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Corso per Mediatori Internazionali di Pace dal 12 al 14 settembre 2003
- Subject: Corso per Mediatori Internazionali di Pace dal 12 al 14 settembre 2003
- From: GGATTA at RACINE.RA.IT (Ggatta at racine.ra.it)
- Date: Tue, 10 Jun 2003 16:02:28 +0200
Carissimi, Vi invio il progetto del corso promosso dal Coordinamento Obiettori Forlivesi, da Pax Christi Italia, dall'Associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII, in collaborazione con il Comune di Bagnacavallo (Ra). Vi invito a farne una larga diffusione nei vostri gruppi e nelle vostre attivita', in particolare del frontespizio - presentazione - programmi. Rimango a vostra disposizione per qualsiasi chiarimento e informazione. Un saluto di pace. Giorgio Gatta ---------------------------------------------------------------- Giorgio Gatta via Bendandi, 25 48018 Faenza RA Tel. e Fax 0546/634280 e-mail: ggatta at racine.ra.it ---------------------------------------------------------------- COORDINAMENTO OBIETTORI FORLIVESI ASSOCIAZIONE COMUNITÀ PAPA GIOVANNI XXIII PAX CHRISTI ITALIA in collaborazione con il Comune di Bagnacavallo (Ra) Corso per Mediatori Internazionali di Pace 12-14 settembre 2003 Antico Convento San Francesco (Ostello) di Bagnacavallo (Ra) GLI ESPERTI E I FORMATORI INDICATI NEL CORSO SONO ANCORA DA CONTATTARE Corso per mediatori internazionali di pace Sabato, TECNICHE di RISOLUZIONE NONVIOLENTA dei CONFLITTI - ESPERTI O FORMATORI 09.00-09.30 - RIPRESA dei CONTENUTI della giornata precedente- Nicola La Penta (F) 09.30-10.00 - PRESENTAZIONE della GIORNATA - Raffaele Barbiero (F) 10.00-11.00 - SIMULAZIONE SUL CONFLITTO - Roberto Mazzini (E/F) 11.00-11.20 - PAUSA del CAFFE' 11.20-12.00 - VERIFICA Roberto Mazzini (E/F) 12.00-12.30 - LAVORI DI GRUPPO Roberto Mazzini(E/F) 12.30-13.00 - PLENARIA Roberto Mazzini (E/F) 13.00-14.00 - PAUSA per PRANZO 14.00-15.30 - TEORIA dei CONFLITTI - Giovanni Scotto o Mao Valpiana 15.30-15.45 - PAUSA del CAFFE' 15.45-17.30 - TEORIA dei CONFLITTI - Giovanni Scotto o Mao Valpiana Corso per mediatori internazionali di pace Domenica, I CORPI CIVILI di PACE: TEORIA e ANALISI di AZIONI e CASI CONCRETI ESPERTI O FORMATORI 09.00-09.30 - RIPRESA dei CONTENUTI della giornata precedente- Nicola La Penta (F) 09.30-10.00 - PRESENTAZIONE della GIORNATA - Raffaele Barbiero (F) 10.00-11.00 - LA COSTRUZIONE DI UN CORPO CIVILE DI PACE: perchè e a che punto siamo, idee a confronto, esperienze in Europa- Alessandro Rossi (E) o Samuele Filippini (E) 11.00-11.20 - PAUSA del CAFFE' 11.20-13.00 - STUDIO dei CASI: Associazione GIOVANNI XXIII, Caschi Bianchi Caritas, Berretti Bianchi Responsabili delle associazioni, se non sono disponibili i Caschi Bianchi, chiamare i BPC (Padova) 13.00-14.00 - PAUSA per PRANZO 14.00-15.30 - DOMANDE ED OSSERVAZIONI 15.30-15.45 - PAUSA del CAFFE' 15.45-17.30 - Il coordinatore del corso chiude il seminario riprendendo il percorso, verificando le aspettative del 1° giorno con il percorso fatto. VERIFICA DEI CORSISTI - Raffaele Barbiero (F), Gatta Giorgio (F) e Samuele Filippini Introduzione Con la caduta del muro di Berlino e il disfacimento del "Patto di Varsavia" cade la minaccia terrestre e lo scontro tra blocchi contrapposti, ma si evidenzia una realtà fatta di conflitti regionali che, per taluni continenti come l'Africa, hanno carattere endemico. I conflitti inoltre assumono sempre più le caratteristiche di conflitti interni agli stati e portano alla progressiva disintegrazione delle identità statali. I civili divengono target delle operazioni. Anche gli operatori umanitari e civili divengono obiettivi militari. Un dossier pubblicato da Repubblica il 03 luglio 1999, dal titolo esplicativo "Le guerre nel tempo della Pace" evidenziava circa 30 Paesi in situazioni di guerra, guerriglia o forte violazione dei principali diritti umani. Se a questi aggiungiamo la guerra nella ex-Jugoslavia (Bosnia, Croazia Kosovo), l'Irlanda del Nord, i Paesi Baschi e la Corsica nemmeno l'Europa è immune da questa piaga di morte e conflittualità violenta. La riflessione nonviolenta è quindi giunta a definire una nuova modalità di intervento, sempre basata su metodologie nonviolente, che è centrata sull'intervento preventivo, di interposizione e post-conflitto attraverso forme di intervento civile organizzato da Ong (Organizzazioni Non Governative) ed altre forme, che cercano un progressivo coordinamento e già realizzano modalità di cooperazione fra loro e con le agenzie dell'ONU. Ci preme chiarire subito un punto: la nonviolenza non rifiuta il conflitto, non lo nega e non lo vuole nascondere. Anche perché le dinamiche conflittuali sono spesso legate a dinamiche di crescita, di sviluppo di miglioramento, comunque sia di non omologazione all'esistente al "già visto". La nonviolenza si propone di affrontare il conflitto con una filosofia diversa e con altri mezzi. La filosofia è quella del <tu vinci - io vinco>, i mezzi coerenti a tale filosofia sono quelli che non prevedono l'annullamento dell'altro e l'umiliazione della sua dignità. Legislazione esistente e spunti giuridici Il primo importante passo è stato quello del 1972, con l'approvazione della legge n.772 che istituiva il servizio civile e riconosceva l'obiezione di coscienza, poi nel 1985 con la sentenza n. 165 del 24 maggio la Corte Costituzionale ha dichiarato che l'obbligo di "difesa della Patria" può essere adempiuto anche senza l'uso delle armi. La nuova legge sull'obiezione di coscienza, n.230/1998, permette all'obiettore di svolgere il servizio civile allo scopo di ricercare e sperimentare forme di difesa civile non armata e nonviolenta (art. 8 comma e). Inoltre sempre la medesima legge all'art.9 comma 7 e 11 disciplina la possibilità per l'obiettore di prendere parte a missioni umanitarie all'estero. Collegati alla legge sull'obiezione di coscienza il 14 aprile 1998 sono stati approvati anche tre ordini del giorno: sulla formazione alla difesa nonviolenta, sull'obiezione alle spese militari e sulla costituzione dei caschi bianchi. ß Sulla formazione il Governo si impegna: a costituire entro 6 mesi dall'entrata in vigore della nuova legge sull'obiezione di coscienza un organismo di consulenza avvalendosi anche della collaborazione dei principali Istituti di Ricerca sulla pace (Peaceresearch) italiani ed europei (quali L'UNIP di Rovereto, l'IPRI di Torino, il Centro studi di formazione sui diritti dell'uomo e dei popoli di Padova, il BEOC di Bruxelles, L'IRNC francese, l'Austrian Study Center for peace and conflict resolution di Vienna); ad avviare la formazione dei formatori di obiettori di coscienza utilizzando le esperienze già in atto degli Enti per il Servizio Civile e delle associazioni di obiettori, per la pace ed i diritti umani (Lega Obiettori di Coscienza, Movimento Internazionale Riconciliazione, Movimento Nonviolento, Caritas, Associazione Papa Giovanni XXIII, ecc.); ad istituire un "Centro Studi nazionale sulla difesa civile nonviolenta" in collaborazione con le Università, gli Istituti di ricerca sulla pace ed i Centri studi e documentazione dei movimenti nonviolenti italiani già riconosciuti dagli enti locali (Torino, Brescia. Verona, Padova, Perugia, Roma); a convocare almeno ogni due anni un Convegno nazionale sullo stato della ricerca scientifica e sulle esperienze concrete europee ed internazionali di difesa nonviolenta, peacekeeping, peacemaking, peacebuilding; a proporre in sede U.E. la creazione di un Corpo Civile Europeo di Pace da utilizzare in ambito ONU per la prevenzione dei conflitti armati, cosi come