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comunicato stampa
- Subject: comunicato stampa
- From: "Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia" <uiki.onlus at tin.it>
- Date: Mon, 14 Jul 2003 18:12:30 +0200
Siamo ad un nuovo pericolo di guerra in Kurdistan ? Ancora negazione e distruzione da parte del governo turco I kurdi hanno avviato ormai da 45 giorni, in ogni parte del mondo, una grande campagna internazionale per l'amnistia generale, la pace sociale e la soluzione democratica per comunicare la propria determinazione. Si rivolgono all'opinione pubblica europea e internazionale, oltre che turca, perché pronti per una soluzione democratica e per dialogare, il loro impegno è quello di informare tutti e tutte della propria buona volontà. Ma, lo stato turco ancora continua a non concedere risposte accettabili nemmeno a questa campagna. Il movimento kurdo, che da 4 anni ha avviato un cessate il fuoco unilaterale per la soluzione pacifica e democratica della questione kurda, non ha ancora ottenuto altra risposta da parte turca, che operazioni militari ed attacchi contro le manifestazioni democratiche e violenze contro le donne e contro chiunque si stia battendo per la soluzione democratica. Il governo turco dichiara e propone all'UE ed alle altre realtà interessate di voler fare dei passi in avanti per la democrazia, ma tutto questo non è altro che parole sulla carta, non è sufficiente, anzi è la dimostrazione di una mentalità sciovinista e anti-democratica, sono dichiarazioni che non corrispondono alla realtà dei fatti. Vogliamo qui di seguito richiamare l'attenzione su alcuni esempi che sono la più eclatante dimostrazione della situazione attuale in Turchia. Mentre negli ultimi 4 anni, i kurdi proponevano le più diverse manifestazioni ed aperture per chiedere pace e democrazia, da parte turca sono state perpetrate numerose azioni di repressioni ed operazioni militari, negli ultimi tempi poi, a seguito della caduta del regime di Saddam, il tenore di tali operazioni si è notevolmente innalzato. Questo fatto ci preoccupa molto. Per esempio i paramilitari turchi appropriandosi delle uniformi dei guerriglieri si presentano nei villaggi e attaccano i civili, come è successo negli ultimi giorni a Bingol. Con lo stesso metodo bloccano i convogli sulle strade di villaggio come è stato a Dersim, requisendo soldi e beni preziosi dalla gente, spacciandosi proprio per guerriglieri kurdi. Un altro esempio, sono stati anche gli attacchi ai villaggi del Kurdistan meridionale, fatti sempre abusando delle uniformi kurde, un caso molto importante e grave si è svolto ad Amedie. Infine, a Suleymania dove i piani degli ufficiali turchi sono quelli di attentare alla vita dei membri del Consiglio di presidenza del KADEK (si tratta di quegli ufficiali che i militari americani hanno arrestato il 4 luglio scorso!). Mentre, giovani kurdi e kurdo, che hanno voluto dimostrare per la pace sociale ad Ankara, sono stati arrestati, uno di loro è stato legato e trascinato da un mezzo blindato. Senza dimenticare poi Gulbahar Gunduz, esponente della sezione femminile del Dehap che è stata aggredita, rapita e violentata da 4 poliziotti ad Istanbul. Vogliono imporre una nuova legge, non per porre le basi di una democrazia, ma per il pentimento. Inaccettabili, così sono le risposte che negli ultimi mesi la parte turca sta offrendo ai kurdi. Queste attività del governo turco sono provocazioni per una nuova guerra in Kurdistan. La questione kurda sta giungendo ad un livello di alta sensibilità, è molto importante fare qualcosa contro tutto questo, se vogliamo impedire una nuova guerra. Roma, 14 luglio 2003
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