SANGUE e IPOCRISIA



SANGUE e IPOCRISIA

L'attacco portato questa mattina a Nasiriya dai partigiani iracheni contro
la base militare italiana conferma l'urgenza di mobilitarsi per porre fine
all'occupazione militare dell'Iraq e da ragione a chi, come noi, si sta
impegnando per il successo della prevista manifestazione nazionale del 13
dicembre.
Il Ministro della difesa Martino non e' una persona seria, se lo fosse si
sarebbe gia' dimesso. Il Ministro e' il primo responsabile per questo
massacro. Egli ha infatti sempre teso a sottovalutare il rischio a cui sono
sottoposti i soldati mercenari italiani.

- *Li al Sud i pericoli non vengono da azioni terroristiche, ma dalla
criminalita' comune* (Dichiarazione di Martino, riportata dal quotidiano Il
Corriere della Sera del 22 agosto).
- *La situazione in Iraq e' enormemente piu' tranquilla di quanto si
pensasse* (Dichiarazione rilasciata da Martino e ripresa da tutti i
quotidiani del 13 ottobre).

Questi morti sono sulla coscienza di Silvio Berlusconi e di tutto il
Consiglio dei Ministri i quali, nel maggio scorso, calpestando la
Costituzione italiana (come fecero del resto i loro precursori di
centro-sinistra nel 1999), decisero di dare manforte agli angloamericani ben
sapendo che si sarebbe trattato di un'illegittima occupazione di tipo
coloniale. Sono infine sulla coscienza del Ministro, del Governo e dello
Stato Maggior dell'esercito i quali, nel loro sterminato servilismo verso
Bush e la sua banda di avventurieri imperialisti, non solo hanno subordinato
il contingente italiano alle direttive politico-militari degli americani
(responsabili di due guerre, di undici anni di spietato embargo, di un
numero sterminato di vittime irachene), non solo hanno accettato di porre
gli italiani sotto il comando inglese (che gli iracheni ricordano bene in
quanto respinsero gia' la loro occupazione coloniale a salatissimo prezzo):
essi ha ingannato deliberatamente i tremila soldati italiani, i loro
familiari e l'opinione pubblica parlando di *missione di peace keepìing*
mentre quella in Iraq e' una guerra spietata e totale destinata a finire in
un tragico bagno di sangue. La soluzione e' una sola: ritirare
immediatamente le trupppe alleate d'occupazione e riconsegnare al popolo
iracheno i suoi insindacabili diritti all'autodeterminazione e alla
sovranita' nazionale.

Noi invitiamo tutti i cittadini italiani ad esprimere la loro protesta
consapevole non solo firmando il nostro Appello (vedi sotto), ma
partecipando alla prevista manifestazione del 13 dicembre a Roma.

Invece di ammettere le loro immense responsabilita' politiche, gli ipocriti
politicanti del centro-destra, allo scopo di far leva sull'emotivita'
popolare, suonano le corde ormai pregiudicate del patriottismo nazionalista
e dell'esecrazione, sperando in tal modo di restare in sella e pulirsi la
loro coscienza sporca. In loro soccorso sono giunti presto, non solo il
Presidente della Repubblica (che si ricorda della guerra di liberazione dal
nazismo solo quando deve officiare le retoriche liturgie istituzionali), ma
pure i capi del centro-sinistra i quali, invece di chiedere la convocazione
strordinaria del Parlamento per ritirare le truppe subito e negare ogni
proroga alla missione italiana, balbettano che dopo la Risoluzione 1511
dell'ONU, questa missione sarebbe *giuridicamente legittima*. Vergogna!

Scandaloso e' infine che i portavoce del centro-sinistra (Bertinotti
compreso!), nel tentativo di giusitificare il loro afflato patriottico e
imperialista con il governo di Berlusconi, accettino proprio il caposaldo
della politica guerrafondaia di Bush: quello per cui la legittima lotta di
liberazione irachena sarebbe *terrorismo*, mentre i guerriglieri sarebbero
dei *criminali di guerra*

Un ultima esortazione la rivolgiamo poi ai movimenti per la pace e contro la
globalizzazione. Si parla di una giornata mondiale per la pace per il 20
marzo prossimo. Non scherziamo per favore! Da qui al 20 marzo tutto potrebbe
essere gia' accaduto, anche una estensione della guerra a tutto il Medio
Oriente. E' ora che occorre lottare e protestare, per ritirare subito le
truppe d'occupazione, per l' liberta' dell'Iraq, per il sostegno alla
resistenza irachena, senza  se e senza ma. E' ora che occorre manifestare,
ora che il Parlamento dovra' decidere riguardo alla permanenza o meno dei
miltari italiani. Chi ha sottovalutato la indiscutibile centralita' della
battaglia in corso in Iraq, chi ha scelto altre priorita', ha il tempo per
correggere l'errore.
Fino a prova contraria la sola proposta in campo e' quella della
manifestazione autoconvocata del 13 dicembre a Roma. Noi siamo pronti a
trasformarla in un grande e unitaria giornata nazionale di lotta, non certo
ad annullarla.