già contenuto nell'Agenda per la Pace di Boutros-Ghali nel 1992; ß Sui corpi civili di pace il Governo si impegna: a studiare forme atte alla creazione ed alla formazione operativa di un contingente italiano di Caschi Bianchi Mercoledì 14 febbraio 2001 è stata approvata la nuova legge di "Istituzione del servizio civile nazionale" che all'art.9 prevede la possibilità che il servizio sia svolto all'estero per <interventi di pacificazione e cooperazione fra i popoli, istituite dalla stessa Unione Europea o da organismi internazionali operanti con le medesime finalità (Š) resta salvo quanto previsto dalla legge 230/98> Infine anche la legge Regionale dell'Emilia Romagna sulla Pace del febbraio 1994 n.4 e la legge Regionale sulla Valorizzazione del servizio civile del 28 dicembre 1999 n. 38 che all'art.3, punto 4 ribadisce che il servizio civile si può svolgere in missioni umanitarie e in ricerca e sperimentazione di forme di difesa civile non armata e nonviolenta. Lo stesso Parlamento Europeo a più riprese si è espresso in materia di interventi civili per la pace, chiedendo al Consiglio dei Ministri della UE ed alla Commissione Europea il varo di un vero e proprio Corpo di Pace Civile Europeo. Si allega testo della raccomandazione del Parlamento Europeo. A4-0047/99 Raccomandazione del Parlamento europeo sull'istituzione di un Corpo di pace civile europeo Il Parlamento europeo, - vista la proposta di raccomandazione al Consiglio presentata dall'on. Spencer e altri 38 deputati sull'istituzione di un Corpo di pace civile europeo (B4-0791/98), - visto l'articolo J.7 del trattato sull'Unione europea, - visto l'articolo 46, paragrafo 3 del suo regolamento, - vista la relazione della commissione per gli affari esteri, la sicurezza e la politica di difesa (A4-0047/99), A. considerando che la fine della "guerra fredda" è stata caratterizzata, sia in Europa che al di fuori di essa, da un continuo aumento di conflitti intra e interstatali con crescenti implicazioni internazionali, politiche, economiche, ecologiche e militari, B. rilevando che il carattere multiforme di questi conflitti li rende spesso difficili da capire e da gestire a causa della mancanza di adeguati concetti, strutture, metodi e strumenti, C. considerando che la risposta militare ai conflitti internazionali deve essere spesso integrata da sforzi politici volti a riconciliare le parti belligeranti, a far cessare conflitti violenti ed a ripristinare condizioni di reciproca fiducia, D. ritenendo che il ruolo potenziale dei civili in situazioni di conflitto deve essere ancora pienamente valutato, E. sottolineando che esso ha approvato varie risoluzioni riguardanti l'istituzione di un Corpo di pace civile europeo (CPCE), F. rilevando che tale iniziativa dovrebbe essere vista quale ulteriore strumento dell'Unione europea per accrescere la sua azione esterna in materia di prevenzione dei conflitti e di composizione pacifica degli stessi, G. considerando che in nessun caso il CPCE deve essere inteso quale alternativa alle normali missioni di pace, né causare ridondanze nei confronti di organizzazioni quali l'OSCE e l'ACNUR, già attive in tale ambito, quanto piuttosto quale complemento, qualora necessario, alle azioni per la prevenzione dei conflitti di carattere militare in cooperazione con l'OSCE e l'ONU, H. sottolineando che la prospettiva del futuro allargamento dell'Unione europea rende ulteriormente necessario e pressante riformare e rafforzare la PESC, I. rilevando che l'Unione europea ha già maturato, per quanto riguarda la guerra nella ex Iugoslavia, un'esperienza con la Missione di monitoraggio della Comunità europea (ECMM) che potrebbe costituire un primo passo verso l'istituzione del CPCE, J. ribadendo tuttavia che le esperienze della Missione di monitoraggio della