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12/11 Genova: un'ora in silenzio per la pace
- Subject: 12/11 Genova: un'ora in silenzio per la pace
- From: "norma" <norma.b at libero.it>
- Date: Tue, 11 Nov 2003 08:35:13 +0100
Rete controg8 per la globalizzazione dei diritti Mentre prosegue l'ora in silenzio per la pace, che si terrà anche domani, mercoledì 12 novembre, dalle 18 alle 19 sui gradini del palazzo ducale di Genova, la rete controg8 per la globalizzazione dei diritti sta diffondendo a Genova il volantino che segue. Le reazioni sono diverse: mentre sono molti quelli che si dimostrano indignati e restituiscono il volantino, non mancano quanti che, pur comprendendo che si tratta di una proposta utopica, la condividono o almeno si dimostrano disponibili a discuterla "LA DISPERAZIONE, LA MORTE E NOI La pietà che proviamo quando la TV ci mostra immagini di barche cariche di donne , uomini e bambini stremati e ci elenca le cifre di altre persone morte durante i viaggi "della speranza" è certamente sincero. Ma pietà e sincerità non bastano, non cambiano le cose. Se le autorità italiane ed europee non assumono provvedimenti concreti, ci stancheremo anche di provare dispiacere: la morte di disperati non farà neppure più notizia sui media. Spetta a noi, uomini e donne che inorridiscono al vedere morti e vivi accatastati sul fondo delle imbarcazioni, premere su chi ha il potere di farlo perché interrompa almeno la speculazione di chi, per arricchirsi, organizza questi viaggi della morte. Certo il problema è complesso ed ha alla base l'insopportabile divario tra nord e sud del mondo, tra chi ha molto (anche per aver derubato le risorse di altri popoli) e chi nulla. Ma fermiamo almeno questo commercio, non molto dissimile da quella tratta di schiavi che la --democratica- Inghilterra ha consumato nei secoli passati. C'è un mezzo, semplice, che può almeno costituire un'alternativa alla morte in mare: "mettere a disposizione di chi è costretto dalla miseria, dalla guerra, dalla persecuzione politica a lasciare il proprio paese, regolari viaggi su navi che conducano alle coste italiane, e treni che indirizzino ai diversi stati europei queste persone ormai senza patria." Abbiamo paura che troppi approfittino di queste opportunità? Paura di dover condividere con troppe persone il nostro benessere? Ma allora, è meglio per noi che almeno una parte dei disperati, che non rinunceranno mai a cercare una alternativa, muoia durante il viaggio? Se non vogliamo tenerci addosso questa responsabilità appoggiamo questa proposta, diffondiamola per raccogliere adesioni. Trasformiamo la nostra pietà in aiuto a chi rischia la sua vita per disperazione." rete controg8 per la globalizzazione dei diritti
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