risultarono alla fine più forti e più convincenti, anche per le autorità. 

Il signor de Malesherbes, Directeur de Librairie, cui incombeva il compito del sequestro, fu il principale artefice della salvezza dell'opera… 

…Quando usciva il IV volume, i sottoscrittori (tra cui moltissimi ecclesiastici e molti nobili) erano già saliti a tremila, e saranno quattromila all'uscita del VII…"

Malgrado gli sforzi dei gesuiti, l’Enciclopedia proseguì la sua marcia

"…Un provvedimento del Consiglio di Stato (21 luglio 1759) sembrò poter determinare la battuta d'arresto definitiva: si trattava dì un ordine agli editori di rimborsare a ciascun sottoscrittore la differenza tra l'ammontare della somma sottoscritta e il valore dei volumi fino a quel momento pubblicati.

Colpo di scena: nessun sottoscrittore si presentò a chiedere il rimborso. 

La condanna di Papa Clemente VIII (3 settembre 1759) ormai non poteva avere alcun peso. La borghesia rivoluzionaria era in campo aperto, e aveva vinto, in difesa di un libro che fa epoca nella storia umana, la sua prima battaglia."

Come ignorano la maggior parte dei contemporanei, la pubblicazione dell’Enciclopedia fu un grande evento per la cultura, per il pensiero, per la storia dell’umanità.

Queste vicende ci fanno ricordare che la chiesa cattolica ufficiale è stata sempre nella parte sbagliata accanto ai conservatori e agli sfruttatori delle classi deboli.

Il fatto che milioni di cattolici siano in questi ultimi anni venuti dalla parte degli oppressi è una grande vittoria per loro e per tutti.

La chiesa ufficiale è ancora legata ai conservatori, in contrasto con le posizioni del papa attuale, di molti cardinali e vescovi.

I nonviolenti si augurano che i vari Socci non riescano a fermare la svolta epocale che si è messa in moto.

La stessa cosa si può dire per la borghesia, che nei secoli successivi a Diderot ha diffuso nel mondo le conquiste dell’Enciclopedia, traducendole in valori di libertà e di democrazia.

Il suo cammino non è stato però coerente.

Il prevalere degli egoismi della proprietà ha soffocato spesso i valori originari, sono nati regimi liberticidi, è ripreso lo sfruttamento degli schiavi, sono sorti gli imperi coloniali con enormi ingiustizie e sofferenze per i popoli soggetti, si sono scatenate guerre sanguinose fra stati capitalisti per interessi di mercato e di potere, si è dato il via allo sfruttamento indiscriminato della terra con inquinamento selvaggio della natura, non si è compiuta efficacemente la liberazione della donna nella società.

Aldo Capitini, quando ha pensato al suo liberalsocialismo, ha indicato chiaramente tra i motivi della scelta il mancato rispetto da parte della borghesia di quei valori di libertà, uguaglianza e fraternità, che erano nati con molte speranze insieme ai volumi curati da Diderot.