Fw: RESOCONTO RIUNIONE 5.10.2003



STOP THE WALL - 8 NOVEMBRE MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA.

RESOCONTO DELLA RIUNIONE DEL 5.10.2003.



Alla riunione promossa per domenica 5 ottobre per discutere della
manifestazione nazionale contro il Muro dell'Apartheid hanno partecipato
compagne e compagni provenienti da diverse città, oltre ai rappresentanti
romani del Forum Palestina, del Comitato di Solidarietà con l'Intifada, del
Comitato per non dimenticare Sabra e Chatila, rappresentanti del PdCI, del
PRC e dei Verdi, il Presidente della Comunità Palestinese di Roma e del
Lazio ed altre realtà.

Dopo una breve introduzione del Forum Palestina, Stefano Chiarini ha
sottolineato che quella dell'8 novembre si presenta come una manifestazione
"difficile", il cui risultato dipende dall'impegno dei promotori e
dall'apertura ad ulteriori adesioni. Attualmente, esiste un problema di
divisione a sinistra, fra chi sostiene la proposta di una manifestazione
nazionale, chi la contrasta e chi si mostra incerto, per vari motivi. Di
fatto, nel PRC sono presenti tutti e tre gli orientamenti. Secondo
Chiarini, il carattere nazionale della manifestazione è irrinunciabile,
anche allo scopo di non consentire alle forze politiche alcuna ambiguità
sulla vicenda del Muro dell'Apartheid.

Maren, di ritorno dai Territori occupati, ha informato sulle iniziative
unitarie in atto in Palestina contro il Muro, che stanno vedendo un grande
livello di unità popolare fra i Palestinesi. Fulvio Grimaldi ha rimarcato
come il problema delle divisioni non sia legato a questioni di piattaforma
più o meno ampia, quanto ad atteggiamenti politici ormai consolidati: chi
non parteciperà alla manifestazione, lo farà per principio. Grimaldi ha
anche ribadito la necessità di un riferimento, nella mobilitazione,
all'occupazione dell'Irak, necessità sostenuta anche da Enrica Palmieri,
volontaria internazionale, che ha fatto notare come in Italia non ci siano
ancora state manifestazioni esplicite contro l'occupazione e per il ritiro
del contingente italiano.

Letizia Mancusi, del Comitato Politico Nazionale del PRC, ha argomentato
come non sia più possibile chiamare alla mobilitazione su piattaforme
troppo vaghe: non è opportuno ridurre le parole d'ordine alla questione del
Muro, bisogna esplicitare la piattaforma sulla base dell'appello
internazionale Stop the Wall, aggiungendo elementi di chiarezza. Per quanto
riguarda, il PRC, la decisione prevalente negli organismi dirigenti sembra
quella di dare vita ad iniziative locali domenica 9 novembre, per cui si
tratta di fare uno sforzo per mobilitare il partito aldilà dei problemi dei
vertici delle organizzazioni.

Andrea - Comitato contro la guerra Roma sud - ha invitato a mettere in
campo una piattaforma efficace, esortando a non improntare la discussione
sui livelli del ceto politico. Il riferimento della mobilitazione è il
"popolo di sinistra" che ha già dato vita alla manifestazione del 9 marzo
2002 ed alle altre iniziative di solidarietà con il popolo palestinese.
Dalla piattaforma non può essere assente il riferimento alle principali
Risoluzioni dell'ONU, base della manifestazione del 9 marzo. Quanto al
riferimento all'occupazione dell'Irak, è bene che - se vi sono reticenze in
proposito - se ne parli esplicitamente. Gli stessi concetti sono stati
ribaditi da Renato, che ha definito essenziale il richiamo alle Risoluzioni
dell'ONU, affermando che non si può omettere il richiamo all'Irak e al
ritiro delle truppe di occupazione.

Walter Lorenzi, del Circolo ARCI Agorà di Pisa, ha chiarito che la
Palestina è un argomento di divisione a sinistra perché mette in evidenza
l'ipocrisia di certa sinistra. Per quanto riguarda l'Irak, è necessario
lavorare senza pensare di essere all'ultima spiaggia, perché la resistenza
irakena si annuncia come di lunga durata.

L'intervento di Lorenzi è stato interrotto dalla notizia del bombardamento
israeliano sulla Siria.

