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Kurdistan_Azad: rass. Stampa Assoc. "Azad"
- Subject: Kurdistan_Azad: rass. Stampa Assoc. "Azad"
- From: a at ranchdeiviandanti.it
- Date: Fri, 17 Oct 2003 10:13:16 +0200
Kurdistan_Azad: Rassegna Stampa dell'Associazione "Azad-Liberta' per il popolo kurdo" 16 ottobre 2003 - e-mail: ass.azad at libero.it ==------------------------ SOMMARIO : 1) Orsola Casagrande - "il Manifesto" Le truppe turche pronte a entrare in Nord-Iraq Erdogan si gioca tutto: i turchi erano contro la guerra. I kurdi turchi temono l'attacco ai campi profughi 2) INIZIATIVE KURDE A ROMA ==------------------------ ORSOLA CASAGRANDE - "il Manifesto" Le truppe turche pronte a entrare in Nord-Iraq Erdogan si gioca tutto: i turchi erano contro la guerra. I kurdi turchi temono l'attacco ai campi profughi LONDRA Il Consiglio governativo iracheno ha cercato e ottenuto il sostegno degli altri paesi islamici riuniti nel summit in Malesia, contro lo spiegamento di truppe turche in Iraq. La Turchia infatti è stato l'unico paese islamico che ha accettato di mandare diecimila soldati senza un mandato Onu. Riyadh al-Fadli, parlando a nome del Consiglio governativo iracheno istituito dagli Usa, ha detto che «la situazione in questo momento è estremamente delicata. L'invio di truppe provenienti da paesi confinanti rischia di creare problemi all'interno del paese». Nello stesso momento in Turchia il premier Recep Tayyp Erdogan invitava alla calma. Soprattutto chiedeva agli Usa di «intervenire per mettere fine a questa propaganda anti-turca». Spiegando i motivi dell'invio di truppe in Iraq, il premier ha detto di ritenere «nostra responsabilità fare la nostra parte per aiutare a ricostruire pace e stabilità come chiedono gli iracheni». Si tratta, ha detto Erdogan al congresso del suo partito, di «una responsabilità proveniente dai legami storici e geografici che ci uniscono all'Iraq». La realtà, naturalmente, è assai diversa: la Turchia (dopo lo smacco riservato agli Usa prima della guerra, quando Ankara ha votato contro l'invio di truppe e contro la concessione dello spazio aereo e delle basi militari agli Stati uniti) sta cercando di ricucire i rapporti con Washington a sua volta in difficoltà, visto che nessuno sembra disposto ad inviare truppe in Iraq. Ankara ora ha un disperato bisogno di soldi e poiché i cordoni della borsa Usa erano stati chiusi dopo il no sulla guerra. In ambito Nato gli Usa hanno chiuso entrambi gli occhi (e soprattutto li hanno fatti chiudere all'Europa) sul massacro dei kurdi turchi e sulla perpetua violazione dei diritti umani. Gli Stati uniti hanno premiato la fedeltà turca facendo piovere soldi a palate nelle disastrate casse turche, e spesso mettendo voce negli affari politici interni, magari al momento delle elezioni (almeno due ex premier, Tansu Ciller e l'islamico moderato Necmettin Erbakan provenivano dalla scuola Usa-Cia). Ma Recep Tayyip Erdogan e il suo partito Ak (Della giustizia e dello sviluppo) hanno potuto stravincere le elezioni del novembre 2002 grazie a tre parole d'ordine: no alla guerra in Iraq, no al dominio del Fmi e sì all'Europa ma alle nostre condizioni. La popolazione ha così premiato l'Ak consegnandogli la maggioranza assoluta in parlamento. La luna di miele però comincia a non essere più così idilliaca. Dopo la netta presa di posizione del parlamento contro l'invio di truppe in Iraq e contro la concessione di basi agli Usa, Erdogan e il suo fedele ministro degli esteri Abdullah Gul hanno fatto numerosi viaggi a Washington. Visite sempre ricambiate. Alla fine la decisione martedì scorso di far passare la mozione che autorizza l'invio di diecimila uomini in Iraq. Gli Usa ringraziano e si preparano a pagare. In Turchia le proteste contro la decisione del parlamento crescono in molte città. La popolazione kurda della Turchia teme che l'esercito attraversando il nord Iraq faccia piazza pulita dei campi in cui si sono nascosti i guerriglieri del Kadek (ex-Pkk). In realtà sono campi profughi, come Atrush dove da anni vivono in migliaia (soprattutto donne e bambini) scampati alla feroce distruzione dei villaggi da parte dell'esercito turco. Una delle richieste di Ankara agli Usa è proprio quella di «smantellare» il campo di Atrush. Gli Usa avrebbero girato la richiesta all'Onu che gestisce il campo. Ma per i turchi non è abbastanza: chiedono garanzie precise. Cioè «arrangiarsi» da soli. ------------------------------------------------------------ IRAQ Il Consiglio ribadisce il no ai soldati turchi Il presidente del Consiglio iracheno (organismo nominato dagli americani), Iyad Allawi, ha ribadito ieri che «l'invio di truppe da paesi confinanti rischia di creare problemi all'interno del Paese». Il riferimento è ai soldati che la Turchia, dopo il via libera dato dal parlamento di Ankara, si appresta a mandare in Iraq. Allawi ha anche dichiarato - per dare un segnale di «normalizzazione» nell'imminenza del voto all'Onu - che delle elezioni per un nuovo governo potrebbero svolgersi nel 2004. A Bassora è stato ucciso, con un solo colpo sparato alla nuca, Haider al-Baaj, direttore di un ospedale della seconda città irachena,nel sud del Paese. Non c'è stata alcuna rivendicazione, ma il medico era stato nominato direttore del nosocomio dopo l'invasione americana dell'Iraq e questo lascia presupporre che l'omicidio sia da inquadrare in uno dei tanti agguati contro i «collaborazionisti» degli americani. Nella foto ap, militari Usa presidiano l'ambasciata turca dopo l'attacco di lunedì. --------------------------------------------- IRAQ-ONU: FRANCIA, RUSSIA E GERMANIA VOTERANNO SI' A TESTO USA (AGI) - Berlino, 16 ott. Francia, Germania e Russia voteranno a favore della risoluzione delle Nazioni Unite sull'Iraq preparata dagli Stati Uniti. A preannunciarlo e' stato il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder. (AGI) 161321 OTT 03 ==------------------------------------------------------- INIZIATIVE KURDE A ROMA Si e' conclusa oggi una settimana di iniziative a Roma da parte della comunita' kurda. Davanti alle ambasciate di Turchia, Irlanda e Inghilterra sono state portate le valutazioni politiche dell'ultimo periodo (con un dossier), le richieste e la rivendicazione di essere un popolo autore, insieme al suo presidente isolato, malato e detenuto, A. Ocalan, di una proposta di pace che vale per tutto il medio oriente e non solo per il conflitto kurdo-turco. Oggi, per finire, ci si e' ritrovati davanti all'ambasciata degli Stati Uniti d'America. Un sit-in di mattina in via Veneto che non ha facilitato l'accesso ai piu' che lavorano in quelle ore. C'e' stato il tempo di un breve incontro (per strada, ovviamente) con un addetto diplomatico della stessa ambasciata. Nulla piu' che poche frasi di circostanza da parte del suddetto che afferma di trasmettere gli atti del dossier al dipartimento di stato americano, dove c'e' un ufficio gestito dai diplomatici turchi (sic!). Nuove iniziative si svolgeranno nelle prossime settimane anche perche' l'area dell'Iraq potrebbe ancora essere interessata da sconvolgimenti politici e militari. L'invio delle truppe turche, votato dal parlamento turco, rammarica perche' e' un segnale di cedimento della diplomazia (anche se i turchi vanno in Kurdistan iracheno un po' per evitare l'autonomizzazione dell'area, un po' perche' c'e' un fiume di petrolio tra Mosul e Kirkuk). Saremo presenti al Social Forum Europeo di Parigi: qui l'esortazione a tutti i compagni e le compagne di Azad e' quella di sentirci e vederci al piu' presto per programmare un intervento di sostanza e per "attirare" l'attenzione sui problemi dell'area che ben conosciamo; ovviamente cercando su tutto di coordinarci con l'UIKI. --------- se volete iscrivervi alla mailing list scrivete a: ass.azad at libero.it 06-57302933-5132 c.c.p. n. 37077013 La rassegna stampa e' un servizio della Associazione nazionale "Azad-Liberta' per il popolo kurdo" fate girare la mail nel vostro indirizzario Carlucci Juri 339-1774093 --------------------------------------------- This message was sent using Endymion MailMan. http://www.endymion.com/products/mailman/
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