Comunità europea (ECMM) e la missione di verifica nel Kosovo dimostrano i limiti del concetto di CPCE, K. considerando che l'inopportuno insediamento di missioni di osservatori disarmati, che possono essere facilmente presi in ostaggio, potrebbe anche sul piano politico avere effetti indesiderati, L. sottolineando che numerose ONG specializzate, molte delle quali dotate di una vasta e profonda esperienza, potrebbero fornire un prezioso contributo a tale progetto, M. ribadendo che qualsiasi civile impegnato nel Corpo di pace debba essere adeguamente addestrato, N. evitando che il CPCE diventi una struttura organizzativa ampia e rigida, tale da imporre costi elevati e improduttivi e da impedire un flessibile impiego delle risorse provenienti da varie fonti, governative e non, 1. raccomanda al Consiglio di elaborare uno studio di fattibilità sulla possibilità di istituire un CPCE nell'ambito di una Politica estera e di sicurezza comune più forte ed efficace; 2. raccomanda al Consiglio di vagliare la possibilità di concreti provvedimenti generatori di pace finalizzati alla mediazione ed alla promozione della fiducia fra i belligeranti, all'assistenza umanitaria, alla reintegrazione (specie tramite il disarmo e la smobilitazione), alla riabilitazione nonché alla ricostruzione unitamente al controllo ed al miglioramento della situazione dei diritti umani; 3. raccomanda al Consiglio di attivare una struttura minima e flessibile, al solo fine di censire e mobilitare sia le risorse delle ONG, sia quelle messe a disposizione degli Stati, e di concorrere, eventualmente, al loro coordinamento; 4. raccomanda al Consiglio di affidare all'Unità di primo allarme il compito di analizzare e di individuare casi di possibile impiego di un CPCE; 5. raccomanda al Consiglio di riferirgli in merito all'ECMM presentando una piena valutazione del ruolo di questo organismo e delle sue future prospettive nonché dei suoi limiti; 6. raccomanda al Consiglio e alla Commissione, nell'ambito di questo studio di fattibilità, di organizzare un'audizione per valutare in profondità il ruolo che le ONG hanno svolto nella soluzione pacifica dei conflitti e nella prevenzione della violenza nella ex Iugoslavia e in Caucasia; 7. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio e, per conoscenza, alla Commissione. Altri riferimenti giuridici: - Convenzione Internazionale sui Dititti Civili e Politici, ed in particolare:preambolo, art. 6 comma 1, art. 8, art.9 comma 1, art.18, art.20; - Convenzione Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali, ed in particolare: art. 3, - Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ; - Il Documento " An Agenda for Peace "; di Boutros Boutros Ghali approvato dalla Assemblea Generale delle Nazioni Unite; - Dichiarazione sui doveri e le responsabilità di individui, gruppi ed organizzazioni della società per la promozione dei diritti umani universalmente riconosciuti e delle libertà fondamentali, adottato dalla Assemblea Generale delle Nazioni Unite 53^ sessione, New York, 9 Dicembre 1998. A/RES/53/144; - Rapporto Boulanger -Martin approvato dal Parlamento Europeo il 17.5.1995 prevedendo l'istituzione di un Corpo Civile Europeo di Pace ; - Risoluzione 7-00987 della XIV Commissione della Camera dei Deputati Politiche della Unione Europea in materia di " Evoluzione del servizio civile volontario "; Alcune esperienze di intervento civile in aree di conflitto Le esperienze delle Organizzazioni non Governative, delle associazioni e del mondo civile nel campo degli interventi umanitari in aree di conflitto e attività di servizio civile all'estero sono numerose e in tutte le parti del mondo. Le Organizzazioni italiane che più si sono distinte sono: - Associazione Papa Giovanni XXIII di Rimini, con l'Operazione Colomba e con i Caschi Bianchi (giovani in Servizio Civile) in Cecenia, Kossovo, Chiapas, Zambia, Tanzania, Congo, Timor Est, Albania, Croazia, Bosnia Erzegovina, Turchia; - Beati i Costruttori di Pace di Padova, con iniziative a Sarajevo, Mostar, in altre zone della ex-Jugoslavia, Kossovo e nella Repubblica Democratica del Congo; - Berretti Bianchi di Lucca, con missioni a Belgrado, Pristina (Kossovo), Iraq e in Palestina, - Caritas Italiana con i Caschi Bianchi in iniziativa soprattutto nella ex-Jugoslavia ed in Africa, - Gavci - CEFA di Bologna, con iniziativa in Africa e nella ex-Jugoslavia, - ICS (Consorzio Italiano di Solidarietà) di Genova, con iniziative in Albania, in Macedonia, in Kosovo, in Bosnia-Erzegovina e nella Repubblica Federale Yugoslava (FRY), - Pax Christi, Mir (Movimento Internazionale della Riconciliazione) e altre realtà con la "Campagna Kosovo", - PBI (Peace Brigades International) di Vicenza, con iniziative in Guatemala, Salvador, Colombia, Sri Lanka. Ci sono poi moltissime realtà più piccole sparse sul territorio nazionale che hanno operato nel settore della pace a diversi livelli e con diverse esperienze. Tutto questo a dimostrazione di una forte vivacità italiana in materia. Non mancano esperienze europee di alto livello attraverso Ong, Federazioni di Ong, Servizio Civile di Pace, etc. in Francia, Austria, Germania, Spagna. A livello Europeo esiste inoltre una Piattaforma Europa per la Prevenzione dei Conflitti ed un Network Europeo per il Servizio Civile di Pace (EN.CPS). Ricerca e formazione Ovviamente vi sono anche delle realtà scientificamente preparate per dare la cornice teorica e di stampo universitario all'azione pratica. Alcune delle più importanti sono: - Centro studi di formazione sui diritti dell'uomo e dei popoli di Padova, - CSDC (Centro Studi Difesa Civile) di Roma, - IPRI (Istituto Italiano di Ricerca sulla Pace) presso Centro Sereno Regis di Torino, - UNIP (Università Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace) di Rovereto (Trento). Da tutti questi elementi: legislativi, giuridici, esperenziali e formativi si ricava che la società civile è in grado di operare degli interventi umanitari e di pacificazione e tutela dei diritti umani in zone di conflitto. Emerge la necessità che al necessario volontarismo ed alla capacità di improvvisazione, anche se animati da buona volontà, devono sempre più affiancarsi capacità professionali, conoscenze tecniche e formative adeguate. Lo scopo che si prefigge il corso che andiamo a presentare è proprio incentrato su questo obiettivo. Bibliografia - Addestramento alla nonviolenza, a cura di Alberto L'Abate, ed Satyagraha, Torino 1985. - Anch'io a Sarajevo...!, a cura di Enrico Euli e Sabina Eandi, Rete di Formazione alla Nonviolenza, ed Satyagraha, Torino 1995. - Antiche come le montagne (i pensieri del Mahatma Gandhi sulla verità, la nonviolenza, la pace), a cura di Sarvepalli Radhakrishan, ed. Mondadori, Milano. - Ci sono alternative, di Johan Galtung, EGA, Torino 1986. - Economia: conoscere per scegliere, di Franco Gesualdi, ed. LEF, Firenze 1992. - Gandhi oggi, di Johan Galtung, EGA, Torino 1987. - Guida al consumo critico, informazioni sul comportamento delle imprese per un consumo consapevole, a cura del Centro Nuovo Modello di Sviluppo (coord. Francesco Gesualdi), ed. EMI, Bologna 1996. - I sommersi e i salvati, di Primo Levi, ed. Einaudi, Torino 1986. - I tuoi diritti. Guida per conoscerli e salvaguardarli, di Amedeo Santosuosso, ed. Hoepli, Milano 1991. - Il Disarmo (Educazione al Disarmo n.9 ), a cura di Daniele Novara e Lino Ronda, EGA, Torino 1985. - Il potere di tutti, di A. Capitini, ed. Nuova Italia, 1969. - L'esperimento di Boves, un sociodramma-test per la DPN, AA.VV., Forze Nonviolente di Pace, ed Satyagraha, Torino 1995. - La banalità del bene: Giorgio Perlasca, di Enrico Deaglio, ed. Feltrinelli, Milano 1992. - La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, di Hannah Arendet, ed. Feltrinelli, Milano 1964. - La conquista dell'America. Il problema dell'<altro>, di T.Todorov, ed. Einaudi, Torino 1992. - La difesa popolare nonviolenta: un'alternativa democratica alla difesa militare, raccolta di saggi a cura di Alberto Zangheri, EGA, Torino 1984. - La Geografia come Educazione allo Sviluppo e alla Pace, di G. Martirani, EDB, Napoli 1986. - La mia vita per la libertà, M.K. Gandhi, ed. Newton Compton, Roma 1988. - La Resistenza Non-armata, a cura di Giorgio Giannini, Centro Studi Difesa Civile, ed, Sinnos, Roma 1995. - La terapia sistemica, di AA.VV., a cura di Telfner U. e Togliatti M.,ed. Astrolabio, 1983. - Mahan Mala, a cura di R.K. Prabhu, Libreria Editrice Fiorentina (LEF), Firenze 1983. - Passo....Passo....Anch'io a Sarajevo, dei Beati i costruttori di pace (BCP), ed Messaggero di Padova, PD 1993. - Per uscire dalla violenza, di Jacques Semelin, EGA, Torino 1985. - Politica dell'azione nonviolenta, Gene Sharp, vol I, II e III, Edizioni Gruppo Abele (EGA), Torino 1985-1986-1997. - Proposte per una società nonviolenta, a cura del gruppo Alleati dell'Arca del Languedoc e Roussillon, LEF, Firenze 1982. - Teoria e pratica della nonviolenza, a cura di Giuliano Pontara, ed. Einaudi, Torino 1973. - Un modello di difesa popolare nonviolenta, a cura di Camberra Peacemakers, ed. La Meridiana, Bari 1986. - E Johnny prese il fucile, di Dalton Trumbo, ed. Bompiani, Milano 1972. - Giù le armi, di Berta von Suttner, EGA, Torino 1989. Testi sulla difesa popolare nonviolenta - Azione nonviolenta nella liberazione della Lettonia, di Q.Eglitis, ed. La Meridiana, Molfetta BA 1994. - Difesa armata o difesa popolare nonviolenta?, a cura di Nanni Salio, ed. Movimento Nonviolento (MN), Perugia 1983. - Difesa nucleare: nonsenso militare, S.King-Hall, ed. La Meridiana, Molfetta BA 1994. - Il diritto di resistenza nel silenzio della Costituzione Italiana, di Daniela Alberghini, ed. La Meridiana, Molfetta (BA) 1995. - La resistenza contro l'occupazione tedesca in Danimarca, di J. Bennet, ed. MN, Perugia 1979. - Ministero degli Interni Austriaco, Manuale per obiettori di coscienza sulla difesa popolare nonviolenta, ed. La Meridiana, Bari 1990. - People's power. Filippine febbraio 1986, ed. MIR Centro ricerche DPN, Padova 1989. - Possibilità e limiti della difesa popolare nonviolenta, di A. Schmid, ed. MIR Centro ricerche DPN, Padova 1986. - Rapporti fra protezione civile e difesa popolare nonviolenta, di Luca Baggio, ed. MIR Centro ricerche DPN, Padova 1985. - Resistenza non armata nella bergamasca 1943-45, di Stefano Piziali, ed. Eirene, centro studi per la pace (Bergamo), ed. MIR Centro ricerche DPN, Padova 1987. - Resistenza nonviolenta a Forlì, di Raffaele Barbiero, ed. La Meridiana, Molfetta (Bari) 1992. - Resistenza nonviolenta in Norvegia sotto l'occupazione tedesca, di M. Skodvin, ed MN, Perugia 1979. - Rivolte operaie, colpo di stato e resistenza nonviolenta in Polonia. Dalle lotte di Danzica ad oggi, ed. MIR, Padova 1987. - Volontari di pace in Medio Oriente, storie e riflessioni su una iniziativa di pace, A.L'Abate e S.Tartarini, ed. La Meridiana, Molfetta BA 1993. - Dalla parte sbagliata, di AA.VV., ed. Fara, Santarcangelo di Romagna, 1999. - Invece delle Armi: Obiezione di coscienza, difesa nonviolenta, corpo civile di pace europeo, AA.VV., a cura della Segreteria per la DPN e del Centro Sirene di Bergamo, ed. Fuori Thema, 1996 - La difesa e la costruzione della pace con mezzi civili, a cura di Antonino Drago, ed. Qualevita, Torre dei Nolfi (AQ) 1997. Per un percorso di autoformazione e formazione alla nonviolenza - Come comunicare con gli altri, di P: Busso- P. Stradeni, ed. Sonda 1990. - Comportamenti di pace (schede di proposte sulla pace), ed. Ass. Acli e Cipax, Roma (richiederlo a: CIPAX, via Acciaioli 7 00186 Roma tel. 06/68806661). - Creatività per tutti, di Hubert Jaoui, ed. Franco Angeli, Milano 1993. - Giochi Cooperativi, di Sigrid Loos, EGA, Torino 1989. - Il Gruppo come luogo di comunicazione educativa, di M. Pollo, ed. LDC, 1990. - Il Teatro degli Oppressi, di A. Boal, ed. Feltrinelli, Milano 1986. - La comunicazione ecologica, di Jerom Liss, ed. La Meridiana, Bari 1992. - Le tecniche di animazione, di Martin Jelfs, Editrice LDC, Torino 1986. - Gioco e dopogioco (con 48 giochi di relazione e comunicazione), di P.Marcato, C. del Guasta, M. Pernacchia, ed. La Meridiana, Bari 1995. - Percorsi di Formazione alla nonviolenza, di AA.VV:, ed. Satyagraha, Torino 1992. Riviste - Alfazeta, C.P. 475 Parma sud-Montebello- 43100 Parma. - Azione Nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. - CEM-Mondialità, viale San Martino 6/bis, - 43100 Parma. - Fogli di collegamento degli obiettori, via Scuri 1/c, - 24128 Bergamo. - Mosaico di Pace, via M.D'Azeglio 46, - 70056 Molfetta, Bari. - Qualevita, via Buon Consiglio 2, - 67030 Torre dei Nolfi, Aquila. Indirizzi utili - Associazione Obiettori Nonviolenti e Centro Eirene, via E. Scuri 1/c 24128 Bergamo (tel. 035/260073, fax 035/403220). - Ass. Peace Brigades International (PBI), contrà Mure Pallamaio n. 57, 36100 Vicenza. - Associazione per la Pace, via Salaria, 89 00198 Roma (tel. 06/8841958; fax 06/8841749). - Beati i costruttori di pace (BCP), via Antonio da Tempo, 2 35139 Padova (tel.049/8070699; 049/7803370). - Caritas - Progetto Caschi Bianchi: Giorgio Bonini - Alessio Inzaghi, 0654192247, - Coordinamento Nazionale OSM, c/o LOC Nazionale, via M. Pichi, 1 - 20143 Milano (tel. 02/8378817, fax 02/58101220). - Comunità Papa Giovanni XXIII°, via Mameli 1 47900 Rimini (RN) tel. 0541/54719; fax 0541/22365. Operazione Colomba - Caschi Bianchi, Giovanni Grandi e Samuele Filippini, via della Grotta Rossa 6, 47900 Rimini (RN), tel.0541/751498/753619, fax 0541/751624. - Corpo Civile Europeo di Pace e Centro Studi Difesa Civile, Davide Berruti - Alessandro Rossi c/o Assopace, via Salaria 89; 00198 Roma; tel.06/8841958; fax 06/8841749. - Banca Popolare Etica S.c. a r.l., piazzetta Forzatè, 2 35137 Padova, tel.049/8771111; fax 049/664922. - GAVCI,via Selva Pescarola, 24 40131 Bologna (tel. 051/6344671, fax 051/6344671). - Associazione Berretti Bianchi, via F. Carrara 209, - 55042 Forte dei Marmi Lucca (tel. 0584/756758; fax 0584/735682). - Lega Obiettori di Coscienza, via M.Pichi 1, - 20143 Milano (tel. 02/8378817). - Movimento Internazionale della Riconciliazione (MIR), via S.Francesco de Geronimo 3, - Casella Postale AP 8, - 74023 Grottaglie TA, (tel./fax. 099/8662252, all'attenzione di Etta Ragusa). - Movimento Nonviolento (MN), via Spagna n.8 37123 Verona (tel.045/8009803, fax 045/8009212). - Pax Christi, via Petronelli, 6 70052 Bisceglie (BA); tel.080/3953507; fax 080/3953450. - Coordinamento Obiettori Forlivesi, C.P. 217, 47100 Forlì Centrale. - Rete di Educazione alla Pace (REAP), stradone Farnese n.74, 29100 Piacenza (tel.0523/27288, fax 0523/457627). Si propone di coordinare tutti coloro che lavorano, in particolare, nelle scuole e nelle istituzioni educative. - Servizio Civile Internazionale (SCI), via dei Laterani n.28, 00184 Roma (tel.06/7005367). - Servizio Comunale DPN di Cossato, presso Assessorato alla Pace di Cossato, piazza Angiolo n.14, 13014 Cossato Vercelli (tel.015/926644). Associazione Coordinamento Obiettori Forlivesi Associazione Papa Giovanni XXIII di Rimini Pax Christi Italia In Collaborazione con il Comune di Bagnacavallo RA
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