Bruno Steri - Dipartimento Esteri del PRC - nel suo intervento concorda con
Chiarini e definisce "urgente" la mobilitazione. Riprende anche le
osservazioni di Letizia Mancusi sulla manifestazione del giorno precedente,
che ha evidenziato una debolezza del movimento, notando come sulla
Palestina vi sia un'ulteriore difficoltà: le resistenze politiche. Si
tratta, allora, di superare le "beghe", poiché l'iniziativa nazionale sulla
Palestina è giusta ed ogni persona in più in quell'iniziativa è un aiuto al
popolo palestinese. Nulla vieta, poi, di spiegare cosa c'è sullo sfondo
della mobilitazione, poiché è evidente il legame fra la costruzione del
Muro, la questione palestinese, la crisi in Medio Oriente e l'occupazione
dell'Irak: Sharon e Bush sono le punte di lancia dell'imperialismo. Quanto
alle obiezioni avanzate da chi dice che in questo periodo ci sono troppe
manifestazioni, sono palesemente questioni di lana caprina. E' necessario
fare il massimo di pressione nel PRC, che dovrà decidere nella Segreteria
Nazionale cosa fare l'8 novembre, ma è fondamentale la mobilitazione dal
basso: la situazione palestinese e irakena non può consumarsi nel silenzio.

Angela - Comitato Palestina di Milano - comunica che nella sua città la
discussione è già avviata e che i compagni sono d'accordo per la
manifestazione nazionale. Il Muro fornisce l'occasione per tornare in
piazza per la Palestina, ma la piattaforma minima è quella del 9 marzo: non
basta dire no al Muro e il riferimento all'Irak non solo è essenziale, ma
aiuta la mobilitazione.

Silvano, di Roma, si chiede se il problema sia quello di allargare la
partecipazione non tanto alla base sociale, quanto ai vertici delle forze
politiche, sottolineando come questo problema riguardi sostanzialmente il
PRC. Non è possibile sacrificare la base per pensare di portare in piazza
il vertice. Per quanto riguarda le parole d'ordine, è irrinunciabile
ribadire il diritto al ritorno dei profughi e impensabile omettere il
riferimento all'occupazione dell'Irak.

Bassam Saleh - Presidente della Comunità Palestinese di Roma e del Lazio -
afferma che il solo piano di pace valido ed efficace è il ritiro dei
militari e dei coloni israeliani oltre i confini del 1967, rilanciando
l'internità delle Risoluzioni ONU nella piattaforma della manifestazione
nazionale dell'8 novembre.

Roberto Luchetti (Forum Palestina) ricorda che l'appello internazionale ci
ha dato la possibilità di rilanciare la mobilitazione a fianco del popolo
palestinese. Oggi esiste una situazione più favorevole per l'iniziativa
politica rispetto al 9 marzo: l'isolamento di Israele nel mondo è un fatto
rilevante, come ha dimostrato la levata di scudi all'ONU a difesa di
Arafat. L'8 novembre sarà una grande manifestazione: l'appello contro il
Muro è un punto di partenza, ma occorre affrontare - nelle forme e con i
modi opportuni - la piattaforma del 9 marzo e l'occupazione dell'Irak. E'
importante, come hanno detto anche Bruno Steri ed altri, che il
coinvolgimento dal basso e le adesioni prendano avvio da subito.

Di nuovo Stefano Chiarini si incarica di trarre alcune conclusioni dal
dibattito. Innanzitutto, è importante essersi ritrovati sui contenuti. Il
problema è quello di calibrare la manifestazione in maniera da renderla il
più ampia ed unitaria possibile, investendo anche i vertici delle
organizzazioni politiche, chiamati ad assumersi responsabilità impegnative.
Il documento di convocazione della manifestazione nazionale dell'8 novembre
- che sarà diffuso entro brevissimo tempo - riprenderà i contenuti espressi
nel dibattito, dal Muro alle Risoluzioni dell'ONU, fino al riferimento
all'occupazione dell'Irak ed alla Guerra Permanente di Bush. E' inoltre
importante richiamare la fine dell'assedio e delle minacce al Presidente
Arafat -  legittimo rappresentante eletto dal popolo palestinese - e la
liberazione di Marwan Barghouti e di tutti i prigionieri dell'Intifada. Su
questi elementi, continua la raccolta delle adesioni all'indirizzo
<mailto:stopthewall at tiscali.it>stopthewall at tiscali.it.



UNA NUOVA RIUNIONE NAZIONALE E' CONVOCATA A ROMA PER DOMENICA 19 OTTOBRE,
ALLE 10.00, IN VIA GIOLITTI 231 (a fianco della Stazione Termini).



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