I soldati USA passano con i bulldozer sui raccolti dei contadini iracheni



di Patrick Cockburn - The Independent

I soldati statunitensi hanno guidato bulldozer, mentre da altoparlanti
suonavano musica jazz a tutto volume, a sradicare coltivazioni di vecchie
palme da datteri, aranceti e limonaie.
E’ successo nell’Iraq centrale e l’operazione era parte di una nuova
politica di punizione collettiva dei contadini che non forniscono
informazioni sui guerriglieri che attaccano le truppe statunitensi.

Traduzione di http://www.nuovimondimedia.it

Le radici delle palme, alcune con più di 70 anni, spuntano dalla terra
marrone sollevata dai bulldozer a lato della strada, a Dhulaya, una piccola
cittadina 50 miglia a nord di Baghdad. Le donne locali, ieri, erano
indaffaratissime a raccogliere i rami degli alberi sradicati, di arancio e
di limone, per portarseli a casa, così da utilizzarli almeno come legna da
ardere.Nusayef Jassim, uno dei 32 coltivatori che hanno visto i loro alberi
da frutto distrutti, ha detto: “ci hanno detto che combattenti della
resistenza irachena si sono nascosti nei nostri poderi, ma non è vero. Non
hanno catturato nessuno. Non hanno trovato nessuna arma”.
Altri contadini hanno dichiarato che i soldati USA hanno detto loro con un
megafono, in arabo, che gli alberi da frutto sono stati distrutti dai
bulldozer per punire i contadini per la poca collaborazione contro la
resistenza, che è molto attiva in questo distretto musulmano sunnita.

“Scherzavano, ci schernivano suonando musica jazz mentre abbattevano gli
alberi”, ha detto un uomo.

Vi sono state imboscate contro le truppe USA nei pressi di Dhulaya. Ma Ali
Saleh al-Jabouri, un membro della delegazione che si è recata alla vicina
base USA per chiedere il risarcimento delle perdite, afferma che gli
ufficiali americani hanno descritto quanto successo come “una punizione alla
popolazione locale perché ‘sapete chi appartiene alla resistenza e non ce lo
dite’ “. I metodi utilizzati dagli israeliani, di punizione collettiva ai
palestinesi, sono ora applicati in Iraq, ha aggiunto Ali Saleh.

La distruzione degli alberi da frutto si è verificata nella seconda metà del
mese scorso ma, come la maggior parte di ciò che succede nelle zone rurali,
la conoscenza di quanto accaduto ci ha messo molto tempo a divenire nota. La
distruzione dei raccolti ha avuto luogo lungo un chilometro a lato della
strada, strada che subito dopo diventa un ponticello.
I contadini dicono che 50 famiglie hanno così perso ogni possibilità di
sostentamento, ma una petizione dei contadini rivolta alle forze delle
coalizione di stanza a Dhuluaya che supplica un risarcimento in un inglese
zoppicante, è firmata da solo 32 persone. La petizione dice: “decine di
famiglie povere dipendono completamente, per poter vivere, da questi
frutteti. Ora sono diventate così povere che possono solo aspettare la fame
e la morte”.

 I bimbi di una donna che aveva solo quei pochi alberi da frutto si sono
messi davanti a un bulldozer ma sono stati trascinati via, anche secondo
testimoni che non hanno voluto che il loro nome venisse reso noto. Hanno
raccontato anche che un soldato americano si è accasciato in lacrime,
durante l’operazione. Quando un reporter del giornale Iraq Today ha cercato
di fare una foto ai bulldozer al lavoro un soldato gli ha strappato la
telecamera e ha cercato di romperla.
Lo stesso giornale riferisce che il Colonello Springman avrebbe detto:
“Abbiamo chiesto diverse volte ai contadini di far cessare gli attacchi, o
di dirci chi ne era il responsabile, ma i contadini non ce l’hanno detto”.

Informare le truppe USA dell’identità di chi li attacca sarebbe estremamente
pericoloso per gli abitanti dei villaggi iracheni, nei quali quasi tutti
sono parenti o amici e tutti si conoscono. I coltivatori che hanno perso gli
alberi da frutto appartengono tutti alla tribù Khazraji ed è improbabile che
forniscano informazioni su altri membri della tribù se anche questi
stessero, veramente, attaccando i soldati statunitensi.

Quando a Nusayef Jassim è stato chiesto quanto valesse il frutteto che ha
perso, ha risposto con voce rotta: “è come se qualcuno mi avesse tagliato
entrambe le mani e poi mi si chiedesse quanto valessero”.

Tradotto da Nuovi Mondi Media
Fonte:
http://news.independent.co.uk/world/middle_east/story.jsp?story=452375
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