Il Comitato promotore della Manifestazione del 13 dicembre
12/11/03
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
FIRMA E DIFFONDI L'APPELLO per una manifestazione nazionale il 13 dicembre a
Roma
CON IL POPOLO IRACHENO CHE RESISTE
per adesioni indica nome, cognome e citta' scrivendo a:
13dicembre at iraqlibero.net
per informazioni e adesioni potete telefonare al NUMERO VERDE: 800 031 533
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Appello per una manifestazione nazionale il 13 dicembre a Roma

La guerra che l'imperatore in pectore G.W. Bush, il primo maggio scorso,
aveva solennemente dichiarato finita, è in realtà appena agli inizi.
Gli aggressori angloamericani pensavano che una volta battuto l'esercito
regolare, i cittadini iracheni li avrebbero accolti sventolando bandierine a
stelle e strisce. Si trovano invece alle prese con la crescente ostilità
popolare.
Gli invasori hanno occupato il paese promettendo "democrazia e libertà". In
realtà il governo fantoccio capeggiato dal militare statunitense Bremer,
fallita la politica colonialista del "divide et impera", reprime con metodi
dittatoriali e crudeli ogni manifestazione di malcontento. Chiunque osi
sfidare le sue decisioni, viene catturato, arrestato e chiuso in campi di
concentramento.
In queste condizioni la resistenza irachena si è andata progressivamente
rafforzando nella prospettiva di diventare una vera e propria guerra di
liberazione come fu quella vietnamita.
Noi riteniamo la resistenza irachena legittima, non solo sul piano morale,
ma anche su quello politico. E' l'occupazione militare angloamericana, come
quella israeliana della Palestina, illegale e illegittima. La stessa
aggressione all'Iraq è avvenuta in aperta violazione della Carta delle
Nazioni Unite e del diritto internazionale.
La battaglia che si svolge in Iraq ha un'importanza storica. Se gli
occupanti angloamericani saranno cacciati, se il popolo iracheno riuscirà a
liberarsi di loro, le pretese imperiali e imperialiste nordamericane, l'idea
di trasformare il mondo intero nel loro orto di casa, subiranno un colpo
fatale. La sconfitta degli occupanti angloamericani sarebbe dunque una
vittoria per tutti coloro che nel mondo lottano per la democrazia,
l'autodeterminazione e la libertà dei popoli che non vogliono essere
sottoposti al giogo imperiale.
Nonostante la gran parte degli italiani si sia opposta all'aggressione,
malgrado milioni di persone abbiano manifestato la loro volontà di pace, il
governo Berlusconi non solo si è schierato a fianco degli USA, ha
addirittura inviato proprie truppe in Iraq a dar manforte agli occupanti.
Sosteniamo il popolo iracheno che resiste e chiediamo il ritiro immediato
dei soldati italiani dall'Iraq, così come da tutti gli altri paesi in cui
essi sono presenti.
Chiediamo a tutte le persone che hanno gridato il loro no alla guerra di
riprendere la lotta manifestando con noi per:
La libertà dell'Iraq e della Palestina
Cacciare tutti gli invasori
Riportare a casa i soldati italiani
Chiudere le basi americane  in Italia e in Europa

per adesioni all'appello indicando nome, cognome e citta' scrivi a:
13dicembre at iraqlibero.net

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

Comunicazioni dei promotori

Ringraziamo i duecento nuovi firmatari dell'appello, in particolare Don
Gallo, della Comunità San Benedetto al Porto di  Genova, Ascanio
Bernardeschi, Consigliere Provinciale di Pisa del P.R.C., Quinto Antinori,
segretario PRC Federazione di Fermo e l'editore Sergio Manes di Napoli

(1) LA PROSSIMA RIUNIONE NAZIONALE DEL COMITATO PROMOTORE DELLA
MANIFESTAZIONE si svolgera' domenica 16 novembre, con inizio alle ore 10,30,
in Via Orsini 44 a Firenze. La riunione e' aperta. Tutti i firmatari sono
invitati ad intervenire. Per informazioni telefonate a Leonardo: 347.7815904

(2) E' in rete il sito del Comitato promotore della manifestazione:
www.iraqlibero.net (operativo dalle ore 24,00 del 12 novembre). Oltre alla
lista di tutti i firmatari (siamo ormai a piu' di 1200!), numerose notizie e
forum, potrai trovare il piu' dettagliato Diario della guerriglia in Iraq
che sia in circolazione.

(3) Per la manifestazione del 13 dicembre, oltre alla presenza di Awni Al
Kalemji, portavoce internazionale della resistenza nazionale irachena, e
quella di Ahmed Karim, curdo, fondatore del Partito Comunista Iracheno,
potremo contare su quella di Jabbar Al Kubaysi, Presidente della Alleanza
Nazionale Irachena, che verra' in Italia da Bagdad, appositamente per la
manifestazione.

(4) Mancano 32 giorni alla manifestazione. Siamo gia' impegnati
nell'organizzare la partecipazione . Gli attuali referenti per organizzare
autobus sono i seguenti: Lombardia: Giuseppe Pelazza, Milano - Veneto: Luca
Maddalena, Vicenza - Emilia Romagna: Giulio Bonali, Piacenza - Toscana:
Leonardo Mazzei, Lucca - Marche: Antonio Colazzo, Osimo- Umbria: Maria
Grazia Ardizzone, Perugia - Sardegna: Francesco Ibba, Sassari - Campania:
Mimmo Mignana, RSU Alfa Romeo di Pomigliano. Quanto prima comunicheremo i
referenti delle altre regioni. Chiunque sia interessato ad aiutarci e'
pregato di contattarci quanto prima: 13dicembre at iraqlibero.net

(6)  Gli incontri con Awni Al Kalemji, portavoce della Resistenza nazionale
irachena, si svolgeranno dal 9 al 12 dicembre. Le tappe saranno le seguenti:
Lombardia, Toscana, Umbria, Marche, Lazio. Comunicheremo per tempo luoghi,
date e orari.

(7) L'elenco completo dei firmatari dell'Appello, assieme a lettere,
notizie, e prese di posizione, lo trovate sul sito: www.iraqlibero.net.