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LA GUERRA ALL'IRAQ, ALL'INFORMAZIONE, ALLE CATEGORIE, AL PENSIERO: Combatterle tutte, una per una, con critica intelligenza.
- Subject: LA GUERRA ALL'IRAQ, ALL'INFORMAZIONE, ALLE CATEGORIE, AL PENSIERO: Combatterle tutte, una per una, con critica intelligenza.
- From: "filefit" <filefit at tin.it>
- Date: Mon, 14 Apr 2003 10:33:29 +0200
LA GUERRA ALL'IRAQ, ALL'INFORMAZIONE, ALLE CATEGORIE, AL PENSIERO: Combatterle tutte, una per una, con critica intelligenza. La campagna d'Iraq non è ancora del tutto conclusa che già si apre il vaso di Pandora della guerra politica: quello che deve servire da preparazione alle campagne successive, alla guerra infinita. La rivoluzione culturale inaugurata della banda dei quattro di Washington deve dispiegarsi velocemente, adesso, ai quattro angoli dell'impero. Passiamo in rassegna brevemente alcune delle argomentazioni già in campo, soprattutto nella Provincia Italiae: 1. - Chi ha manifestato contro la guerra è stato sconfitto perché la guerra è stata vinta, per giunta velocemente, e con solo poche migliaia di vittime civili; non serve il dettaglio del caos di Bagdad e delle altre cittá, non serve dubitare sulle reali possibilitá di approdo democratico in Iraq, né dei rischi di destabilizzazione nel medio oriente e nello stesso occidente; tantomeno è ammesso il rischio di crescente terrorismo. 2. - Chi continua a rompere le scatole con il pacifismo è essenzialmente un fottuto antiamericano, e non si rende conto che, invece, gli USA hanno inaugurato la nuova stagione di interventismo rivoluzionario che ridisegnerà totalmente la carta del mondo, secondo i principi di democrazia e libero mercato. 3. - Una delle conferme del grande cambiamento a cui stiamo assistendo è il fatto che gli eventi succedutisi con incalzante rapidità hanno demolito in quattro e quattr'otto categorie obsolete che servono solo a nostalgici fuori dal mondo, a partire delle categoria di “destra" e “sinistra"; ma se ne aggiungeranno altre a cui siamo affezionati. Dal che si possono dedurre alcune cose di un certo rilievo: La guerra non aveva come obiettivo il disarmo dell'Iraq, o meglio delle armi di distruzione di massa, ma l'occupazione militare e culturale del Medio Oriente, di cui questa campagna è solo il primo passo. La guerra risponde ad un disegno strategico che assomiglia molto alla teoria della rivoluzione in ogni paese. La banda dei quattro non è tanto ispirata da Mao quindi, piuttosto da Trotsky; ma siccome è intimamente capitalista e crede fondamentalmente nel libero mercato sciolto da vincoli e lacciuoli, la sua prassi assomiglia di più ad un neocolonialismo globale che si dispiegherà militarmente sul terzo mondo (e chissà se solo sul terzo), ogniqualvolta le libere leggi del mercato troveranno un ostacolo fastidioso sul proprio cammino. Per inciso, il libero mercato che la banda dei quattro ha in mente è quello per il quale gli USA possono continuare a prosperare sul debito finanziato da tutto il resto del mondo, attualmente pari al 22.5% del loro PIL, che diventerà il 50% nel 2010 e il 100% nel 2020. Mercato dunque poco libero e invece molto costretto, contrariamente alle indicazioni che l'FMI dà a tutti i paesi del sud a cui suggerisce comportamenti del tutto diversi. E´chiaro che per ottenere questi trend risultano indispensabili due condizioni: la supremazia esclusiva del dollaro e quella delle tecnologie militari. Non da ultimo -almeno finché la categoria del “consenso" sarà ancora ritenuta costitutiva del tipo di democrazia che i nuovi profeti hanno in mente- risulterà essenziale il controllo dei media e dell'industria culturale, anche per il pericoloso calo di audience che negli ultimi anni ha subito la teologia neoliberista -e le sue succursali FMI e WTO in testa- a causa dei crolli del Messico, delle cosiddette tigri asiatiche (Corea, Taiwan, ecc.), e in rapida successione di Brasile, Russia, Argentina e Turchia. E sembra quindi evidente che il disegno di Unificazione Europea, nel quadro descritto, appare a questi esegeti di inizio millennio come il fumo negli occhi, poiché il loro obiettivo è, per loro stessa ammissione, quello di impedire che altri paesi o gruppi di paesi possano diventare concorrenti strategici degli USA. Ora, se le cose stanno in questo modo, non si vede il motivo per cui si debba riconoscere (dentro quella parte politica che continuiamo a chiamare “sinistra") qualche potere di orientamento o di condizionamento del dibattito politico italiano ai vari Ferrara, Vespa, ecc.; ma anche il Direttore del “Riformista", Polito, non ci sembra il riferimento auspicato; lo vedremo, (Polito) sempre più spesso nei vari talk-show, ma questo rientra nelle "normalità" del paese globale nei tempi che corrono. Piú serio sarebbe sostenere alcune evidenze: 1)- siamo contro la guerra. 