[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
8 idee per la pace in Iraq
- Subject: 8 idee per la pace in Iraq
- From: "un ponte per ..." <posta at unponteper.it>
- Date: Mon, 15 Dec 2003 22:15:25 +0100
8 idee per la pace in Iraq E' opinione comune che al punto in cui l'Iraq è arrivato a seguito della guerra e dell'occupazione il puro e semplice ritiro delle forze militari non è sufficiente per garantire un processo di autodeterminazione che sia, come auspicabile, pacifico. Ribadiamo la nostra convinzione che: - solo il ritiro degli eserciti e delle basi militari può avviare un processo di autodeterminazione che possa chiamarsi tale e portare alla pace; - solo agli iracheni deve essere lasciata la decisione sulle forme che il processo di autodeterminazione deve assumere e che pertanto il ritorno alla legalità internazionale, con il ritiro degli eserciti, non può essere nè rinviato, né sottoposto a condizioni. Intendiamo offrire queste alcune idee che riteniamo possano essere la base delle iniziative di forze politiche, istituzioni o movimenti desiderosi di contribuire ad un futuro di pace per il popolo iracheno e per il medio oriente. Ci sembra che il processo di autodeterminazione della popolazione irachena sarebbe facilitato se si realizzassero, con il concorso di chi può, le condizioni che seguono. I primi quattro punti riguardano la forma del processo di autodeterminazione, i secondi quattro i contenuti: 1. Tutte le parti politiche, religiose, etniche, tribali irachene che compongono il complesso mosaico sociale della Mesopotamia dovrebbero avere la stessa opportunità di partecipare al processo di autodeterminazione a prescindere dalla posizione assunta dopo la caduta del regime (partecipazione al Governing Council o meno, sostegno alla resistenza armata o meno). - Ciò attualmente non avviene: nel Governing Council vi sono parti nominate dagli Usa ed altre escluse. Il Governing Council dovrebbe essere abolito. - Anche la pratica della resistenza armata può tendere a precostituire posizioni di forza o escludenti nei confronti di altre parti politiche. - La fine delle discriminazioni e la ricerca del dialogo tra le parti irachene dovrebbe essere la prima preoccupazione di chi voglia sostenere la autodeterminazione pacifica. - Questo dialogo può essere favorito in diversi modi uno dei quali è il distinguere tra terrorismo e resistenza non negando legittimità alla seconda a causa della esistenza del primo L'Italia potrebbe offrire il proprio territorio come luogo neutrale ove le diverse componenti della società irachena possano incontrarsi 2. Le elezioni politiche dovrebbero tenersi al più presto in quanto solo un processo elettorale, anche imperfetto, può dare legittimità ad un governo iracheno - si parla invece di un governo provvisorio nominato da persone nominate dalle autorità di occupazione e di elezioni solo a fine 2005 - il censimento della popolazione, necessaria premessa al processo elettorale non sono nemmeno state programmate L'Italia potrebbe mettersi a disposizione per realizzare e finanziare il censimento della popolazione 3. Il processo di confronto politico e di gestione della transizione tra le parti irachene dovrebbe essere garantito da una terza parte ritenuta neutrale da tutte le parti irachene e da esse invitata. Essa dovrebbe impegnarsi a lasciare il paese qualora ciò venga richiesto da un organo eletto. - tali non potrebbero essere con tutta evidenza i paesi che già hanno partecipato alla guerra, alla occupazione ed i paesi confinanti - l’Onu potrebbe svolgere questo ruolo su richiesta irachena. E' probabile che una forza di garanzia composta da paesi non allineati sotto comando Onu sia la soluzione più accettabile. Anche l'Unione Europea potrebbe svolgere un ruolo in questo senso se tutti i paesi prendessero le distanze dalla occupazione militare - la forza di garanzia dovrebbe farsi carico della sicurezza dei cittadini e dell'accompagnamento neutrale del confronto politico tra le forze irachene L'Italia potrebbe proporre in sede europea e in sede Onu la costituzione di tale forza neutrale 4. I paesi confinanti si dovrebbero astenere dall’intervenire negli affari interni iracheni - si potrebbe convocare una conferenza dei paesi confinanti nella quale questi dichiarino il proprio rispetto per il processo di autodeterminazione iracheno - l’Iraq potrebbe ammettere errori del passato (attacco all’Iran e invasione del Kuwait) per favorire una condizione di fiducia - parimenti se si chiederà all'Iraq, almeno per una prima fase, di non procedere ad un proprio riarmo si dovrebbe ribadire l’obiettivo del disarmo complessivo di tutto il Medio Oriente, già enunciato fra l'altro nel par. 14 della risoluzione 687 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. L'Italia potrebbe avviare iniziative diplomatiche in questo senso 5. Non dovrebbero essere precostituiti risultati sul terreno della forma dello stato, del suo carattere in tema di religione, della piena disponibilità delle risorse naturali, della presenza militare straniera. - Il soggetto che accompagna il processo dovrebbe dichiarare di accettare qualunque decisione in merito venga presa dagli iracheni. 6. Le risorse naturali irachene, in particolare il petrolio e l’acqua, il sistema produttivo pubblico, il sistema sociale e il sistema economico non dovrebbero essere modificate prima dell' effettivo insediamento di un Governo legittimo. - E' invece in corso una revisione dei contratti per lo sfruttamento del petrolio, la privatizzazione delle imprese pubbliche e una riforma del sistema sociale, economico e bancario. - Le ordinanze del governatore Bremer che riguardano questi aspetti dovrebbero essere annullate perché la autodeterminazione non venga svuotata. L'Italia non dovrebbe alimentare la partecipazione delle proprie imprese alla privatizzazione delle aziende irachene 7. La comunità internazionale dovrebbe impegnarsi a contribuire economicamente alla ricostruzione delle strutture essenziali e il debito estero iracheno dovrebbe essere annullato o sostanzialmente ristrutturato. - tale sostegno potrebbe essere in un primo momento attraverso il finanziamento di programmi delle agenzie delle Nazioni Unite e non appena possibile attraverso il sostegno diretto al governo iracheno - i paesi che hanno attaccato l'Iraq dovrebbero essere chiamati al pagamento dei danni di guerra L'Italia potrebbe destinare a ciò i fondi risparmiati con il ritiro delle truppe e impegnarsi a abolire il debito iracheno non appena insediato un governo legittimo 8. I conti con la propria storia dovrebbero essere fatti dagli iracheni - la caccia all'uomo, le epurazioni e i processi sommari nei confronti di esponenti del vecchio regime di cui sono protagonisti gli Stati Uniti non sono legittimi - ad un governo legittimo dovrebbe essere lasciata la decisione sulla riforma del sistema penale e sui modi con cui sanzionare i crimini del passato regime verso il proprio popolo, salvo la competenza del Tribunale Penale Internazionale.
- Prev by Date: 17/12 Milano: incontro rete regionale contro la guerra
- Next by Date: NUOVO LIBRO - MUHAMMAD 'ABDUH - TRATTATO SULL'UNICITA' DIVINA
- Previous by thread: 17/12 Milano: incontro rete regionale contro la guerra
- Next by thread: NUOVO LIBRO - MUHAMMAD 'ABDUH - TRATTATO SULL'UNICITA' DIVINA
- Indice: