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10.6.03:Le parole della nonviolenza-Il potere di tutti
- Subject: 10.6.03:Le parole della nonviolenza-Il potere di tutti
- From: Resistenza e Pace <ass-rep at libero.it>
- Date: Fri, 06 Jun 2003 09:23:02 +0200
Movimento nonviolento Resistenza e Pace Pax Christi All'interno del percorso "Le parole della nonviolenza", giunto alle parole "Potere di tutti", "Elementi di teoria nonviolenta del potere" con Pasquale Pugliese del comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento e del Gruppo di Azione Nonviolenta di Reggio Emilia L'incontro si svolgerà Mercoledì 11 Giugno alle ore 20.30, presso il Centro don Gualdi (sede, tra l'altro, del Centro di Documentazione e Ricerche "Incontrotempo"), in via del Guazzatoio, a Reggio Emilia Si allegano di seguito: 1) una riflessione introduttiva di Aldo Capitini su "La teoria delle due fasi del potere"; 2) l'articolazione del percorso completo a Reggio Emilia; 3) il documento promotore dell'intero percorso nazionale; La teoria delle due fasi del potere La scelta della rivoluzione nonviolenta al posto della rivoluzione violenta dipende dalla fiducia che i mezzi conformi alla nonviolenza assicurano, a lungo andare, una maggiore stabilità alle conquiste. Il rivoluzionario violento è pessimista, poiché egli distrugge gli avversari e impone nuove strutture sociali con la dittatura. Siamo noi sicuri che gli avversari sono chiusi alla trasformazione che proponiamo? Naturalmente non c'è da illudersi, ritenendo che gli avversari si muteranno súbito, appena noi faremo le nostre proposte, che li danneggiano: non è questo che può pensare il gruppo nonviolento, che non si illude affatto. Ma se la proposta rivoluzionaria è accompagnata da due elementi: 1. la crescente solidarietà dal basso con altre persone; 2. il sacrificio proprio in un lungo tempo, con la costante affermazione della propria proposta rivoluzionaria; la cosa matura in modo diverso. Può darsi, vedendo la situazione strategicamente, che, se le forze di rivoluzione violenta corrono il rischio di non esser più vittoriose, poiché il fronte della conservazione può dispiegare una capacità repressiva schiacciante ora che ha capito di esser messa in pericolo; questo sia il momento storico nel quale bisogni soprattutto consolidare la posizione che teniamo e trovare i modi di rafforzare e confortare i persuasi, perché non si disperdano. Ciò che manca oggi è proprio un addestramento al saper resistere e tener fermo, a fianco dell'addestramento all'assalto rivoluzionario. Proprio in questo tempo sta avvenendo l'arricchimento dell'opposizione, mediante la posizione nonviolenta, che condivide la lotta, ma non l'uso dei mezzi violenti. E per non ricevere l'accusa di essere improduttivi e inefficaci, non c'è altro che sviluppare all'estremo i due punti accennati: lo stabilire solidarietà, il saper resistere a lungo. Di solito il nonviolento resiste meglio, perché muove dal principio che la sua lotta è lunga ed è preparato ad essa, che dà già gioia. Questo discorso vale anche ad illuminare l'espressione "il potere di tutti". La solidarietà aperta e il sacrificio resistente conferiscono un potere a tutti, danno cioè una capacità di influire, di presentare effìcacemente la propria volontà, di essere, sia pure inizialmente in piccolo, ascoltati e fors'anche obbediti. Bisogna saper praticare i due modi della rivoluzione nonviolenta per capire poi, quasi con stupore, che esiste, anche da questa parte, un potere; un potere che si esplica da un "centro". Con la persuasione nonviolenta appare il rilievo del centro (una persona o più persone), da cui viene esercitata quella determinata pratica nel mondo circostante. La teoria del "centro" aperto a dare il contributo proprio nel mondo circostante, viene a sostituire la teoria della comunità dei salvati, chiusi nella loro pratica e destinazione diverse. La fedeltà alla compresenza crea, con ciò stesso, un centro aperto. La presenza di un centro modifica già la struttura sociale, che non è più composta di persone aventi un potere e di persone che non lo hanno: un centro che attua l'apertura nonviolenta mostra che è possibile avere un potere, senza bisogno di sostenerlo con la violenza. Il persuaso come centro è la prova visibile che è possibile fronteggiare il potere assoluto delle istituzioni. Tutto ciò aiuta a meglio accertare il potere possibile, pure non stando al governo, se questo non potesse essere che nei vecchi modi. Questa che si potrebbe chiamare la "teoria delle due fasi del potere", sostituita alla teoria di una sola fase del potere, che è stata dominante nella prima fase del secolo. La teoria delle due fasi del potere fa posto ad una fase di potere senza governo, che crea la meritevolezza davanti alla storia. Di contro al pessimismo che soltanto con lo Stato si dominano gli uomini inguaribilmente e interamente egoisti e violenti (un ragionamento che ha anche il limite, che lo Stato, che dovrebbe dominare e correggere gli individui, potrebbe trovarsi nelle mani di una persona, di un gruppo egualmente egoista e violento) facciamo valere il metodo di impostare un' adeguata articolazione della prima fase, quella del potere senza governo, premessa e garanzia che l'eventuale seconda fase sia un potere nuovo "conseguente" alla prima fase, di allargamento delle aperture, di addestramento alle tecniche della nonviolenza (che non può essere usata a caso, specialmente se è attività di gruppo), di miglioramento della zona in cui si vive (perché da una periferia onesta, pulita, nonviolenta, avverrà la resurrezione del mondo), di lavoro educativo, di impostazione di continue solidarietà con altri nella rivoluzione permanente per la democrazia diretta connessa intimamente con la nonviolenza. Aldo Capitini, Omnicrazia potere di tutti, in Il Potere di tutti, Firenze, La Nuova Italia, 1969, pp. 86-87 Movimento nonviolento Resistenza e Pace Pax Christi Le parole della nonviolenza 10 parole e 10 incontri di riflessione creativa verso...il lupo di Gubbio Reggio Emilia Novembre 2002-Agosto 2003 "Le parole della nonviolenza" è un percorso collettivo - aperto a tutti - di riflessione creativa sulle 10 parole centrali della tradizione laica e religiosa della nonviolenza, che ne delineano gli ideali di riferimento. 10 parole, una al mese, che ci accompagneranno da novembre 2002 ad agosto 2003. Un cammino da fare insieme a Reggio Emilia, in preparazione del cammino che si svolgerà a Settembre - 5, 6 e 7 - da Assisi a Gubbio sul tema "Mai più eserciti e guerre: la nonviolenza è il varco attuale della storia" Una proposta di riflessione collettiva che prevede - il secondo mercoledì di ogni mese - un giorno di digiuno dal cibo e dalla televisione ed un incontro serale presso i locali del Centro don Gualdi. Ogni serata avrà uno svolgimento diverso - dalla visione di video alla lettura di testi e poesie, dalla performance teatrale alla riflessione libera ecc. - in base alla parola del mese ed alle proposte dei partecipanti, e si concluderà in maniera conviviale con...tarallucci e vino. 1^ parola: Forza della verità mercoledì 13 novembre 2^ parola: Coscienza mercoledì 11 dicembre 3^ parola: Amore mercoledì 8 gennaio 4^ parola: Festa mercoledì 12 febbraio 5^ parola: Sobrietà mercoledì 12 marzo 6^ parola: Giustizia mercoledì 9 aprile 7^ parola: Liberazione mercoledì 14 maggio 8^ parola: Potere di tutti mercoledì 11 giugno 9^ parola: Bellezza mercoledì 9 luglio 10^ parola: Persuasione mercoledì 13 agosto Movimento Nonviolento c/o Pasquale Pugliese tel.: 0522 434767 e-mail: puglipas at interfree.it Associazione Resistenza e pace c/o MAG6 Via Vittorangeli 7/d 42100 Reggio Emilia telefax. 0522 - 454832 e-mail: ass-rep at libero.it - Le dieci parole della nonviolenza, in cammino verso il lupo di Gubbio Il XX Congresso del Movimento Nonviolento ha promosso, in continuita' e sviluppo della Marcia del 2000 Perugia - Assisi "Mai piu' eserciti e guerre", un appuntamento per tutti gli amici della nonviolenza a settembre 2003 (4,5,6 e 7). Un cammino, un incontro. Tema centrale sara' il conflitto, nelle sue diverse manifestazioni e modalita' di affrontarlo. Approfondire e diffondere la proposta nonviolenta ci e' sembrato infatti necessario ed urgente, nella convinzione che "La nonviolenza e' il varco attuale della storia". Come luogo significativo abbiamo indicato Gubbio (la conversione del lupo), ma molto resta ancora da definire su modalita' e caratteristiche dell'iniziativa. Contiamo anche per questo importante aspetto sul contributo di tutti gli amici della nonviolenza. Ci piace immaginare un cammino laico accessibile a tutti, un momento da vivere insieme per piu' giorni, e un appuntamento finale, al quale possa intervenire anche il "lupo" per un dialogo davvero aperto. Abbiamo pensato ad un percorso che ci porti a quell'appuntamento: 10 parole, una al mese, che ci accompagnino da ottobre 2002 ad agosto 2003. Ogni mese proporremo un tema di riflessione, illustrato da "Azione nonviolenta" con articoli, citazioni di autori della nonviolenza, indicazioni bibliografiche. Le "parole" si rifanno alla tradizione laica e religiosa della nonviolenza in Francesco, Gandhi, Capitini e indicano degli ideali diriferimento. (da Azione nonviolenta n.8-9, 2002) Gli incontri si svolgono presso il Centro don Gualdi, in via del Guazzotoio a Reggio Emilia, alle ore 20.30.
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