[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
R: [coordinamento185] legge 185
- Subject: R: [coordinamento185] legge 185
- From: "Enrico Peyretti" <peyretti at tiscalinet.it>
- Date: Tue, 17 Jun 2003 13:22:50 +0200
Osservazioni sui testi di Pistelli e Mattarella. I ragionamenti di Pistelli e Mattarella sono ragionevoli all'interno di una logica che, bisogna dirlo, è irragionevole. Favorire l'industria delle armi, "che ha bisogno della guerra come l'industria dei cappotti ha bisogno dell'inverno" (Eduardo Galeano), è favorire la guerra, perciò il pericolo e il dolore generale. Un'Europa che voglia rendersi indipendente dal dominio imperiale degli Stati Uniti e che creda di farlo con la concorrenza impotente sul piano militare di tipo aggressivo (come quello USA e quello che l'Europa stessa sta progettando), anziché puramente ed esclusivamente difensivo-territoriale (solo questo armamento dà sicurezza a chi lo possiede, perché dà ad ogni eventuale avversario la sicurezza che non sarà aggredito; infatti, la capacità aggressiva produce insicurezza, mentre la capacità di resistenza insieme all'incapacità aggressiva ottiene sicurezza; la quale o è reciproca o non c'è per nessuno), sta perdendo il treno della storia; un'Europa che non si ponga neppure il problema di un'altra cultura della difesa, sempre meno militare e sempre più civile (giacché ogni popolo istruito, e non sostituito dal monopolio militare della difesa, ha capacità proprie, civili, di difesa, come la storia non-militare dimostra), con un Parlamento Europeo che non disseppellisce dai cassetti la proposta di Alex Langer del Corpo Civile Europeo di Pace, sta perdendo il treno della storia; un'Europa che non sappia neppure immaginare di cominciare a ridurre del 5% all'anno le spese militari per investire altrettanto in cultura e addestramento alla difesa civile (obiettivi voluti invano dalla legge italiana 230/1998 sull'obiezione di coscienza e il servizio civile, all'art.8) sta perdendo il treno della storia; un'Europa che scimmiotta in piccolo la politica mondiale stolta e criminale degli Stati Uniti (v. ultimamente, se ce ne fosse bisogno, i giudizi di Eric Hobsbawm, "Dove sta andando l'impero americano?", in Le Monde Diplomatique, giugno 2003) si accoda alla loro condanna storica e si attira lo stesso odio da parte del mondo. Nella politica di difesa, un'Europa all'altezza del meglio della sua storia molto ambigua, di civiltà umanistica e di conquiste violente, dovrebbe anzitutto praticare il transarmo (passaggio dalle armi offensive alle armi esclusivamente difensive); quindi la difesa planetaria globale e non faziosa, nell'ambito delle istituzioni di pace dell'intera famiglia dei popoli (Carta delle Nazioni Unite), che dispongono il divieto della guerra e la difesa non-bellica contro le minacce alla pace, da chiunque vengano; quindi lo sviluppo delle capacità nonviolente dell'umanità civile nella gestione costruttiva dei conflitti. Solo camminando in questa direzione l'Europa potrà realizzare, nelle dinamiche attuali delle civiltà umane, quella "civiltà dell'incontro" (Aldo Capitini), che è la sua migliore autentica vocazione. Il resto è tempo pericolosamente perduto, con i più ragionevoli-irragionevoli motivi. Enrico Peyretti http://www.arpnet.it/regis www.ilfoglio.org ----- Original Message ----- From: Margherita Grigolato To: coordinamento 185 Sent: Monday, June 16, 2003 10:40 AM Subject: [coordinamento185] legge 185 dalla mailing-list di margheritaonline ricevo ed inoltro, che ne pensate? ciao margherita grigolato Cari amici ho ricevuto un certo numero di lettere che mi invitano - con toni diversi - a spiegare cosa è successo in Parlamento sulla Legge185 del 1990, o meglio quali modifiche solno state introdotte nella legge in questione duranta la ratifica di un accordo europeo fra 6 paesi per una politica comune della industria della difesa. Spero di non essere l'unico dei molti interpellati a rispondere alle vostre sollecitazioni, anche perchè l'argomento si è prestato ad atteggiamenti e motivazioni molto differenziate fra i singoli deputati. Parlo dunque, sinteticamente, a titolo personale, personalissimo. 