2)- siamo contro questi U.S.A. 3)- auspichiamo vivamente che alle prossime elezioni Bush sia sconfitto (auspicheremmo anche che gli elettori statunitensi si recassero in massa alle elezioni, anziché quel misero 23-24% che rende come minimo asfittica la loro democrazia). 4)- dobbiamo operare per questo risultato, anche facendo comprendere agli elettori americani, che procedendo così non vanno incontro ad un futuro migliore; (visto che i circa 40 milioni di loro concittadini sotto la soglia di povertà potrebbero diventare 50 o 60); inoltre non gioca a loro favore questo insistere nell'obesità agli ormoni o al transgenico multinazionale, ancora più se dall'altra parte si muore letteralmente di fame. 5)- il popolo americano dovrebbe comprendere che nella maggior parte delle aree del pianeta gli USA sono vissuti come potenza negativa, che sì, incute timore, ma che di certo non hanno molto a che fare con una rappresentazione aurea della democrazia. 6)- l'immagine di democrazia che emana dagli USA, anzi, rischia di distruggerne il valore (della democrazia); un'altra categoria che se ne va ! 7)- gli USA devono finirla con la prassi di creare dittatori in giro per il mondo, sostenerli e poi abbatterli quando la congiuntura economica lo richiede: sta diventando un gioco troppo evidente! 8)- gli USA vanno condannati per questa pratica, prima ancora che per le successive periodiche guerre che scatena. Vanno condannati per non aver sottoscritto l'accordo relativo al Tribunale Penale Internazionale, per quello di Kyoto sulle emissioni inquinanti, per la protervia con cui si oppongono alla liberalizzazione della produzione dei farmaci anti AIDS e contro le malattie più diffuse sul pianeta, per la unilateralità con cui hanno scatenato una guerra di aggressione, per il fatto di possedere ben oltre il 90% di tutte le armi di sterminio di massa del pianeta. 9)- l'Europa deve diventare potenza politica. 10)- l'Europa deve costruire un asse strategico con il sud del mondo. 11)- l'Europa deve esportare il suo modello di economia sociale di mercato, un'idea di welfare-globale progressivo, di multilateralità e solidarietà tipicamente occidentale; questo modello può essere accettato dalla grande maggioranza dei paesi. 12)-al popolo europeo va detto che in gioco c'è un futuro possibile la cui condizione è quella di far crescere il benessere di tutti, anche dei non europei; oppure un futuro possibile in cui le 457 famiglie più potenti del pianeta avranno tra breve un "loro PIL" equivalente a quello di 3 o 4 miliardi di persone (mentre già oggi equivale a quello dei 2 miliardi di persone più povere). 13)-al popolo europeo va detto che non va sostenuto nessun politico che metta in discussione l'unità europea o che assuma un comportamento ambiguo come ha fatto il nostro Presidente del Consiglio. Il 12 aprile, finalmente, egli (Berlusconi) ha sostenuto con estrema chiarezza che è a favore della banda dei quattro e che bisogna procedere rapidamente con la rivoluzione anche in Italia, modificando innanzitutto la Costituzione Italiana di ispirazione sovietica: gli interessava in particolare l'Art.41 della Costituzione, alla cui lettura rimandiamo affinché non ci siano equivoci sulle sue idee ed aspirazioni. 14)-le energie migliori per raggiungere questi obiettivi di multipolarità, di multilateralità, di equilibrio e diritto internazionale, di pace, sono essenzialmente di natura culturale e vanno ricercati in quel luogo in movimento di cui le giovani generazioni sono i migliori interpreti; siccome la guerra sarà lunga (più che decennale) e questi giovani diventeranno loro malgrado nel frattempo adulti, è su di loro che ci si deve concentrare. Papa Woytila lo ha compreso perfettamente, come lo ha compreso l'On. Adornato (Forza Italia, ex deputato di centro sinistra) che prefigura una campagna di acculturazione sui valori dell'occidente (come lui se li immagina) fatta a partire dalle scuole; sono suoi accompagnatori in questo progetto, generali, ex generali, giuristi che tutti insieme ricordano il piano di rinascita nazionale dell'emerito Licio Gelli, grande amico di dittatori ed aspiranti tali a oriente ed occidente. 15)-in mezzo alla guerra ci sono infinite battaglie: non ci resta che imparare a combatterle tutte, coerentemente e direi ludicamente, dalla più piccola alla più grande, dal villaggio, alla provincia, alla metropoli, dentro ogni contesto, dentro ogni categoria presente e futura: destino degli uomini e delle donne è avere una testa, non una testata.
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