1. In una precedente "vita", sono stato -e non è una battuta - fra coloro che ha scritto la legge 185, approvata nel 1990, ma scritta e discussa a partire dal 1987 (ero assistente parlamentare): sono dunque attaccatissimo a quel testo; conosco le mediazioni che lo hanno costruito nella sua forma attuale; conosco soprattutto le infamie che accadevano prima dell'adozione di quella legge. 2. Ho votato in prima lettura tutti gli emendamenti restrittivi della norma che sono stati presentati e sottolineo che alcuni di quelli sono stati, con fatica, recepiti dal governo e dalla maggioranza. In seconda lettura, il Senato ha ulteriormente manipolato il testo sempre in senso maggiormente restrittivo. Ho votato tutti gli emendamenti in terza lettura, ma ho deciso di non partecipare al voto finale (ero presente in aula al mio posto) perchè seriamente combattuto sulla seguente questione. 3. L'accordo da ratificare fu negoziato e firmato dal governo dell'Ulivo ed aveva (ed ha) lo scopo di creare una politica comune dell'industria della difesa europea, che, a sua volta, dovrebbe sostenere una politica della difesa europea che, a sua volta, dovrebbe fungere da strumento di una politica estera comune europea. Quell'accordo è la sostanza della decisione ed io credo che non si possa parlare di politica europea diversa (se non alternativa quando serve, agli Stati Uniti) (pensate all'Iraq) se poi non siamo in condizione di decidere assieme su quelle cose come ad esempio l'industria della difesa europea (pensate se anche l'approvigionamento militare avviene "ognun per sè e Dio per tutti"). 4. Il governo ne ha sicuramente approfittato per allargare le maglie della legge 185, ottima legge, ma legge solamente italiana, e su quel punto abbiamo svolto il nostro dovere di emendatori. 5. Resta la sostanza che maglie di controllo più deboli ma europee sono, per me, meglio di maglie più strette ma solo italiane. Come per le quote latte o i fondi strutturali, quando si negozia qualcosa in Europa, non sempre si riesce ad imporre tutto intero il proprio punto di vista. In alcuni casi, le maglie apparentemente più larghe in Europa diventano addirittura sostanzialmente più strette per tutti, poichè non si può più praticare il giochino della strizzata d'occhio al Paese vicino ("in quel Paese vai tu che a me la legge lo impedisce, ma poi tu mi rendi il favore da un'altra parte"), oppure perchè si definiscono le autorità e le procedure incaricate di sanzionare le violazioni. 6. Insomma, il governo (come per le rogatorie) ha cercato di usare un accordo della scorsa legislatura per modificare - tramite la ratifica nel nostro ordinamento - una legge buona di 13 anni fa. Abbiamo fatto il possibile per impedirlo. Ma era giusto votare contro l'accordo in sé, da noi sottoscritto come Ulivo assieme ad altri governi di centrosinistra europei, per sottolineare la non condivisione delle forzature tentate dal governo attuale ? Da questo è nata la differenziazione nei voti che abbiamo espresso, in vari modi. E questo almeno è stato il mio percorso di scelta personale. Per chi volesse leggere ancora, allego la dichiarazione di voto di Sergio Mattarella (unico a votare a favore), che di quell'accordo del 1999 è stato il firmatario a nome del Governo. Grazie delle critiche e grazie delle richieste di spiegazione. E' sempre meglio (e cioè la norma) di quando a nessuno interessa quello che facciamo. Con amicizia Lapo Pistelli Yahoo! Gruppi - Sponsor Per annullare l'iscrizione , manda una mail vuota a: coordinamento185-unsubscribe at yahoogroups.com L'utilizzo, da parte tua, di Yahoo! Gruppi è soggetto alle Condizioni di Utilizzo del Servizio Yahoo!
- Prev by Date: Campagna Europea contro la costruzione del muro
- Next by Date: comunicato stampa su Lampedusa
- Previous by thread: Campagna Europea contro la costruzione del muro
- Next by thread: comunicato stampa su Lampedusa
- Indice: